Il Giudicato di Caralis lo stato giudicale con capitale Santa Igia che dal 900 al 1258 governò la Sardegna meridionale.
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L’Era dei Giudicati sardi

L’Era dei Giudicati in Sardegna è stata l’epoca storia compresa tra la fine del dominio bizantino e l’inizio di quello aragonese-spagnolo (1000 – 1420)
Siamo in pieno medioevo quando la Sardegna, caduta la Sicilia in mano araba, perde il contatto con Bisanzio ed entra in un breve periodo di relativa autonomia politico-amministrativa, prima che ritorni ad essere terra di conquista (Pisa, Genova, Aragona, Spagna).
Durante l’era giudicale i Sardi riorganizzano l’amministrazione dei territori recuperando in parte l’impronta nuragica e riadattando quella bizantina alle nuove esigenze di controllo, soprattutto per rispondere con efficacia alla minaccia saracena che, dopo la caduta della Sicilia, punta a prendere anche il controllo Sardegna.
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La difesa della Sardegna dagli arabi-musulmani avverrà con successo: l’isola non cadde mai sotto il controllo saraceno. Gli attacchi arabi si limiteranno a qualche rovinosa incursione sulle coste (Caralis, Sulcis, Gallura, Oristano) senza mai degenerare in occupazione permanente.
Nel frattempo che la Sardegna perde il contatto con Bisanzio la Chiesa ricomincia a introdurre la sua influenza, mentre la parte settentrionale dell’isola (Gallura, Anglona, Logudoro), grazie alla vicinanza con la Corsica e con la Toscana subisce le prime influenze carolinge, genovesi e pisane.
L’età giudicale è stato dunque un periodo di relativa indipendenza della Sardegna, perche, in un momento di riorganizzazione dei grandi poteri italici ed europei, riesce a non subire influenze condizionanti esterne.
Quello giudicale è un periodo di discreta prosperità seppur caratterizzata da lotte intestine tra i giudicati che, nati da una stessa matrice bizantina-aristocratica, sviluppano pian piano una loro autonomia e indipendenza che inevitabilmente porta a conflitti per la contesa di potere, territorio e prestigio.
L’età giudicale si conclude ufficialmente nel 1420 con la caduta dell’ultimo giudicato (Arborea) in mano agli Aragonesi.
Nel frattempo altre interferenze (Genova, Pisa, Chiesa) avevano già minato la stabilità socio-culturale e politica dei giudicati con influenze di vario tipo, fino a portarli ad un progressivo indebolimento e frantumazione.
I giudicati erano Stati indipendenti, ciascuno con un sovrano chiamato giudice (iudex), che aveva poteri simili a quelli di un re. Erano:
- Giudicato di Caralis – Capitale: Santa Igia
- Giudicato di Torres (o Logudoro) – Capitale: Ardara
- Giudicato di Arborea – Capitale: Oristano
- Giudicato di Gallura – Capitale: Civita (Olbia)
Giudicato di Caralis
Il Giudicato di Calaris comprendeva i territori della Sardegna centro – meridionale fino ai confini dell’attuale Ogliastra (Baunei) a est e Cixerri a ovest (Buggerru).
Estensione
Giudicato di Caralis
8226 km²
Capitale fenicia
Capitale del giudicato di Caralis era Santa Igia, l’antico borgo di matrice fenicia situato lungo le sponde orientali dello Stagno Santa Gilla (via San Simeone, centro commerciale i Fenicotteri, quartieri di S’Antaventrace e Stampace).
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Il territorio
Il Giudicato di Cagliari era il più vasto della Sardegna e comprendeva la porzione meridionale della pianura campidanese fino ai confini col Giudicato di Arborea; delle ingenti risorse idriche provenienti dalle aree umide costiere e dai grandi fiumi della Sardegna meridionale come il Cixerri, il Flumendosa e il Flumini Mannu.
Altre ricchezze del Giudicato di Cagliari erano senz’altro le cime del Gennargentu, del Sarrabus e del Sulcis, nonché le riserve minerarie dell’Iglesiente.
Pisa sconfigge Caralis
Il Giudicato di Caralis dopo un periodo di pacifiche relazioni con Pisa, rimase indipendente fino al 1258, quando venne attaccato e smembrato proprio da Pisa alleata degli altri giudicati, Arborea e Gallura.
Con la caduta di Caralis il suo territorio fu spartito dal Regno di Arborea che mise sotto controllo il Campidano; dal Regno di Gallura che inglobò l’Ogliastra; dalla famiglia Della Gherardesca che si stabilì a Siliqua e nel Sulcis, mentre la città di Caralis rimase in mano alla Repubblica di Pisa che già dal 1216 aveva espugnato il Castel di Castro.
