La Guerra civile nella Palestina mandataria del 1947-48, scoppiò tra ebrei e arabo-palestinesi a seguito dichiarazione dell’Onu che riconosceva la nascita dello Stato di Israele da ufficializzare dopo la fine del mandato britannico, il 15 maggio 1948.
La Guerra civile nella Palestina mandataria si svolse nel seguente periodo:
- dal 30 novembre 1947
- al 14 maggio 1948
A confrontarsi in questo conflitto furono:
- le comunità ebraiche
- gli arabi di Egitto, Transgiordania e Siria
La forza di interposizione britannica rimase neutrale nei conflitti tra i due popoli. Vi furono tuttavia episodi di alcuni soldati britannici disertori che si schierarono sia dalla parte ebraica che palestinese, partecipando in certi casi alle azioni più violente.
Le azioni “belliche” erano prevalentemente attentati, cecchinaggi, bombardamenti e incursioni.
I palestinesi furono organizzati in gruppi armati di guerriglia organizzati dalla Lega Araba. Gli ebrei invece rispondevano con organizzazioni paramilitari, di cui le più famose divennero l’Irgun, la Lehi, l’Yishuv e l’Haganah.
Durante questo periodo di guerra erano già conosciti da entrambi i popoli le future linee di confine dello Stato di Israele, pertanto, le forze israeliane puntarono sopratutto a cacciare le comunità palestinesi ancora stanziate all’interno di quel perimetro. Molti conflitti si svolsero lungo la strada che collegava Tel Aviv a Gerusalemme.
Durante questa guerra Transgiordania e gruppi paramilitari ebraici presero accordi affinché si ostacolasse la nascita dello Stato di Palestina. Questi accordi prevedevano che l’esercito arabo ammorbidisse le ostilità contro gli ebrei e alla Transgiordania la possibilità di ottenere nuovi territori al termine del conflitto a spese della Palestina.