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Home » Approfondimenti » Storia » Medioevo » La Guerra degli Stretti

La Guerra degli Stretti

Medioevo

di Redazione
in Medioevo
Tempo di lettura: 6 minuti
La Guerra degli Stretti

Pittura di Cristofaro Grasso che rappresenta Genova nel 1481

In pieno ‘300, Venezia e Genova erano le due Repubbliche Marinare più importanti della penisola italica.  I loro comuni appetiti per le rotte commerciali nel Mar Nero e nel Mediterraneo orientale, fu alla radice di un conflitto, la Guerra degli Stretti, svoltasi tra il 1350 e il 1355.

I confronti militari tra le due potenze, tranne l’ultimo, la Battaglia navale di Porto Conte (Alghero), si svolsero tutti nel Mediterraneo orientale e nel Mar Nero.

  • LEGGI ANCHE: PORTO CONTE

UN MAR NERO PER DUE
Nel 1261 Genova firmò il Trattato di Ninfeo con i Bizantini che diede ai liguri la legittimità di esercitare liberamente i propri traffici nel Mar Nero dove i porti erano una vera e propria miniera, in quanto erano il punto di raccolta delle merci provenienti dall’Europa orientale (Danubio), dall’Eurasia (Don, Crimea e Mar d’Azov) e dal Medio Oriente (Georgia e Anatolia).

  • Emerge Venezia 

Verso questo banchetto commerciale tuttavia non fu attratta solo Genova, ma anche la emergente Venezia che tentava di inserirsi nei traffici stabilendo i primi piccoli accordi con le piazze rimaste libere. Una di queste fu Trebisonda, la città portuale dell’Anatolia settentrionale, dove però già esisteva un quartiere genovese. Ecco dunque le precondizioni per la nascita di una rivalità destinata a durare secoli.

Trebisonda, in una raffigurazione di Joseph de Tournefort (Relazione di un Viaggio in Oriente)

L’ACCESSO AL MAR NERO 
La comunanza di interessi economici nello stesso areale geografico sulle sponde del Mar Nero pose dunque le due citta marinare di Genova e Venezia di fronte a una reciproca concorrenza che si trasformò prima in un’accesa rivalità e poi in un conflitto durato ben 5 anni, dal 1350 al 1355. La causa della guerra, detta “La Guerra degli Stretti”, in riferimento allo Stretto del Bosforo, il braccio di mare tra l’Asia Minore e l’Europa dove attualmente si trova la città di Istanbul che mette in comunicazione il Mar Nero col Mar Mediterraneo, decretò la vittoria di Venezia e la perdita per Genova dell’esclusiva commerciale su quell’angolo di mondo.

A TREBISONDA IL PRIMO FACCIA A FACCIA TRA GENOVA E VENEZIA
Dopo quarant’anni dal Trattato di Ninfeo, Genova, nel 1300 raggiunse una posizione dominante nei traffici sul Mar Nero. La tratta principale in cui le galee genovesi navigavano era quella tra la Crimea (Caffa) e il Bosforo (Galata, quartiere marittimo di Bisanzio). Flussi di merci tuttavia arrivavano anche da altri porti, tra cui la lucrosa Trebisonda, sull’Anatolia settentrionale che si affacciava sul Mar Nero. Qui arrivavano merci preziose provenienti dalla Persia, dall’India e dalla lontana Cina. Ad aver gola per tali risorse fu però anche Venezia che stabilì proprio in quella città un suo quartiere commerciale.

  • Nuovi porti di Venezia sul Mar Nero

Altri porti di presenza veneziana furono Soldaia (Crimea) e Tana (alla foce del Don), ma quella che ancora non era la potente “Serenissima di Venezia”, faceva fatica a resistere alla spietata concorrenza genovese, agevolata ancor di più dalla garanzia bizantina del Trattato di Ninfeo e, non ultimo, a contenere i continui attacchi dei Tartari, la popolazione dei cosiddetti “turchi di Russia” che pressava per uno sbocco sulle coste settentrionali del Mar Nero.

  • I genovesi sconfiggono i Tartari 

A piegare le resistenze dei Tartari fu invece Genova nel 1365 e, grazie a questa vittoria, ottenne la definitiva egemonia sul Mar Nero.

Donne tartare a fine ‘800

IL CASUS BELLI: BLOCCARE IL BOSFORO E IL D’AZOV
Una volta debellata la minaccia tartara, tra i primi provvedimenti che la città ligure adottò nella politica di controllo dell’area fu il “blocco degli stretti”, ovvero un doppio presidio navale militare sia sullo Stretto del Bosforo (tra Mar Nero e Mar Mediterraneo) che sullo Stretto di Kerc (tra Mar Nero e Mar d’Azov).

  • Venezia dichiara guerra a Genova

Per Venezia questa situazione si rivelò subito insostenibile e la dichiarazione di guerra a Genova fu la conseguenza.

LA GUERRA
Il confronto tra le due potenze, come detto, si svolse quasi sempre in Oriente, tra cui, le battaglie decisive furono:

  • La Battaglia di Castro (Peloponneso, Grecia), vinta dai genovesi
  • La Battaglia del Bosforo (Turchia), vinta dai genovesi
  • La Battaglia della Lojera (Porto Conte, Sardegna), vinta dai veneziani-aragonesi
La torre aragonese di Porto Conte ad Alghero fu uno dei presidi contro i saccheggi dei Saraceni nella Sardegna settentrionale
  • Le Alleanze

Il confronto tra Genova e Venezia fu anche il confronto tra le potenze che nel Mediterraneo rivendicavano la propria presenza, come gli Aragonesi e i Bizantini che sostennero Venezia, oppure come gli Ottomani e i Turchi che sostennero Genova.

I motivi di queste alleanze erano i seguenti:

  • Gli Aragonesi si allearono con Venezia per fronteggiare Genova sul dominio della Sardegna. La città ligure infatti a quel tempo già controllava la Corsica e in Sardegna aveva preso posto a Castelsardo e nel sassarese col Giudicato di Torres, dove le famiglie genovesi degli Spinola, dei Malaspina e dei Doria si erano stabilmente insediate. Gli Aragonesi invece avevano controllo del sud dell’isola, in particolare Cagliari e Arborea. Quest’ultima era un giudicato indipendente ma alleato degli aragonesi.
  • I Bizantini, dopo aver dato licenza commerciale a Genova sul Mar Nero persero numerosi porti di controllo, come appunto Galata, quartiere di Bisanzio e l’isola egea di Chio. Scelsero quindi di appoggiare Venezia (che finanziava i loro armamenti) per combattere Genova, mettendo a disposizione proprie galee.
  •  Gli Ottomani e i Turchi appoggiarono Genova in chiave antibizantina.

La guerra consistette in cruente battaglie navali e in ripetuti saccheggi di porti ed empori, con cattura di prigionieri, navi, merci, schiavi.

GLI ARSENALI NAVALI
Genova si presentò alla guerra con Venezia con un arsenale bellico-navale di tutto rispetto: nel 1290 poteva contare su una flotta di 200 navi, dislocate nei vari porti a presidio delle principali operazioni commerciali e soprattutto delle tratte che dovevano essere di esclusiva oppure sottoposte a rigidi controlli per i convogli stranieri potenziali concorrenti.

Venezia dichiarò guerra a Genova disponendo solo 95 navi e dovette allearsi con i Bizantini e soprattutto con gli Aragonesi per bilanciare lo strapotere di Genova.

  • La Galea sottile 

La Galea sottile era la galea tipo, utilizzata in pieno medioevo da buona parte delle potenze marittime del Mediterraneo. Era un mezzo veloce, agile, capace di navigare bene anche controvento, veniva utilizzata sia in guerra che per il trasporto di merci. Le sue dimensioni si attestavano sui 45 metri di lunghezza per 5 di larghezza e arrivava a ospitare 25 rematori.

 

Galea sottile.

IN SARDEGNA LA SCONFITTA DEI GENOVESI
La Guerra degli Stretti, sebbene Genova la iniziò in condizioni di netta superiorità nei confronti di Venezia, si trasformò in una cocente sconfitta che maturò non nelle prime due battaglie sul Bosforo, ma nell’acceso confronto in Sardegna.

  • A sud gli Aragonesi a nord i Genovesi 

L’isola era infatti al centro di accesi appetiti degli Aragonesi e dei Genovesi. I primi che controllavano il meridione con il Regno di Sardegna (capitale Cagliari) e il Giudicato d’Arborea (loro alleati); i secondi che avevano influenza diretta tra Castelsardo e Alghero.

  • Genova ad Alghero: per gli Aragonesi una provocazione insopportabile

Dal 1347 l’insofferenza dei Sardi verso il dominio aragonese, sommata all’interesse di Genova per un allargamento verso sud, mise in allarme gli Aragonesi sull’esigenza di consolidare le proprie posizioni nell’Isola. Il casus belli della guerra tra genovesi e aragonesi con, sullo sfondo, anche quella tra Venezia e Genova, avvenne nel 1353, quando i Doria dettero a Genova la cittadina di Alghero. Pietro IV d’Aragona non accettò questa situazione e dichiarò guerra alla Repubblica di Genova con l’intento di conquistare l’importante porto della costa nord occidentale sarda.

  • A Cagliari Venezia è già pronta alla guerra 

A dare manforte agli Aragonesi giunse in aiuto Venezia che portò a Cagliari una squadra di ben 20 galee; nel frattempo al Nord, il governatore Rambaldo de Corbera (Regno di Sardegna), aveva conquistato lo storico possedimento doriano di Castelsardo. Per Genova la situazione era dunque ad un passo dalla disfatta già prima dello scontro decisivo di Alghero.

Nel teatro naturale di Porto Conte i Genovesi, dovettero combattere contro una flotta di 46 galee fornite da Rambaldo de Corbera che era giunto sul posto direttamente da Castelsardo e le 20 galee veneziane. A comandare il fronte aragonese-veneziano fu l’ammiraglio Niccolò Pisani, già a capo delle forze veneziane sul Bosforo. Il 25 agosto 1353 i Genovesi subirono nella baia di Porto Conte una pesante sconfitta che cambiò i rapporti di forza tra le due Repubbliche.

L’anno dopo, nel 1354, i genovesi catturarono nel Peloponneso l’ammiraglio Pisani: questo colpo mise in crisi l’aristocrazia mercantile veneziana che il 1° giugno del 1355 chiese e ottenne la pace con Genova. La svolta pacifista fu dovuta al fatto che entrambe le potenze stavano attraversando un momento di crisi: Genova chiese aiuto ai Visconti di Milano per continuare la guerra in questi ultimi anni, mentre la città della Laguna dovette subito preoccuparsi delle mire ungheresi in Dalmazia che proprio l’anno successivo venne perduta.

Centro storico di Castelsardo (Sassari)
Tag: AragonesiAragonesi in SardegnaBosforoGiudicatiMar NeroMedioevoNiccolò PisaniRepubbliche MarinareTorri aragonesiTrebisondaUcraina
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