Fai buon viaggio Lenardu!
Un grande dolore mi ha avvolto quando ho saputo che tu sei andato via. Non sapevo che stessi male a tal punto e tutto ciò mi dispiace profondamente. Tu forse non lo sai, ma assieme a Riccardo sei stato uno dei miei eroi di bambino, di quando facevate le gare in salita tra Gonone e Dorgali a bordo delle vostre auto da corsa.
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Ricordo di averti conosciuto la prima volta a Dorgali, in via Lamarmora, quando vedetti la tua Lancia Beta Montecarlo rossa parcheggiata davanti alla tua rivendita di vestiario sportivo. Davanti quell’auto così straordinaria per il parco macchine dorgalese di allora, restai impietrito e chiesi a mio padre di aiutarmi a capire chi fosse il proprietario.
Le auto però che avevi usato in gara però erano state due:
- Autobianchi A112 Abarth bianca con librea a strisce blu e bianca e mascherina Elegant;
- Innocenti Mini Cooper 1.3. S colore verde scuro con tettuccio nero.
Auto da corsa che di fatto non lo erano, ma lo diventavano all’occorrenza quando a fine estate si presentava l’appuntamento con una tappa del Campionato Italiano in salita. Erano gli anni ’80 e di voi, chi era appena arrivato sulla terra, si sapeva solo per sentito dire. Di voi si annunciava quando passavate davanti al nostro posto a sedere: era un attimo ma per noi bambini che fantasticavamo sulla vostra esistenza era un’emozione unica.
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Pensare che quelle auto da tutti i giorni diventavano per una volta all’anno auto da corsa che sfrecciavano su per i tornanti de “Sa Picada” era un’esperienza unica: una dimostrazione di coraggio, di riscatto, di voglia di sprigionare energie giovanili, di spericolatezza e di passione. Passione per i motori, per la benzina, per il rombo che quei giocattolini a quattro ruote producevano con appositi aggiustamenti meccanici prima della gara.
Mi rimarranno impressi di te i racconti delle tue imprese, delle tue gare improvvisate con chiunque pur di accettare il confronto. La tua rivalità con Riccardo quando lui si presentava con la sua A 112 Abarth e tu con una rivoluzionaria Innocenti Mini Cooper 1.3: i confronti tra mezzi e piloti erano inevitabili. Come quella volta che hai sfidato uno dei primi Suzuki 600 (oggi chiameremo “naked”) e la tua Mini pur di tenerla attaccata alla ruota della giapponese hai rischiato di fonderla. Un pazzo! Sul piazzale della galleria sei arrivato sei secondi dopo ma con il cofano motore fumante. Grande!
Adesso che fai? Te ne vai? Te ne vai senza salutare? Senza dire niente? Te ne vai e ci lasci coi veri pazzi di questa modernità assurda?
Di te ci mancherà la tua presenza anche a Cala Gonone. Tu eri un’istituzione del commercio locale: il tuo negozio sempre aperto, tutti i giorni, anche d’inverno, era una compagnia insostituibile. Anche nei giorni di vento, quando non c’era nessuno per le strade, tu eri lì, aperto, che aspettavi i tuoi clienti. Ricordo che passavi il tempo a leggere giornali e compilare cruciverba davanti a una stufetta elettrica. Eri però sempre disponibile alla chiacchiera e ai racconti. Racconti che io ascoltavo con attenzione, perché la tua passione emergeva subito, sopratutto quando si parlava di motori. Adesso la tua rivendita è una serranda chiusa, abbassata. Che tristezza!
Non lo sò, sarà la nostalgia di quegli anni innocenti, sarà il profumo di benzina delle vostre auto alla sosta di partenza, ma quei tempi mi mancano terribilmente e so che non ritorneranno più. Per me che sono laico, posso solo sperare che ora tu sia lassù a continuare quelle gare con Riccardo. Mi mancate molto. Buon viaggio!!
Autore: Pierpaolo Spanu