Lo sdoganamento colloquiale dell’insulto “frocio” sembra essere una prassi ormai consolidata nel linguaggio di alcuni esponenti della Chiesa Cattolica, partendo da Papa Francesco e passando per Don Ambrogio Mazzai, sembra che l’uso di questa offesa per etichettare in modo dispregiativo ed offensivo chi ha un orientamento omosessuale possa decadere dalla categoria di insulto a quella di errore linguistico.
Nel frattempo, la discriminazione e la creazione di etichette sociali al fine di dividere e alterare la pacifica convivenza tra persone civili in una società moderna e democratica, potrebbe diventare una chimera finché anche autorevoli esponenti della più importante organizzazione politica di matrice religiosa come la Chiesa non smette di moraleggiare su cosa uno faccia sotto le lenzuola.