Il castello di Sanluri è una fortezza militare costruita tra il 1188 e il 1195 e rivestì un’importanza considerevole durante l’età giudicale, quando il borgo di Sanluri era terra di confine tra il Giudicato di Cagliari e quello di Arborea: siamo infatti ai piedi delle alture della Marmilla, lungo quella che era, allora come oggi, la più importante arteria della Sardegna che collegava Cagliari a Torres (Porto Torres). Il castello doveva salvaguardare Arborea da un’aggressione di Cagliari e fu il giudice di Arborea Pietro I di Arborea che concretizzò il progetto della costruzione per scopi sia difensivi che residenziali.
Il castello
Il mastio del castello è stato disegnato su una pianta rettangolare, sviluppata in tre piani, con, ai lati due torrette quadrangolari. Attorno, è presente la cinta muraria spessa due metri e innalzata successivamente alla prima costruzione. Quando il castello cadde in mano agli aragonesi, essi assemblarono il palazzo nella corte ma nel frattempo perse ogni ruolo e significato militare. Successivamente divenne infatti sede residenziale per gli Henriquez prima, gli Aymerich di Laconi poi e, infine, nel 1920, per i conti di Villasanta che lo restaurarono e adibirono alcune stanze a museo risorgimentale. Non è documentato se Eleonora d’Arborea vi soggiornò, sebbene il maniero sia anche conosciuto Castello di Eleonora d’Arborea.
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Battaglia di Sanluri
Il castello di Sanluri visse durante la sua prima epoca travagliate vicende di protagonismo militare, una di queste, la più nota è senz’altro la storica Battaglia di Sanluri (in sardo Sa Battalla) che il 30 giugno 1409 vide contrapposti l’esercito Aragonese e quello del Regno di Arborea, l’ultimo baluardo di sardità rimasto in piedi di fronte agli attacchi degli invasori. I sardi-arborensi furono guidati da Guglielmo III di Narbona.
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La morsa degli aragonesi
Il Castello di Sanluri fu preso di mira dall’esercito aragonese perché considerato, a ragion veduta, un quartier generale fondamentale degli arborensi e una sua possibile sconfitta, avrebbe aperto un varco al cuore del giudicato. Il piano degli aragonesi prevedeva dunque di puntare il grosso dell’esercito verso il castello, intanto che altri distaccamenti si muovevano verso ovest in direzione di Villa di Chiesa (Iglesias), e verso est nei territori dell’Ogliastra e del Cixerri per conquistare il castello di Quirra.
Sanluri fu piegata
Sanluri allora era un borgo fortificato ma non riuscì a resistere all’impatto della fanteria aragonese che, in località Bruncu de sa Batalla ebbe il primo scontro con i sardi, guidati Guglielmo III. L’esercito invasore era infatti organizzato in un’avanguardia che assorbì il primo impatto e, più indietro, nel grosso delle forze che, assunta la classica formazione a cuneo, riuscì a sfondare il fronte dei sardi nel centro del loro schieramento. La manovra divise l’esercito arborense in due tronconi, di cui uno tentò il rifugio proprio nel castello di Sanluri, dove le mura non resistettero all’assalto e l’epilogo fu un massacro a fil di spada di 600 fanti e l’arresto in prigionia di 300 donne. Un’altra parte dell’esercito sardo riuscì invece a scappare verso il vicino castello di Monreale, le cui mura ressero l’assalto. Un ultimo drappello di soldati sardi infine subì l’umiliazione sul campo: questi vennero chiusi nella vallata di Furtei, i quali, non potendo risalire verso il borgo di Sanluri per riunire le forse neanche attraverso il Flumini Mannu (eccezionalmente in piena), dovettero affrontare a viso aperto la riserva tattica degli aragonesi, costituita da 2.000 soldati che intrappolarono gli arborensi e li costrinsero a risalire verso l’altura, oggi nota col triste nome di S’Occidroxiu (il macello), dove li finirono massacrati nell’ultima sommità.
Capitolata anche Iglesias
Oggi si può dire che la battaglia di Sanluri segnò dunque il declino del Regno di Arborea, ma allora l’esito della guerra era ancora incerto. I Sardi reagirono ancora a lungo. Il 4 luglio intanto si arrese Villa di Chiesa, ma, sebbene le conseguenze della disfatta di Sanluri furono pesanti gli aragonesi non piegarono completamente gli avversari, tanto che, il 17 agosto, riuscirono a respingere un violento attacco contro Oristano: 6.536 aragonesi caddero nel sanguinoso scontro che si svolse nella piana tra Sant’Anna, Fenosu e Santa Giusta, ricordato come la Seconda Battaglia (Segunda Battalla). Gli aragonesi furono respinti e rimasero tragicamente intrappolati nelle paludi. Sette mesi prima frattanto, Pietro Torrelles espugnò i castelli di Monreale, di Marmilla e di Gioiosaguardia, scardinando così le ultime difese sarde e l’obiettivo di puntare tutto su Oristano fu solo una questione di tempo. Per il secondo assalto gli aragonesi ricevettero prima ingenti rinforzi che furono organizzati con triste umiliazione proprio nella fortezza di Sanluri. Questa volta furono evitate le paludi di Santa Giusta e Fenosu e l’attacco fu portato da Nord, aggredendo prima Bosa, centro strategico e porto commerciale di vitale importanza per il Regno di Arborea. Qui, nonostante la capitale della Planargia si difese tenacemente, la resa agli assalti fu incondizionata e gli aragonesi poterono dirottare tutte le forze verso Oristano. Lo scontro finale però si concluse senza combattere, perché il 29 marzo 1410, Leonardo Cubello firmò a San Martino. fuori le mura la resa della città e di tutta l’Arborea storica. Secondo alcuni studiosi si trattò di tradimento.
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Come arrivare al Castello di Sanluri
Per arrivare al Castello di Sanluri bisogna entrare nel centro storico del centro campidanese, dista 50 km da Cagliari ed è facilmente dalla Strada Statale 131. Le segnalazioni del castello (Via Generale Nino Villa Santa, 1, Telefono: 070 930 7105) sono presenti dal primo imbocco della via principale.
- Il Castello di Sanluri su Google Map
- Orari: il Castello è aperto tutti i giorni compreso i festivi. Mattino: dalle 9,30 alle 13,00 pomeriggio: dalle 15,30 alle 19,00. Via Generale Nino Villa Santa, 1, 09025 Sanluri VS
070 930 7105
Museo rinascimentale di Sanluri
Alcune delle stanze del Castello di Sanluri, al piano terra, sono divenute sale espositive del Museo Risorgimentale ”Duca d’Aosta’‘.