Referendum sulla scelta della forma istituzionale dello Stato italiano
Scelta della forma istituzionale dello Stato italiano
Sulla base del decreto legge del 25 giugno 1944 – invocato dal Re d’Italia, Umberto di Savoia – il 16 marzo 1946, tramite decreto legislativo luogotenenziale, fu affidato a un referendum popolare la scelta della forma istituzionale dello Stato italiano.
La scelta fu concessa “al popolo italiano” che doveva pronunciarsi attraverso un suffragio universale diretto e segreto.
Le prime elezioni libere del dopoguerra
Il 2 giugno 1946 si svolsero in Italia le prime elezioni libere dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Le ultime si erano svolte nel 1924.
Territori eslcusi dal voto
Dal voto furono esclusi i cittadini – seppur a italiano a pieno titolo – delle provincie di Gorizia, di Trieste, di Pola, di Fiume, di Zara e di Bolzano.
Referendum e Elezioni
Gli elettori votarono in forma di referendum tra Monarchia e Repubblica e in forma di elezione i membri dell’Assemblea Costituente. Questi ultimi dovevano poi redigere la nuova carta costituzionale.
Il referendum popolare
Il referendum decretò la vittoria della Repubblica sulla Monarchia con il seguente verdetto numerico:
- 12.700.000 voti a favore della Repubblica
- 10.700.000 voti a favore della Monarchia.
Decadenza del re d’Italia
La mattina del 13 maggio 1946 il Consiglio dei Ministri dichiarò decaduto il Re d’Italia Umberto II di Savoia.
In conseguenza di questo verdetto referendario, nel pomeriggo dello stesso giorno, il Re e la sua famiglia, alle 16.10 lasciò l’Italia e si recò in esilio presso Lisbona, in Portogallo.
Il 25 giugno 1946 fu insediata anche l’Assemblea Costituente per la redazione della Carta Costituzionale. Presidente dell’Assemblea fu Giuseppe Saragat.