L’Ebraismo è la religione monoteista più antica nel mondo. La sua origine sarebbe riconducibile alla vicenda di Abramo che, 4 mila anni fa, fu incaricato da Dio di lasciare la sua terra per andare a cercarne un’altra, la Terra Promessa, dove avrebbe fatto vivere in prosperità la sua discendenza, il popolo ebraico. Abramo era allora un uomo già in età avanzata, con un figlio Isacco, avuto dalla moglie Sara. La sua speranza di procreare ancora era dunque piuttosto flebile, ma, con l’aiuto miracoloso di Dio tutto ciò sarebbe stato possibile.
Abramo era originario della Mesopotamia, precisamente della città di Ur, ed è considerato, per questa storia leggendaria, il capostipite del popolo ebraico. La sua storia è narrata in uno dei libri sacri dell’Ebraismo, l’Antico Testamento, che fa parte, assieme al Nuovo Testamento, della Bibbia.
UCCIDERE PER VOLONTA’ DIVINA
La vita eccezionale di Abramo si caratterizza però non solo per la vicenda della ricerca della Terra Promessa, ma anche per quella del tentativo di uccidere il figlio Isacco per rispondere ad un’altra volontà divina.
Dio infatti chiese ad Abramo di sacrificare in suo onore suo figlio, Isacco, l’unico che aveva. Abramo allora si organizzò una catasta di legna, il fuoco e il coltello per rispondere fedelmente alla richiesta, quando, proprio sul punto di uccidere l’unico erede, questi venne salvato da un angelo che fermò la mano omicida prima di colpire. La morale di questa seconda vicenda fu che Abramo dimostrò fede assoluta nella volontà divina, così come avrebbe dovuto fare qualsiasi fedele alla dottrina ebraica.
L’ORIGINE DEL POPOLO EBRAICO
Secondo la tradizione religiosa dunque l’Ebraismo e il popolo ebraico sarebbero nati in Palestina, che era l’antica terra fertile di Canaan dove Abramo sarebbe arrivato dopo che Dio gli avrebbe detto di lasciare la sua terra. Abramo è ritenuto il fondatore della religione, il capostipite degli ebrei e il capostipite della nazione di Israele. Ancora oggi l’appartenenza al popolo ebraico viene sancita dalla diretta discendenza, per parte materna, di un genitore ebraico, a prescindere dal fatto che il nuovo nato diventi poi un religioso praticante e o una persona laica.
Israele è per il popolo ebraico la sua terra di origine e di appartenenza. Nel cuore della sua città simbolicamente più importante si trova anche il luogo sacro per antonomasia dell’ebraismo, il Muro occidentale del Tempio di Gerusalemme che, assieme alle Sinagoghe, sparse in giro per il mondo, rappresenta il luogo per eccellenza dove esercitare la preghiera.
IL TEMPIO DI GERUSALEMME
Il Tempio di Gerusalemme, detto anche “Tempio Sacro” è il complesso di strutture sacre dell’Ebraismo che si trovano sulla spianata del Monte Moriah, denominato per questo anche “Monte del Tempio”. Esso si trova nel cuore della Città Vecchia di Gerusalemme che fu dapprima luogo di culto degli Israeliti e poi degli Ebrei.
Il Tempio di Gerusalemme è in realtà il Secondo Tempio, perché il Primo Tempio fu costruito, secondo la tradizione, da Re Salomone (il terzo re di Israele), che mise in atto il volere del predecessore, il Re David, che a sua volta aveva avuto l’incarico da Dio.
Il Primo Tempio dunque, detto anche Tempio di Salomone, fu costruito secondo la Bibbia nel X secolo a.C., mentre il Talmud lo storicizza tra l’833 e l’826 a.C. La struttura fu distrutta nel 416 a.C. dal re babilonese Nabucodonosor quando il suo popolo invase la Palestina e deportò il popolo che vi viveva, gli ebrei appunto.
Il Secondo Tempio, è denominato Tempio di Erode. Questo fu costruito quando nel 536 a.C. (Talmud) gli ebrei fecero ritorno in Palestina e fu consacrato solo nel 164 a.C. da Giuda Maccabeo (i Maccabei erano un movimento di protesta ebreo contro i Seleucidi) che volle difendere il culto dalla profanazione dei Seleucidi quando era in atto l’ellenizzazione del Medio Oriente.
GLI INIZI DEL GIUDAISMO
** Giudaismo da Giuda, il popolo di Giuda: il popolo che vive nel Regno di Giuda
ed è seguace della dinastia davidica.
Gli storici indicano con il nome di giudaismo la forma assunta dalla religione del popolo giudaico dopo la distruzione del Primo Tempio di Gerusalemme (586 a.C.) ad opera dei Babilonesi di Nabudondosor e il Secondo Esilio forzato dalla loro terra di origine, con la deportazione degli ebrei a Babilonia.
Gli Ebrei, nel quadro geografico della Palestina, seppur convivendo con la pressione di vicini molto più potenti (Filistei), praticavano una religione il cui carattere etnico fu, fin dall’inizio molto accentuato.
Lo sforzo dei profeti – guide spirituali della nazione ebraica – tende a mantenere il patrimonio religioso d’Israele puro da ogni influenza esterna.
OMBROSO PARTICOLARISMO ED ENTUSIASTICO UNIVERSALISMO
Gli Ebrei proclamano da un lato l’intransigente isolazionismo religioso entro i confini di Israele e dall’altro, proclamano un messaggio rivolto a tutte le genti preannunciando il giorno in cui giudei e pagani saranno uniti nell’adorazione dell’unico Dio. Questa tensione è la caratteristica dominante della storia del giudaismo.
L’osservanza o meno della Legge di Mosè, dichiarata sul Monte Sinai al rientro in Israele dall’Egitto, è la discriminante tra giudaici e pagani.
LA PALESTINA ROMANA
Tra il 19 a.C. e il 64 a.C. al Secondo Tempio furono applicati degli ampliamenti ma nel 70 d.C. fu distrutto da Tito, il generale romano che represse duramente la ribellione ebraica in Giudea e gli valse la credibilità per diventare imperatore. Di quella storica e tragica distruzione oggi rimane solo il Muro Occidentale.
IL MURO OCCIDENTALE
Il Muro Occidentale, detto anche “Kotel” o “Muro del Pianto” è ciò che resta della struttura perimetrale del secondo Tempio di Gerusalemme, il luogo più sacro dell’ebraismo.
Erode il Grande costruì, sulle rovine del Primo Tempio distrutto dai babilonesi, imponenti mura di contenimento intorno al Monte Moriah allargando la piccola spianata posta sulla sua cima. Queste nuove installazioni vennero poi distrutte dai romani che saccheggiarono e punirono Gerusalemme per la rivolta messa in atto durante il loro dominio in Palestina. Il Muro Occidentale è ciò che resta oggi di quella distruzione ed è il luogo più sacro dell’Ebraismo. Qui i fedeli tre volte al giorno vengono a pregare e a inserire nelle fessure foglietti con scritte delle preghiere in cui fanno richiesta a Dio affinché tutti gli ebrei un giorno tornino in patria, a Israele; oppure parlano della speranza che arrivi il Messia (per gli ebrei Gesù non era Figlio di Dio).
L’ANTICO TESTAMENTO
L’Antico Testamento detto anche “Primo Testamento” o “Vecchio Testamento” è l’insieme di libri che costituisce la prima parte della Bibbia e corrisponde al Tanakh, la Bibbia ebraica. In esso sono raccontati gli eventi precedenti alla nascita di Gesù.
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Il testo, a seconda delle confessioni cristiane, varia: la Chiesa cattolica e ortodossa seguono il canone alessandrino che deriva dalla versione dei Settanta; mentre i protestanti fanno riferimento al canone del II° secolo che riporta alla corrente spirituale degli ebrei farisei, quella che rimase superstite alla distruzione di Gerusalemme del 70 a.C. e da cui trasse origine l’ebraismo rabbinico moderno.
IL RACCONTO DEL VECCHIO TESTAMENTO
Il racconto dell’Antico Testamento inizia con la narrazione della Creazione del mondo, segue la vicenda del Peccato Originale commesso da Adamo ed Eva, il Diluvio Universale e le storie dei patriarchi della Bibbia: Abramo, Isacco, Giacobbe e Giuseppe. Giacobbe, che ebbe 12 figli, è ritenuto il capostipite degli Israeliti mentre alla storia di Giuseppe è legata la vicenda dell’esodo degli ebrei in Egitto dove vengono sottomessi a schiavitù. Si racconta quindi la vicenda della nascita di Israele, con il rientro degli ebrei dall’Egitto sotto la guida di Mosè; l’alleanza del monte Sinai, dove Mosè fu chiamato da Geova (Dio) per indicargli la strada verso la Cananea e gli furono consegnate le leggi (il Decalogo o i Dieci Comandamenti) che ogni fedele deve rispettare nella sua pratica religiosa quotidiana. Seguono le peregrinazioni nel deserto, fino al raggiungimento della Terra Promessa.
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** Geova è uno dei sette nomi dati a Dio nell’ebraismo
ABRAMO
Questa primitiva storia degli Ebrei, che precede la nascita del Regno di Giuda, si intreccia con le narrazioni dell’Antico Testamento, la cui affidabilità storica non è stata accertata. La tradizione religiosa ebraica assegna ad Abramo, il titolo di capostipite del popolo ebraico. Egli era un membro di famiglia ebraica esiliata in Mesopotamia nel Secondo Esodo forzato dalla Palestina ad opera dei Babilonesi di Nabucondosor.
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Abramo era originario di Ur, antica città babilonese che si trovava in Mesopotamia tra il Tigri e l’Eufrate, “avrebbe avuto incarico da Dio” di andare via dalla città natale per cercare la Terra Promessa, dove avrebbe fatto crescere la sua discendenza che sarebbe stato il germoglio del popolo ebraico. Il viaggio di Abramo, fedele al volere del Signore, lo portò nel Canaan, l’attuale territorio della Palestina e di Israele, dove, già era presente l’omonima civiltà, quella dei Cananei.
La migrazione in Egitto – Abramo visse quindi da straniero in questa nuova terra ed ebbe la possibilità, nonostante l’età avanzata (75 anni al momento della partenza da Ur), di avere altri figli dalla moglie Sara. La terra del Canaan però non era fertilissima, ma anzi soggetta a siccità e carestie. Abramo si vide quindi costretto a migrare in Egitto, dove giunse al palazzo del faraone per cui lavorò come mandriano.
La storia dei capostipiti degli Ebrei iniziata con Abramo, prosegue con la sua discendenza: il figlio Isacco, il nipote Giacobbe e il pronipote Giuseppe.
MOSE’
Mosè è un membro della stirpe di Levi (quindi non discendente diretto di Abramo) che riporta gli Ebrei fino ai confini della Cananea, le rive del fiume Giordano. Qui il testimone della guida passa al profeta Giosuè che attacca i Cananei e conquista il territorio. Da questo momento sorge la necessità per gli Ebrei di riunire le tante tribù sotto un unico Stato, nasce il Regno Unito di Israele.
** Le vicende di Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Giosuè che sono riportate nell’Antico Testamento, non sono certificate dall’indagine storica e pertanto non possono essere dichiarate vere ma oggetto di fede.
LA NASCITA DI ISRAELE
Israele inizialmente è una confederazione di tribù, segue la nomina di Saul come primo re di Israele e la successione di Davide (1000 a.C.) che riunisce le tribù sotto una monarchia. Quindi Salomone che consacra il Tempio e consolida il nuovo stato. Alla sua morte segue invece la divisione del popolo, che, nonostante il patto dell’alleanza del Sinai, si separa nel regno di Israele al nord e nel regno di Giuda al sud. Il regno di Israele fissa la sua capitale Samaria, mentre il regno di Giuda sceglie Gerusalemme.
Nel 721 a.C. gli Assiri invadono e distruggono il regno di Israele e gli ebrei vengono deportati. Nel 587 a.C. è la volta della distruzione del Regno di Giuda quando i Babilonesi, guidati da Nabucodonosor, entrano a Gerusalemme, distruggono il Tempio e deportano gli ebrei. L’esilio babilonese durerà fino al 538 a.C. Il popolo, smembrato dall’espatrio forzato in terra straniera riesce comunque a mantenere la sua identità unitaria attraverso la codificazione delle leggi del libro del Levitico, mentre, nella profezia di Ezechiele trova la forza per conservare l’unità spirituale.
Con la nascita del Regno di Dario, agli ebrei fu concesso di ritornare in Israele e ricostruire il Tempio, ma, nel frattempo, Israele non è più uno stato indipendente, bensì una provincia dell’Impero dei Medi e potrà solamente mantenere in vita la propria identità religiosa senza mai riavere l’autonomia politica.
Nel 165 a.C. il re Antioco IV Epifane cerca di imporre l’ellenizzazione degli ebrei, ma questo susciterà una grande ribellione che porterà alla nascita di una lotta per la liberazione del territorio. Tra queste vicende emerge la figura dei Maccabei, che erano un acceso movimento di protesta contro il dominio straniero: in uno dei loro libri, il Libro di Daniele, si esorta il popolo a perseverare nella resistenza.
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