- Comune: Sorradile
- Origine del nome: “Serra de élighe” = serra di lecci
- Abitanti: 335 (cens. 2024)
- Nome abitanti: Sorradilesi
- Provincia: Oristano
- Subregione: Barigadu
- Economia: agricoltura, pastorizia, servizi
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Borgo Autentico d’Italia
Sorradile è il borgo autentico abbarbicato sui rilievi meridionali che delimitano il lago artificiale dell’Omodeo. Le origini di questo agglomerato sono antichissime, le cui tracce sono certificate già in epoca aragonese.
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Il confine con la barbaria
L’area di Sorradile fu abitata in epoca nuragica e prenuragica, come testimoniano le abbondanti presenze di nuraghi, domus de janas e tombe dei giganti in tutto il territorio circostante.

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Interessante infine il ruolo che l’antico villaggio pre-esistente ebbe durante la dominazione romana in Sardegna.
Il Barigadu era infatti considerata la terra di confine tra la parte dell’isola messa sotto controllo di Roma, detta “romania” e la parte rimasta parzialmente esclusa, la “barbaria”, ovvero la Barbagia.
Nel 1636 Sorradile entrò a far parte del feudo dei marchesi di Villasor e l’anno dopo furono avviati i lavori di rifacimento della facciata nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire.
Sorradile, visse come tutto il territorio, l’epoca feudale, in particolare tra il 1733 e il 1839, quando i Pes, ultimi feudatari, lo slegarono da questo sistema.
Autenticità del borgo
Sorradile è oggi un salotto a cielo aperto che ha mantenuto l’autenticità urbanistica e architettonica del passato.
In particolare le vie pavimentate del centro storico e buona parte degli edifici pubblici e privati, sono realizzati in trachite rossa che dona al paese eleganza, pulizia, calore e accoglienza degli spazi.

Cort’e susu e Cort’e josso
Con la trachite rossa sono rivestite le pavimentazioni delle vie principali che si arrampicano sulla parte alta (“Cort’e susu”) o che discendono verso quella bassa ( “Cort’e josso”). I due corpi del paese sono separati dalla strada provinciale (Corso Umberto).
Tutto il paese è praticamente una terrazza a cielo aperto sul Lago Omodeo, che è possibile ammirare quasi da ogni punto.
Grazie ad una vegetazione abbondante che ricopre le irregolarità morfologiche del territorio, da Sorradile è possibile ammirare un paesaggio rurale tra i più spettacolari della Sardegna.
La trachite di Fordongianus
La trachite (dal greco “trachys”, cioè ruvido, in riferimento alla struttura ruvida della roccia) è una pietra estratta da rocce effusive assai diffuse nel territorio sardo (Montiferru, Capo Ferrato), utilizzata per realizzare lastricati stradali, marciapiedi, rivestimenti o coperture di abitazioni private, edifici pubblici, opere di arredo urbano (fontane) o infrastrutture di servizi come abbeveratoi per animali o lavatoi comunali.

Chiesa di San Michele Arcangelo
Nella parte alta di Sorradile è possibile visitare la chiesa di San Michele Arcangelo, edificio il cui impianto risale a prima dell’anno Mille.

Romanico
L’impostazione attuale della chiesa è chiaramente di stampo romanico ed è dunque databile tra il 1400 e il 1600, come dimostra la parete di fondo del presbiterio che ospita una nicchia rinascimentale del 1700.
La chiesa di San Michele Arcangelo di Sorradile è realizzata in conci di trachite rossa, di pezzatura irregolare, distribuiti su tutti i lati.
Particolarmente ricercata la facciata con il tipico rosoncino ottagonale e il campanile a vela che lo sovrasta.
L’interno della chiesa è costituito da una navata unica, il tetto è strutturato con capriate in legno di recente ristrutturazione.
La chiesa di San Michele Arcangelo ha rivestito il ruolo di parrocchia fino alla costruzione della chiesa di San Sebastiano Martire, che invece, si trova nella parte bassa del paese.

Chiesa di San Sebastiano Martire
La Chiesa di San Sebastiano Martire è la chiesa parrocchiale di Sorradile. Si tratta di un edificio simbolo del paesaggio locale.
Filippo II per l’edilizia religiosa in Sardegna
Non vi sono date certe sulla data di prima edificazione della chiesa parrocchiale di Sorradile.
Secondo la studiosa Maria Rosaria Manca il piccolo centro del Barigadu probabilmente è stato inserito nell’intenso programma di edilizia religiosa messo in atto in Sardegna da Filippo II tra il 1580 e il 1586.
Il piano prevedeva la realizzazione di numerose chiese nei territori sardi e siciliani e Sorradile potrebbe essere stata inserita in questo progetto, comprendendo la realizzazione della chiesa di San Sebastiano Martire in una delle tappe.


Stile romanico ma non solo
Di questo edificio romanico, dove si fondono armonicamente anche altri filoni (gotico, rinascimentale, baroccio) l’elemento più caratterizzante è senz’altro la facciata che per la sua imponenza e bellezza fa spiccare i lineamenti della chiesa su tutto il paesaggio urbano e della vallata.
Il tratto centrale della facciata è dominato dal grande portale, sovrastato da un ampio timpano curvilineo spezzato ed è contornato da una cornice finemente modanata.
I conci per la realizzazione della chiesa furono estratti direttamente dalla vicina cava di “Pilusinu”, situata nella parte settentrionale dell’abitato.
Nel 1930 l’ingresso è stato rimpicciolito per ovviare ai pericoli di scardinamento dell’antico portale che in caso di mal funzionamento rischiava di cadere rovinosamente a terra.

Il santo che sconfisse la peste
L’omaggio al santo “Sebastiano” pare sia da ricondurre alla leggenda secondo cui egli avrebbe dato una svolta alla lotta contro l’epidemia di peste che nel 1652 colpì la Sardegna.
La disposizione della chiesa
La parrocchiale si San Sebastiano si trova su un doppio declivio.
La facciata principale, esposta a nord – ovest, gli altri tre lati della chiesa richiamano l’interno del tessuto edilizio urbano.
L’edificio attuale è il risultato di un totale rifacimento e ingrandimento di un precedente edificio che risaliva al 1100. Le tracce di questa antecedente struttura si trovano oggi in alcune parti delle mura della sagrestia e del presbiterio.
Elementi zoomorfi di epoca romanica
Gli elementi decorativi della chiesa sono di epoca romanica: quelli zoomorfi della parte antica del campanile; le protome leonine che si trovano nelle aperture laterali con arco inflesso ed esternamente alla chiesa e nella trabeazione del frontone semicircolare.
La fonte battesimale è la base ottagonale in trachite scanalata fu completata nel 1697 . L’acquasantiera anch’essa in trachite presenta raffigurazioni popolaresche.
Nel 1636 Sorradile entrò a far parte del feudo dei marchesi di Villasor e l’anno dopo furono avviati i lavori di rifacimento della facciata nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire.








