Il Nuraghe San Pietro è il monumento archeologico più rilevante del territorio di Torpè e, vista la mole (70,30 metri di diametro), era certamente uno dei più vivaci centri commerciali della costa orientale sarda.
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Le ricerche archeologiche
Taramelli intuisce la presenza
Si tratta di un quadrilobato che, fino agli ’70 del Novecento, era praticamente sconosciuto tranne che a pochissimi addetti ai lavori, come al grande archeologo italiano Antonio Taramelli (1868-1939) che lo descrisse la prima volta come un cumulo di pietre coperto di terra e detriti all’interno di un terreno privato.
Angius nel ’32 lo descrive
Le prime fonti scritte sul nuraghe tuttavia, risalgono all’abate Vittorio Angius, erudita storico, epigrafo e numismatico che, nel 1832, era stato incaricato di compilare e redare, per la Sardegna, il Grande Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale: 9 anni di ricerche più altri 7 di scrittura che lo portarono a censire pure gran parte del patrimonio storico e archeologico di Torpè e del suo territorio. E il Nuraghe di San Pietro, non poteva non essere censito.
Nell’84 gli scavi della Fadda
Tra il 1980 e il 1984 sono stati fatti i più interessanti lavori di scavo, condotti dall’archeologa Maria Ausilia Fadda per conto della Soprintendenza di Sassari e Nuoro.
Lilliu cataloga i reperti
I manufatti ceramici e i reperti rinvenuti sono stati cataloganti anche dall’archeologo Giovanni Lilliu (1914 – 2012): oggetti ornamentali in bronzo e in argento, vassellini rituali di terracotta, figurine nude maschili e parti di corpo umano.

Caratteristiche del Nuraghe San Pietro
- Denominazione: Nuraghe San Pietro
- Comune di pertinenza: Torpè
- Località: regione storica del Baronia
- Tipologia: nuraghe complesso quadrilobato
- Epoca: II millennio a.C.
- Ingresso: Sud
- Altezza: 6 metri
- Diametro torre principale: 4,54 metri
- Diametro complessivo: 70,30 metri
- Materiale costruttivo: grossi blocchi di trachite rossa
La struttura del San Pietro

Esistono vari tipi di nuraghi, quello di San Pietro è un nuraghe complesso quadrilobato, che presenta un mastio centrale articolato su quattro torri aggiuntive poste lateralmente.
La torre centrale è di 4,54 metri di diametro, realizzata su grossi blocchi di trachite rossa. L’ingresso è orientato a Sud, è di forma rettangolare (4 metri per 1,20 metri) coperto a piattabanda dove, a destra, si apre la garitta di guardia (2 metri per 1 metro), mentre, a sinistra, una scala ad andamento elicoidale porta al terrazzo soprastante.
Il corridoio invece, apre alla camera centrale (diametro 12,56 metri) in cui si trovano le tre nicchie a croce costruite con muri aggettanti che si chiudono ad arco a sesto acuto.
Fonte: “Torpé. I Monumenti Archeologici”. Alberto Pala.

I tombaroli lo saccheggiano
I primi scavi iniziarono negli anni ’70, e furono ripresi successivamente in varie campagne.
L’obiettivo era, oltre a quello di riportare alla luce il monumento e classificarne la struttura e i reperti, quello di arginare l’azione dei tombaroli che stavano infestando l’area da diversi anni.
Area già frequentata in epoca prenuragica
Analizzando i resti rinvenuti, un filo logico sembra aver convinto gli studiosi:
- Il nuraghe San Pietro era un cuore pulsante di attività commerciali regionali e mediterranee
- L’impianto della struttura poggiava su un insediamento prenuragico.

Quindi, la frequentazione umana in questa parte della Sardegna durante le antiche epoche prenuragiche, nuragiche, punica e romana era assai presente.
Tra i reperti alcuni testimoniano scambi del territorio con altre civiltà prenuragiche molto distanti da qui, come i vasi campaniformi della tradizione di Bonnannaro (1800-1600 a.C.).
I romani lo usano come granaio
Il nuraghe venne abbandonato entro il II millennio a.C., e riutilizzato come granaio dai romani alla fine del I secolo a.C. Furono rinvenute tracce di grano, fave, ma anche sughero, legno, giunchi intrecciati e anfore di contenimento.
Il grano era di due tipologie, una di provenienza orientale (e quindi d’importazione e di stoccaggio transitorio) e una locale, coltivato nella fertile vallata vicina.
Un fiorentissimo centro commerciale
Pure le ceramiche, secondo la studiosa Fadda, erano di varia fattura: ceramica sarda, di Teti e di Monte d’Accoddi (Sassari), ma anche extra isolana, come Rodi, Tindari, Lipari, Sicilia, Cipro e penisola iberica.
Altri materiali ceramici recuperati, sono stati classificati di lavorazione locale rilevando una stupefacente unicità torpeina.
Il Nuraghe San Pietro è quindi una dimostrazione dell’importanza commerciale della Sardegna e dei vivaci scambi culturali che avvenivano con gli altri antichi popoli del mediterraneo.
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Dove si trova il nuraghe San Pietro
Da Posada uscire sulla Statale 125 in direzione Olbia, quindi, oltrepassato il ponte sul Rio Posada girare subito a sinistra in Località San Paolo. Percorrere la stradina per due chilometri. Il Nuraghe si trova sulla destra dopo il B&B La Fattoria.
Visite guidate al nuraghe San Pietro
- Sardus Pater, Torpè, Telefono 333.3982.713






