IL LIBRO DELLA GENESI
Il Libro della Genesi fa parte del primo libro dei due testi fondamentali dell’ebraismo (la Torah) e del cristianesimo (la Bibbia).
L’opera, frutto di una raccolta e una rielaborazione di racconti orali e scritti, venne redatta in Giudea in lingua ebraica tra il 600 e il 400 a.C. (VI° e V° secolo a.C.).
Nei primi undici capitoli sono riportate le vicende della “preistoria biblica”, come la creazione, il peccato originale e il diluvio universale. Nei capitoli successivi è riportata invece la storia dei patriarchi biblici: Abramo, Isacco, Giacobbe e Giuseppe, vissuti in Medio Oriente tra il 1700 e il 1800 a.C.
- La Creazione
La Creazione è, secondo la teologia, il processo di determinazione dell’uomo e dell’esistenza. Quasi tutte le religioni hanno una loro interpretazione della Creazione.
- Il Peccato Originale
Secondo il cristianesimo, il Peccato Originale, sarebbe lo sbaglio che Adamo ed Eva avrebbero commesso e avrebbe determinato la divisione dell’uomo da Dio rendendolo mortale. Il peccato è consistito nell’aver mangiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male da parte di Eva quando era stata messa, assieme ad Adamo, a vivere nel Giardino dell’Eden.
Adamo ed Eva, secondo il racconto, sarebbero stati tentati dal serpente che avrebbe suggerito loro di mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male per poter diventare come Dio, conoscitori del bene e del male.
Le conseguenze del peccato sarebbero state la fatica, le difficoltà, il dolore e la morte.
- Il Diluvio Universale
Nel settimo e nell’ottavo capitolo della Genesi si raccontano le vicende di Noè, il quale, fu incaricato da Dio per costruire un’imbarcazione, l’Arca di Noè, in grado di ospitare la sua famiglia e una coppia di ogni animale terrestre. Il motivo è che Dio vuole punire l’Uomo per aver avuto la presunzione di eguagliarlo e vuole punirlo con una catastrofe meteorologica, scatenando un diluvio in grado di allagare il mondo e annegare tutte le civiltà. La tempesta, secondo la narrazione, dura una quarantina di giorni ma l’acqua sommerge la superficie terrestre fino alle alture per altri centocinquanta giorni.
- Adamo
Adamo secondo il racconto della Genesi è il primo uomo creato da Dio. L’Islamismo, il Cristianesimo e l’Ebraismo riconoscono Adamo il primo uomo creato da Dio.
- Eva
Eva è la compagna di Adamo. Il nome le sarebbe stato dato da Adamo ma sarebbe stata creata in contemporanea a lui, il sesto giorno di creazione divina, dopo aver dato vita agli animali, alle piante e agli uccelli (Cristianesimo). Nella seconda versione della Genesi Adamo sarebbe nato dalla polvere ed Eva (Ebraismo ed Islamismo), dopo che Dio aveva creato animali, piante e uccelli, la creò da una costola di Adamo.
- Adamo ed Eva
Adamo ed Eva sono il primo uomo e la prima donna creati da Dio che si accoppiano per generare la famiglia umana. Dalla loro unione sarebbero nati come prima discendenza 14 figli, tra cui Abele e Caino.
- Abele e Caino
Secondo la narrazione biblica Abele era un pastore, mentre Caino era un agricoltore. Dio preferiva i sacrifici di Abele rispetto a quelli di Caino e questo determinò la gelosia omicida di quest’ultimo verso il primo.
- L’uccisione di Abele
Caino, a causa della sua gelosia verso Abele che godeva della preferenza di Dio, uccise il fratello, nonostante lo stesso Signore lo avesse intimato a non farlo.
- Set
Set fu il figlio che Adamo ed Eva fecero dopo l’uccisione di Abele. Eva credette che Set fosse l’erede designato da Dio per sostituire Abele. Secondo la tradizione ebraica, Set sarebbe stato progenitore di Noè.
- Noè
Noè, discendente di Set, nella Genesi è il salvatore dell’umanità che caricò sulla propria Arca prima del Diluvio Universale. Il diluvio universale fu infatti la catastrofe meteorologica voluta da Dio per eliminare la violenza dilagante nella famiglia umana. Noè fu avvisato da Dio della sua intenzione e fu sollecitato a preparare l’Arca affinché salvasse sé stesso, la sua famiglia e gli animali per garantire la vita dopo l’evento. Eber fu un profeta che annunciò Dio e da lui impararono Abramo e Giacobbe. Per gli arabi Eber è identificato con Hud, profeta anch’egli annunciatore divino.
- Abramo
Abramo, che in ebraico è “אַבְרָהָם” (“Padre di molti”) e in arabo “ابراهيم” è considerato il patriarca del cristianesimo, dell’islamismo e dell’ebraismo. La sua vicenda storica è riportata nella Genesi e viene ripresa anche nel Corano.
- Abramo è dunque una figura centrale nella nascita delle tre religioni monoteiste dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islamismo.
Sulla veridicità storica del personaggio non vi sono elementi di certezza, non essendoci testimonianze diverse da quelle riportate sulla Genesi. Neanche per quanto riguarda il legame col popolo pre-ebraico dei Canaan non vi sono documenti scritti comprovati che documentano questo fatto.
Secondo la Torah, Abramo sarebbe nato a Ur dei Caldei nel territorio babilonese (attuale Iraq); mentre alcune ipotesi riconducono la figura di Abramo a quella di antichi proprietari terrieri di origine ebraica che subirono l’esproprio durante l’esodo forzato del popolo a Babilonia e, attraverso l’appartenenza a quella discendenza, rivendicarono la riassegnazione delle terre al rientro in patria.
Secondo l’Islam Abramo sarebbe stato un progenitore degli arabi, come riportano anche alcune genealogie presenti sulla Genesi.
L’importanza fondatrice comune di Abramo nella nascita dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islamismo, fa sì che queste grandi religioni monoteiste, nate nel cuore del Medio Oriente possano essere definite religioni abramitiche.
Secondo la Genesi, Abramo sarebbe discendente di quarta generazione di Noè, almeno secondo quanto riportato nel racconto della Torre di Babele, la vicenda che riporta il momento in cui Dio avrebbe messo in confusione i popoli creando una moltitudine di lingue diverse.
Un giorno Dio parlò ad Abramo e gli avrebbe ordinato di lasciare la sua terra, promettendogli però una grande discendenza (allora Abramo aveva 75 anni e non aveva ancora avuto figli a causa della sterilità della moglie Sara), la benedizione di tutti i popoli tramite lui; il fatto che alla sua discendenza sarebbe stata data della terra.
Per fuggire alla carestia della sua terra, a Canaan, Abramo fu costretto a fuggire in Egitto, insieme alla moglie Sara. In Egitto, per paura che la bellezza della moglie potesse suscitare invidie omicide, disse che Sara era sua sorella. Una volta al palazzo del faraone Abramo consentì tuttavia che la moglie andasse a letto con lui. Per questo gesto venne ripagato con del bestiame, ma, quando il faraone viene a sapere dell’inganno, li caccia entrambi dal suo paese.
- Isacco
Isacco è il figlio di Abramo e di Sara. La sua vita è riportata nella Genesi e nel Corano ed è considerato anch’egli un patriarca della Bibbia.
Circonciso a otto giorni dalla nascita venne riconosciuto l’unico erede legittimo di Abramo, il progenitore del popolo. La sua vita venne messa a disposizione per il sacrificio dal padre, Abramo, su richiesta di Dio. Dio avrebbe poi risparmiato la vita di Isacco ed egli poté proseguire la sua vita fino al matrimonio con Rebecca. Da lei ebbe due figli, Esaù e Giacobbe. Quest’ultimo fu designato suo erede.
Isacco faceva il contadino ma fu costretto a emigrare in Egitto per fuggire all’aridità della sua terra. Durante il viaggio si fermò dal re Abimelech, re dei Filistei, dove, temendo di suscitare l’invidia per la bellezza della moglie disse che Rebecca era sua sorella. La menzogna di Isacco venne però scoperta dal re che, tuttavia, decise di proteggerlo comunque.
Negli ultimi anni della sua vita Isacco era ormai diventato cieco e benedì suo figlio Giacobbe come erede. Fu seppellito come il padre Abramo, nella grotta di Macpela.
- Giacobbe
Giacobbe, figlio di Isacco, nella Bibbia è ritenuto come uno dei fondatori dell’Ebraismo. Secondo la tradizione egli fu fratello gemello di Esaù e durante il parto uscì dall’utero materno dopo Esaù attaccato al tallone di quest’ultimo. (Giacobbe infatti deriva da ageb, che vuol dire “tallone”). La regola di eredità prevedeva che il diritto di primogenitura fosse assegnato al primo nato ma egli, con l’inganno, riuscì a ottenere la benedizione del padre, Isacco nonostante non fosse il suo preferito.
Il fratello Esaù era un cacciatore e un giorno, di rientro da una battuta di caccia, stanco e affamato, vendette al fratello Giacobbe la sua primogenitura per un piatto di lenticchie. Quando poi il padre Isacco era sul punto di morire, la madre Rebecca mise un atto per strappare con astuzia la benedizione di Esaù e destinarla a Giacobbe: l’inganno consisteva nell’indossare una pelle di animale a farsi fare la benedizione da Isacco ormai vecchio e cieco che non lo distinse perché esaù era peloso. Giacobbe a quel punto per fuggire all’ira di Giacobbe scappò dallo zio Labano dove gli fece da aiuto pastore. Anche allo zio lo ingannò per sottrargli il bestiame, chiedendo come compenso del suo lavoro, tutti gli animali a pelle striati. Questo espediente gli valse un arricchimento improvviso perché gli animali con quelle caratteristiche erano allora considerati più forti e longevi degli altri a pelle omogenea. Questo fece sì che lo zio si impoverisse e lui, Giacobbe, si arricchisse. In seguito Giacobbe sposo in tempi diversi Lia e Rachele, sue cugine e figlie di Labano, da cui ebbe otto figli; mentre dalle due schiave Bila e Zilpa ne ebbe altri quattro. Dai figli, tutti maschi, sarebbero nate le dodici tribù di Israele.
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