In Sardegna si contano quasi cinquanta case cantoniere, sparse tra la costa e l’interno.
Alcune sono ancora in uso, mentre altre, invece, sono abbandonate o ridotte a rudere. Il loro caratteristico colore rosso pompeiano le rende facilmente riconoscibili: si stagliano con decisione in mezzo alla macchia mediterranea, alla roccia o lungo i tratti di strada più isolati.

🚧 La funzione delle case cantoniere
Nel corso del tempo, queste strutture hanno rappresentato molto più che semplici edifici. Infatti, le case cantoniere hanno svolto un ruolo fondamentale come presidi di lavoro, manutenzione e vita familiare per i cantonieri, soprattutto durante i lunghi decenni dell’Ottocento e del Novecento. In particolare, hanno contribuito a migliorare in modo significativo i collegamenti stradali dell’isola, garantendo assistenza e controllo anche nelle aree più remote.
🕰️ Origini sabaude: 1830, le strade ai cantonieri
Tutto ebbe inizio nel 1830, quando il governo sabaudo emanò un decreto fondamentale: la manutenzione delle strade venne affidata ufficialmente al Corpo dei Cantonieri. Da quel momento, la costruzione delle prime case cantoniere diventò una priorità, con l’obiettivo di fornire alla Sardegna infrastrutture stabili e funzionali. Questo provvedimento si rivelò decisivo per favorire il commercio, in una regione dove l’industria era ancora assente.
🛤️ Dallo Stato alla rete: l’evoluzione viaria
Successivamente, nel 1864, con il governo Lamarmora, venne approvata la classificazione delle strade: Nazionali, Provinciali, Comunali e Vicinali. Tuttavia, nonostante questi interventi, la Sardegna continuava a restare indietro rispetto ad altre regioni italiane. Soltanto nel 1903, grazie a un piano di cofinanziamento tra Stato, Province e Comuni, fu possibile realizzare collegamenti strategici con le stazioni ferroviarie e i principali porti, tra cui Cagliari, Olbia e Porto Torres.
🏛️ L’epoca fascista e il boom delle case cantoniere
Durante il ventennio fascista, lo Stato avviò in Sardegna un’intensa opera di costruzione stradale, con l’obiettivo di rafforzare l’economia e la presenza pubblica sul territorio. Di conseguenza, si costruirono decine di nuove case cantoniere, ognuna delle quali doveva coprire un raggio d’azione di circa 5 chilometri. In questo modo, i cantonieri e capocantonieri potevano operare in maniera capillare, garantendo una presenza costante sulle strade dell’isola.
👷 La vita del cantoniere
Di fatto, i cantonieri erano molto più di semplici manutentori: erano un presidio di sicurezza, un assistente ai viaggiatori, un lavoratore instancabile.
Tra i suoi obblighi:
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vivere il più vicino possibile al tratto di strada assegnato;
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accogliere viandanti e militari;
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tenere in ordine l’edificio e i terreni annessi;
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non abbandonare mai la strada, neppure in caso di maltempo.
Attrezzature obbligatorie del cantoniere
Ogni cantoniere doveva possedere e mantenere a proprie spese:
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badile, vanga, zappa, piccone;
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carriola, secchio, lanterna;
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corda, aste graduate, strumenti di misurazione;
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abbigliamento regolamentare;
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un libro con il Regolamento di servizio;
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una piastra di ottone da portare al braccio sinistro, con il nome della strada e il numero del cantone.
⚙️ Compiti del cantoniere
Il lavoro era fisicamente impegnativo e comprendeva:
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rimozione di fango, ghiaccio e frane;
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manutenzione di fossi, ponticelli e marciapiedi;
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livellamento delle strade e ricarichi di ghiaia;
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rimozione delle erbacce;
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soccorso gratuito ai viaggiatori in caso di difficoltà.
🏡 Architettura delle case cantoniere
Le case cantoniere ospitavano due famiglie; inoltre, erano dotate di androne centrale e giardino sul retro.
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piano terra (rimessa e garage),
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primo e secondo piano (abitazioni autonome),
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giardino e pollaio sul retro,
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androne vetrato centrale da cui si accedeva a tutti gli ambienti.
⌛ Il declino e le prospettive future delle Case cantoniere in Sardegna
A partire dalla modernizzazione, le case cantoniere hanno perso la loro funzione originaria.
Negli anni ’80 lo Stato iniziò a tagliare i costi di gestione, e molte strutture vennero abbandonate.
Oggi l’ANAS, proprietaria degli immobili, ha avviato un piano di valorizzazione: il 20% delle case sarà dismesso e ceduto, specialmente quelle in posizioni strategiche come Geremeas e Solanas.
Conclusione
Le case cantoniere in Sardegna raccontano una storia di lavoro, sacrificio e presenza territoriale capillare, in una regione difficile da percorrere e mantenere.
Alcune sono ancora lì, immerse nel paesaggio sardo, testimoni silenziose di un passato che merita di essere conosciuto e, forse, recuperato.
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