Trecento anni di tentativi
Primo attacco a Sant’Antioco
705 – Prima incursione araba nelle coste dell’isola di Sant’Antioco. La spedizione partì dall‘Egitto.
709 – Iniziano gli attacchi arabi-berberi della Sardegna. Queste incursioni partono direttamente dalla penisola Iberica, già parzialmente sotto controllo araba. Sono penetrazioni più incisive e di successo, al punto che nel 753 gli invasori riescono a imporre il pagamento ai Sardi della Jizya.
Durante il Settecento sembra esserci una diminuzione importante degli attacchi arabi alla Sardegna: non vi sono documenti che li riportano. Nel frattempo però l’imperatore bizantino Costantino V (celebrato nella corsa de S’Ardia a Sedilo), nel 760 aveva messo a disposizione una flotta per difendere il Tirreno.
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807 – Sulle coste oristanesi gli arabi tentano una nuova incursione ma sono pesantemente battuti, tanto che l’eccezionalità dell’evento, con pesanti perdite tra gli invasori, è riportato anche nella Cronaca di Saxo che divulgava informazioni fuori dall’isola.
810-812 – Gli arabi iberici attaccano la Corsica, mentre quelli africani tentano nuovamente di assaltare la Sardegna. Entrambe le operazioni falliscono: la prima si infranse direttamente sulle resistenze costiere dei corsicani, la seconda fu investita da una tempesta durante la traversata.
Il saccheggio di Cagliari
816 – Gli arabi entrano a Cagliari e la saccheggiano. Gli invasori tuttavia periscono sulla via del ritorno sempre a causa di una tempesta.
L’attacco riuscito alla Sicilia
827 – Arabi e Berberi attaccano la Sicilia a Marsala e l’operazione ha successo.
705
gli arabi attaccano la Sardegna
827
gli arabi attaccano la Sicilia
L’età dei Giudicati
Lo scippo della Sicilia a Bisanzio isola la Sardegna dall’Impero ed apre le porte a un periodo di autonomia (l’Età dei Giudicati).
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Pisa e Genova difendono dagli arabi
A difendere la Sardegna dagli attacchi arabi, tra il 1015 e il 1016, intervengono Pisa e Genova che, sulla scia delle loro mire espansionistiche, inseriscono l’isola nei loro obiettivi di conquista.
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Pisa e Genova riportano la liturgia cattolica in Sardegna
Da questo momento Pisa e Genova diventano i nuovi dominatori della Sardegna e nel contempo si riallacciano i rapporti con la Chiesa cattolica che reintroduce la liturgia occidentale, soppiantata secoli prima con l’avvento del periodo bizantino.