Trentacinque chilometri a piedi, da Nuoro, dalla chiesa di Nostra Signora del Rosario, a Lula, al Santuario di San Francesco a 466 metri s.l.m., sul costone collinare dominato dal Monte Albo. Questo il percorso di penitenza che i fedeli, ogni anno, per due volte, il 4 ottobre e il 1° maggio, fanno, per rievocare la storia di Francesco Tolu, il giovane nuorese che nel 1890 fu costretto all’autoesilio e alla latitanza per un’accusa di omicidio. Una vicenda giudiziaria che si concluse con l’assoluzione dell’imputato e la sua promessa di far costruire un piccolo santuario in memoria di San Francesco, vicino alla grotta che lo aveva ospitato durante la lunga latitanza.
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IL 4 OTTOBRE
Il 4 ottobre, da allora, ogni anno, si svolge il primo pellegrinaggio che parte, nel cuore della notte, dalla chiesa della Solitudine di Nuoro per arrivare al Santuario campestre il mattino successivo.
IL 1° MAGGIO
Il 1° maggio, invece, si apre il secondo pellegrinaggio con la novena che si conclude il 10 maggio. È questo l’appuntamento più caratteristico di una delle più importanti feste campestri della Sardegna. Ai fedeli, durante la novena, vengono offerti “su filindeu” (minestra cotta nel brodo di pecora e condita con formaggio) e “su zurrette” (sanguinaccio). In più, in questo stesso giorno si celebrano i seguenti riti:
- “sa bertula” , ovvero “la bisaccia” – porre il bambino malato in una tasca della bisaccia e nell’altra le offerte;
- “sa pesada” cioè “la pesata” – ovvero la pesatura del bambino malato, offrendo nel contempo al Santo un corrispettivo di carne d’agnello o di vitello.
La festa si conclude con la processione che vede il trasporto del simulacro di San Francesco a Nuoro, accompagnato a piedi o a cavallo dagli stessi fedeli. Durante il tragitto, all’altezza di Marreri (campagna settentrionale di Nuoro), si effettua l’incontro con i pellegrini provenienti dal capoluogo: qui, dopo un rinfresco detto “s’arbore” (l’albero), segue, in serata, il passaggio di consegne del simulacro per coprire l’ultima distanza verso Nuoro.
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Il corteo a cavallo, una volta entrato in città , percorre per tre volte la strada intorno alla chiesa del Rosario e si conclude alla casa del nuovo priore a cui verrà consegnato lo stendardo che custodirà fino al maggio successivo.