🏰 Cosa sono i Fortini Monoarma
I Fortini Monoarma sono strutture militari realizzate in calcestruzzo e laterizi durante la Seconda Guerra Mondiale, per volontà del Regno d’Italia. Queste costruzioni furono dislocate lungo le coste dell’isola con l’obiettivo di difendere il territorio da un possibile sbarco Alleato proveniente dal mare. Oggi ne sopravvivono decine, spesso in stato di abbandono ma ancora visibili in tratti isolati o strategici del litorale sardo.
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📌 Dati tecnici dei Fortini Monoarma e Pluriarma
- 🗓️ Anni di costruzione: 1942 – 1943
- 📍 Dislocazione:
- Maggiore concentrazione: Costa occidentale (da Porto Conte a Porto Paglia)
- Altre aree: Gallura (Palau, La Maddalena, Golfo Aranci, Olbia), Cagliaritano
- 🏗️ Materiali utilizzati: Calcestruzzo, laterizi, legno, ferro
- 👤 Personale ospitato:
- Monoarma: 1 soldato
- Pluriarma: 2 soldati
- 🔫 Armamento previsto:
- Fucile
- Fucile mitragliatore
- Mitragliatrice su treppiede
- Cannone anticarro 47/32
- 🌿 Tecniche di mimetizzazione:
- In prossimità di declivi costieri
- Vicino a nuraghi o torri spagnole
- All’interno di giardini privati o centri abitati
- Lungo le principali vie di comunicazione
- 🏥 Infrastrutture complementari: In pochi casi venivano realizzati locali di ricovero per feriti o deposito munizioni
📍 Fortini concentrati lungo la costa occidentale
I Fortini della Seconda Guerra Mondiale erano diffusi soprattutto lungo la costa occidentale della Sardegna, con una particolare concentrazione tra Oristano e Arborea. Questa zona era considerata ad alto rischio di sbarco, poiché si trovava in prossimità di due assi strategici fondamentali: la Strada Statale Carlo Felice e la ferrovia Cagliari–Macomer. La loro difesa era dunque cruciale per prevenire un’eventuale invasione via mare da parte delle forze alleate.
Fortini Monorama: piccoli e poco armati
I Fortini della costa sarda erano manufatti di piccole dimensioni, progettati per ospitare uno o due militari al massimo. Si trattava di postazioni rudimentali, spesso scavate o incastonate nel terreno, dotate solo di una mitragliatrice pesante o, nei casi migliori, di un piccolo cannone. La loro funzione era quella di sorvegliare la costa e di colpire a sorpresa eventuali truppe nemiche in avvicinamento, oppure attaccare imbarcazioni che si fossero spinte troppo vicino alla riva.

⚔️ Solo poche schermaglie, mai vere battaglie
Nonostante l’estesa presenza lungo le coste, i Fortini della Seconda Guerra Mondiale in Sardegna non furono mai realmente coinvolti in battaglie significative. Queste piccole strutture difensive, pur pensate per un’azione tattica di contenimento, erano inadeguate di fronte a un’invasione moderna come quella che gli Alleati avrebbero potuto mettere in atto tra il 1943 e il 1944. In realtà, furono testimoni soltanto di sporadiche schermaglie e non esistono documenti che attestino scontri rilevanti in prossimità di questi manufatti.
🏚️ Fortini Monorama: dimenticati e abbandonati
Oggi, a oltre ottant’anni dalla fine del conflitto, molti Fortini sardi sono stati distrutti per far spazio a nuove infrastrutture stradali o edilizie. Quelli rimasti, perlopiù ignorati dalle amministrazioni e dalla popolazione, versano in stato di degrado: invasi dalla vegetazione, vandalizzati o semplicemente dimenticati, rappresentano una memoria storica fragile che rischia di scomparire del tutto.

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✈️ La guerra aerea e le innovazioni del primo conflitto mondiale
La Prima Guerra Mondiale rappresentò una svolta epocale nella storia della guerra, segnando l’inizio della modernizzazione degli eserciti attraverso nuove tecnologie militari. Per la prima volta, i conflitti si combatterono anche in aria e sott’acqua: aerei da combattimento, sottomarini e armi chimiche entrarono in scena, modificando radicalmente le strategie belliche.
Tuttavia, le vere rivoluzioni sul campo furono due: il filo spinato e la mitragliatrice. Utilizzati nelle trincee, questi strumenti resero gli assalti della fanteria estremamente rischiosi. Il filo spinato rallentava l’avanzata, mentre la mitragliatrice – soprannominata “innaffiatoio del diavolo” – era in grado di falciare intere linee nemiche con una potenza di fuoco mai vista prima.
La mitragliatrice e il filo spinato rivoluzionano
la Prima Guerra Mondiale
🛡️ Fortini Monorama e Pluriarma
Durante la Seconda Guerra Mondiale, le coste della Sardegna occidentale – in particolare tra Oristano e Arborea – furono fortemente militarizzate con l’installazione di Postazioni di Difesa Costiera, comunemente denominate “Postazioni Circolari Monoarma” e “Postazioni Circolari Pluriarma”. Anche altri tratti costieri dell’isola, come quelli della Gallura, del Sarrabus e del Sulcis, furono in parte coinvolti da questo sistema difensivo.
Le Postazioni Monoarma erano progettate per ospitare una sola arma pesante (solitamente una mitragliatrice), mentre le Pluriarma integravano più sistemi offensivi all’interno della stessa struttura, offrendo maggiore capacità difensiva in caso di sbarco nemico.
⚠️ Il punto debole di Oristano
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il tratto costiero compreso tra Oristano e Arborea fu considerato uno dei punti strategicamente più vulnerabili della Sardegna. La sua vicinanza alla Strada Statale Carlo Felice e alla linea ferroviaria Cagliari–Macomer lo rendeva un potenziale corridoio privilegiato per un ipotetico sbarco nemico.
Per questo motivo, le autorità militari rafforzarono in modo significativo la linea difensiva, dislocando postazioni fortificate sia lungo la costa che in posizioni arretrate, strategicamente orientate al controllo delle vie di comunicazione interne.

🏰 La funzione delle torrette costiere
Le torrette difensive e i fortini costruiti lungo le coste della Sardegna durante la Seconda Guerra Mondiale avevano lo scopo di contrastare i cannoneggiamenti navali, ostacolare eventuali sbarchi nemici e sorprendere le truppe avversarie che fossero penetrate nell’entroterra.
Grazie alla loro mimetizzazione nel paesaggio e alla posizione strategica, queste strutture erano concepite per guadagnare tempo e frenare l’avanzata del nemico, in attesa dell’arrivo dei rinforzi provenienti dall’interno dell’isola.

Una strategia già sperimentata nel Sud Italia
Le torrette costiere e le postazioni difensive iniziarono ad essere costruite in Sardegna tra il 1942 e il 1943, ricalcando un modello già adottato nelle altre regioni del Mezzogiorno italiano. In particolare, erano già presenti lungo i litorali di Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, ritenuti a rischio di sbarco da parte degli Alleati.
Anche se oggi molte di queste strutture versano in stato di abbandono, è ancora possibile individuarle lungo le coste sarde, dove rappresentano una delle ultime testimonianze architettoniche della difesa costiera del periodo bellico.
Il lentischio sardo
fu un eccezionale alleato di copertura
🏠 Fortini Monoarma camuffati
Per aumentare il livello di mimetizzazione e sorprendere l’eventuale nemico, alcune torrette furono costruite con mattoni nelle pareti e tegole nei tetti, simulando l’aspetto di normali abitazioni civili. Esempi di questa soluzione si trovano ancora oggi nella zona di Santa Giusta.
Altre furono edificate in prossimità di siti archeologici, come nel Cirras, nei pressi del nuraghe Nuragheddu, oppure all’interno di giardini privati ad Arborea, località considerata ad alto rischio di sbarco, dove assunsero le sembianze di semplici ricoveri per attrezzi.
Una strategia particolarmente efficace fu la costruzione di fortini Monoarma accanto alle torri costiere spagnole, come la Torretta di Marceddì, che furono rinforzate e riportate in attività come parte integrante del sistema difensivo.

🛡️ Un sistema di difesa precario
Nonostante le buone intenzioni della politica difensiva, le postazioni Monoarma e Pluriarma costruite in Sardegna durante la Seconda Guerra Mondiale presentavano gravi limiti strutturali e operativi.
Le blindature erano deboli, e le postazioni potevano ospitare solo uno o due soldati, armati con fucili, fucili mitragliatori, mitragliatrici e, in rari casi, un cannone anticarro 47/32.
Le feritoie, spesso aperte e prive di protezioni, esponevano i militari al rischio di tiro d’accerchiamento, rendendo facile il disarmo della struttura. Inoltre, le postazioni dovevano essere dotate di porte metalliche, ma per ragioni economiche vennero spesso equipaggiate con semplici portoni in legno, poco resistenti agli attacchi.
⚔️ Fortini Monoarma: mai entrati in guerra
Nella pratica, queste strutture non furono mai protagoniste di reali battaglie. Non esistono documenti ufficiali che attestino scontri diretti in cui furono coinvolte postazioni Monoarma o Pluriarma.
L’unico indizio di possibile impiego bellico si trova nel Cirras, dove alcune torrette mostrano segni di mitragliatrice. Tuttavia, si tratta di episodi marginali, probabilmente legati al passaggio occasionale di velivoli Alleati a bassa quota, non a vere operazioni militari.
📍 Il tratto Oristano–Arborea: la zona più fortificata
Il punto più strategico della costa sarda era considerato il tratto Oristano–Arborea, per la vicinanza alla SS131 Carlo Felice e alla ferrovia Cagliari–Macomer.
In questa zona fu concentrata la maggior parte dei bunker, disposti sia lungo la costa per contrastare sbarchi, sia nell’entroterra per controllare le principali vie di comunicazione.
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