Oniferi, piccolo paese di circa 912 abitanti, si trova nel cuore della Barbagia, affacciato sulla vallata ai piedi del massiccio del Gennargentu. Situato a nord della Barbagia di Ollolai e circondato dai comuni di Orani, Orotelli e Benetutti, Oniferi è un borgo ricco di storia e tradizioni.
Il toponimo “Oniferi” ha origini incerte, ma secondo alcune interpretazioni potrebbe derivare dalla parola fenicia Hon, che significa “ricchezza” o “abbondanza”, riferimento possibile alla fertilità del territorio in epoche antiche.
L’area fu abitata sin dalla preistoria, come testimoniano i numerosi siti archeologici presenti nel territorio. In età storica subì la dominazione romana, mentre nel medioevo entrò a far parte del Giudicato del Logudoro, nella Curatoria di Sarule, per poi passare al Giudicato di Arborea. Con la conquista aragonese, il borgo venne incluso nel marchesato di Orani, mantenendo un ruolo importante nella storia amministrativa della regione.
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Scheda informativa di Oniferi
Nome del paese: Oniferi
Origine del nome: etimologia incerta; potrebbe derivare da radici prelatine legate alla morfologia del territorio o da antichi termini agro-pastorali
Nome degli abitanti: oniferesi
Subregione di appartenenza: Barbagia di Ollolai
Provincia di appartenenza: Provincia di Nuoro (NU)
Numero di abitanti: circa 900 abitanti
Economia: tradizionalmente basata su agricoltura, pastorizia e artigianato locale; in crescita anche attività legate al turismo rurale, naturalistico e culturale
Siti turistici principali da visitare:
Il centro storico con case in pietra e architettura tradizionale
Le chiese parrocchiali e i piccoli oratori del paese
I siti archeologici del territorio: nuraghi, tombe dei giganti e domus de janas
I paesaggi collinari e montani della Barbagia, ricchi di sentieri e scorci naturali
Il territorio di Oniferi: natura, archeologia e tradizioni pastorali
Il territorio di Oniferi è da sempre legato alla pastorizia, attività che ha modellato nei secoli il paesaggio e l’economia locale. Le campagne attorno al paese sono caratterizzate da estesi boschi di querce da sughero, lentischi e olivastri, habitat ideale per una fauna ricca e diversificata che comprende cinghiali, volpi e numerose specie di uccelli tipiche della Barbagia.
Oltre al valore naturalistico, Oniferi vanta un patrimonio archeologico di grande interesse. Nella necropoli di Sos Settiles si trovano antichi menhir che testimoniano insediamenti preistorici, mentre nel sito di Brodu emergono particolari incisioni e simboli sulle pareti rocciose, con rare tracce di pigmento rosso, interpretate come rappresentazioni rituali legate al simbolismo del sangue.
Il territorio comunale ospita inoltre uno dei patrimoni nuragici più ricchi della Sardegna, con numerosi complessi sparsi nella campagna: tra i più significativi si segnalano i nuraghi Soloai, Maddorocco, Murtas, Istorito, Ola e Predosu, testimonianza dell’importante presenza nuragica nella zona.
Il canto a tenore, patrimonio UNESCO
Tra le espressioni culturali più significative di Oniferi spicca il canto a tenore, forma musicale millenaria riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Questa antica tradizione vocale, profondamente radicata nella storia e nella vita sociale della Sardegna, è ancora oggi particolarmente viva nel piccolo paese barbaricino.
A custodire e tramandare questo straordinario patrimonio sono diversi gruppi locali. Il più noto è il Tenore San Gavino de Oniferi, un quartetto con un repertorio ultradecennale che ha collaborato nel tempo con importanti figure della cultura sarda come Peppino Mereu, Remundu Piras ed Elena Ledda.
Accanto a esso si distingue il Tenore Santa Ruche, giovane formazione attiva dal 2003 che si esibisce in numerose rassegne folkloristiche della Sardegna. Il gruppo ha pubblicato due lavori discografici di rilievo: “A Sa Poesia” (2006) e “S’ebba cadelada” (2010), contribuendo alla diffusione e alla valorizzazione del canto a tenore di Oniferi.

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Il Carnevale e la maschera di Su Maimone
Oniferi custodisce una tradizione carnevalesca antica e ancora molto sentita, sebbene meno conosciuta rispetto a quella dei più celebri carnevali barbaricini di Mamoiada o della vicina Orotelli. Anche questo piccolo centro della Barbagia vanta infatti una sua figura simbolica: Su Maimone.
Il nome, di origine greca, rimanda al concetto di “essere posseduto da Dioniso”, il dio dell’ebbrezza e della follia rituale, e richiama quindi un’antica dimensione dionisiaca, selvaggia e istintiva. A differenza delle maschere dei paesi limitrofi, Su Maimone non indossa una maschera lignea: il volto rimane scoperto ma viene annerito con il sughero bruciato, segno distintivo che collega il personaggio a rituali propiziatori legati alla terra, al sacrificio e al rinnovamento agricolo.
Questa tradizione, semplice ma potente nel suo simbolismo, rappresenta una delle espressioni più autentiche del Carnevale barbaricino, capace di trasmettere ancora oggi l’identità ancestrale di Oniferi.

Chiesa di Sant’Anna: la parrocchiale nel cuore del paese
La Chiesa Parrocchiale di Sant’Anna, situata nella centrale Piazza del Popolo, rappresenta il principale edificio religioso di Oniferi. La struttura presenta tre navate, un tetto a volte e un elegante pavimento in marmo bianco e nero, risultato di interventi architettonici stratificati nel corso dei secoli.
Il luogo di culto venne edificato su un’antica chiesa quattrocentesca e ha subito diversi restauri e ampliamenti: nel 1901 fu costruita la cupola, nel 1941 vennero realizzati i gradini dell’altare, mentre l’ultimo importante intervento di ammodernamento risale al 2005. Ogni 26 luglio la comunità celebra la festa patronale di Sant’Anna, durante la quale il simulacro della santa viene portato in processione per le vie del paese, mantenendo viva una tradizione secolare.
Chiesa di Santu Bainzu: l’antica parrocchiale medievale di Oniferi
La Chiesa di Santu Bainzu (San Gavino) rappresenta la più antica parrocchiale del paese ed è uno dei luoghi di culto storicamente più importanti di Oniferi. Edificata nel XV secolo, ha mantenuto nel tempo il suo impianto originario, pur avendo subito vari interventi che ne hanno modificato solo in parte l’aspetto. L’edificio si caratterizza per un modesto sviluppo in altezza, una copertura in legno e la presenza di diverse cappelle laterali, elementi tipici dell’architettura rurale barbaricina.
Oniferi celebra ogni 25 ottobre la festa in onore di San Gavino, momento in cui il borgo rinnova la sua devozione e valorizza il legame storico con la sua antica chiesa medievale.







































