Tibula è una delle località più enigmatiche della Sardegna romana: una città strategica situata nel punto più vicino alla Corsica, oggi identificata nei pressi di Santa Teresa di Gallura. Citata da fonti antiche come tappa fondamentale sulla via per Turris Libisonis (Porto Torres), Tibula fu un crocevia commerciale, militare e marittimo. Oggi non resta un vero centro urbano visibile, ma le testimonianze archeologiche disseminate nel territorio raccontano un passato intenso, fatto di traffici, approdi e collegamenti internazionali
📜 Origine del nome “Tibula”
L’origine del nome “Tibula” non è del tutto chiara e rimane oggetto di discussione tra gli studiosi.
Secondo alcune interpretazioni potrebbe trattarsi di un toponimo pre-romano, successivamente latinizzato, legato a un antico insediamento costiero o a un punto di approdo già frequentato prima dell’arrivo dei Romani.
Altre ipotesi, di carattere più linguistico che documentario, suggeriscono un possibile collegamento con radici mediterranee antiche associate a luoghi di passaggio o di confine, in riferimento alla posizione strategica di Tibula tra Sardegna e Corsica.
Ad oggi, tuttavia, nessuna etimologia è considerata definitiva e il nome continua ad aggiungere un alone di mistero alla storia dell’antica città romana.

Origini e storia della città romana di Tibula
Tibula compare nelle principali fonti geografiche dell’antichità:
Tolomeo, che la colloca nel nord della Sardegna;
l’Itinerarium Antonini, che la menziona come punto di partenza di importanti strade romane;
la Cosmografia ravennate, che la cita tra i centri costieri di maggiore rilievo.
Fondata probabilmente tra il II e il I secolo a.C., Tibula nacque come stazione navale e commerciale. La sua posizione strategica permetteva ai Romani di controllare l’accesso allo stretto delle Bocche di Bonifacio, favorendo i collegamenti con l’antica colonia corsa di Mariana. Inoltre fungeva da terminale delle vie interne che collegavano Gallura, Nurra e Logudoro ai grandi porti imperiali.
Un nodo strategico tra Sardegna e Corsica
L’importanza di Tibula non era solo militare, ma anche economica:
serviva come porto di transito per merci e approvvigionamenti diretti verso il nord dell’isola;
ospitava probabilmente un mansio, ovvero una stazione di sosta per funzionari, viaggiatori e corrieri romani;
costituiva un punto di dogana e controllo del traffico marittimo.
Le rotte tra Tibula e la Corsica erano così frequenti che l’area viene considerata uno dei punti più antichi di scambio culturale tra le due isole.
Dove si trovava esattamente Tibula? Le ipotesi degli studiosi
La localizzazione di Tibula è uno dei dibattiti più affascinanti della storia antica sarda. Le ipotesi principali sono:
Longosardo (Santa Teresa di Gallura) – l’ipotesi più accreditata
Secondo la maggior parte degli archeologi, la Tibula romana si trovava proprio nell’area di Longonsardo, dove oggi sorge Santa Teresa. I motivi:
presenza di un porto naturale protetto;
ritrovamenti di anfore, ceramiche e strutture murarie;
continuità storica dell’insediamento fino all’età medievale.
Capo Testa
Un’altra ipotesi identifica Tibula con l’area del promontorio di Capo Testa, che mostra tracce evidenti di:
cave romane di granito ancora oggi visibili;
un probabile insediamento di operai e militari;
moli e banchine di epoca romana.
Santa Reparata
Alcuni studiosi collocano Tibula nell’area di Santa Reparata, ricca di resti murari e reperti che attestano una frequentazione continua dal periodo nuragico a quello medievale.


Tibula e il sistema viario romano
L’Itinerario di Antonino descrive Tibula come punto di origine di tre importanti strade consolari che collegavano:
Turris Libisonis (Porto Torres)
Carbia e l’interno della Gallura
Olbia e la costa orientale
La città era quindi un terminale strategico dell’infrastruttura imperiale, che garantiva comunicazioni veloci tra il nord Sardegna e l’intero Mediterraneo occidentale.
Cosa resta oggi dell’antica Tibula
Sebbene non esista un’area archeologica unitaria, la memoria di Tibula sopravvive attraverso numerosi reperti sparsi nel territorio, tra cui:
materiali ceramici romani rinvenuti nel centro di Santa Teresa;
resti di strutture murarie interpretate come abitazioni o magazzini portuali;
cave romane a Capo Testa con segni di taglio perfettamente riconoscibili;
porzioni di antichi pontili e banchine;
monete, anfore e oggetti quotidiani conservati in vari musei galluresi.
Queste testimonianze confermano la presenza di un centro stabile, attivo e importante per tutto il periodo imperiale.


Un’eredità ancora viva dell’impronta romana
La moderna Santa Teresa sorge proprio su questo crocevia millenario. Le sue strade, il porto e la Torre di Longonsardo richiamano idealmente la funzione originaria dell’antica Tibula:
ponte naturale tra Sardegna e Corsica,
luogo di commercio e transito,
centro marittimo strategico nel Mediterraneo.
La storia romana del territorio è oggi valorizzata da percorsi turistici, visite guidate, pannelli informativi e iniziative culturali che collegano le radici antiche alla città moderna.
Non è un sito monumentale
Tibula non è un sito monumentale nel senso tradizionale, ma è un luogo simbolico straordinario: rappresenta la continuità storica del nord della Sardegna, il rapporto millenario con il mare e lo scambio tra le due isole sorelle del Mediterraneo. Gli studi continuano e nuove ricerche potrebbero un giorno rivelare la posizione esatta dell’antico centro romano.






































