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Home » Approfondimenti » Geografia » Geografia fisica » Le Alpi

Le Alpi

GEOGRAFIA D'EUROPA

di Redazione
in Geografia fisica
Tempo di lettura: 7 minuti
Le Alpi

Ghiacciaio della Brenva sul Monte Bianco (Dariuz Borghigiano)

Le Alpi sono la catena montuosa che separa la penisola italica dal resto dell’Europa continentale. Si tratta di oltre mille chilometri di montagne che si estendono dalla Liguria all’Ungheria superando in ben 13 casi i 4 mila metri di altezza creando una barriera fisica in grado di diversificare le condizioni climatiche della penisola italiana rispetto al resto del continente europeo.

OROGENESI (= processo di formazione dei rilievi)
Le Alpi fanno parte, da un punto di vista orogenetico, della catena Alpino-Himalayana che, dalla Penisola Iberica in Europa si estende fino all’isola di Sumatra in Indonesia. La loro formazione è dovuta allo spostamento verso nord del continente africano che ha determinato tra l’altro la chiusura dell’oceano Tetide e la nascita del Mediterraneo.

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Origine del nome – La parola “alpe” è un lemma che nacque probabilmente dai primi popoli stanziali del versante occidentale, i Liguri, che la usarono per indicare la “montagna”. In epoca romana poi i Sabini ripresero il termine “alpe” per metterlo in associazione al colore bianco delle alte cime, sempre ricoperte di neve anche durante i periodi estivi.

L’area geografica specifica – Le Alpi sono la catena montuosa dell’Europa occidentale situata tra i territori della Francia, della Svizzera, del Liechtenstein, dell’Austria, della Slovenia, della Germania e dell’Ungheria. Le Alpi separano, nel tratto italiano, l’Europa continentale da quella mediterranea e hanno al loro interno le vette più alte dell’Europa Occidentale, come il Monte Bianco (4.809 m), il Monte Rosa (4634), il Dom (4545) e il Grossglockner (3798). 

Le prime popolazioni – Nella catena montuosa delle Alpi attualmente vivono complessivamente circa 14 milioni di persone, distribuite negli agglomerati che, come detto, si trovano in diversi paesi. Nonostante le diversità linguistiche delle nazioni di appartenenza, esiste tuttavia una comunanza tra le genti della montagna alpina legata alle tradizioni e al rapporto con la vita in altura. Le Alpi, a causa della severità del clima e delle asprezze dei territori, hanno cominciato ad essere colonizzate dall’uomo già 15 mila anni fa, al termine dell’ultima glaciazione. Del resto, fino ad allora, i ghiacciai rendevano impossibile qualsiasi insediamento: le prime palafitte sono state installate nella tarda preistoria, come testimonia l’uomo di Similaun (o di “Oetzi”).
In epoche successive (età del ferro) sono stati poi i Celti, i Veneti, gli Illiri, i Camuni e i Reti le tribù che hanno cominciato a colonizzare da più fronti le Alpi. Tra questi vi erano anche i Liguri che erano invece stanziali sulle Alpi occidentali e meridionali, fino a quando i loro territori non subirono l’avanzata dei Celti e furono costretti a spostarsi più verso il mare.

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Romani e Cartaginesi puntano alle vette – Mentre Celti e Liguri si contendevano le pendici occidentali della Alpi (attuale Piemonte), i Cartaginesi e i Romani, che già colonizzavano alcuni tratti di costa sul mediterraneo e la penisola italica centro meridionale, cominciarono a volgere lo sguardo verso nord, stabilendo le prime alleanze strategiche per aprire qualche breccia nei difficili territori di montagna: i Romani stabilirono contatti diplomatici e commerciali con i Galli e i Cartaginesi con i Liguri. Queste intese servirono da presupposto di alleanze durante la Seconda Guerra Punica quando i Cartaginesi si allearono con i Liguri ed ebbero via libera all’accesso verso la penisola italica varcando le Alpi dal colle del Moncenisio (la discesa di Annibale con l’esercito di elefanti) ed entrando in Val di Susa; mentre, i Romani, stipularono un’alleanza coi Galli e questo accordo fu la chiave per prendere il controllo della Gallia Cisalpina e trasformarla in fedele provincia romana.

I ROMANI PENSANO A OCCIDENTE MA SI SCOPRONO A EST

Tipico caruggio di La Turbie’

Dal 15 a.C. i Romani presero in mano le Alpi Occidentali come dimostra ancora oggi il Trofeo di Augusto, lo storico monumento della citta francese di La Turbie’; mentre in altre zone, come nell’attuale Valle d’Aosta, furono concessi ampi spazi di autonomia alle popolazioni locali. Si può dire dunque che le Alpi Occidentali divennero le “alpi” per antonomasia nella nomenclatura toponomastica romana, mentre quelle centro-orientali rimasero per lungo tempo trascurate. Una trascuratezza che però costerà cara ai Romani perché fu da quei varchi che trovarono libero accesso le più pericolose discese barbariche nella penisola italica.

LA TRASCURATEZZA MEDIEVALE
Da presidiata e frequentata zona di transito durante la vita di Roma antica, le Alpi (almeno per ciò che riguardava il versante occidentale, come detto) entrarono in stato di oblio durante il Medioevo, perché il feudalesimo concentrò le sue attenzioni sulle pianure, laddove si produceva agricoltura e si poteva fare peso specifico nel mantenimento del potere degli aristocratici sul resto della popolazione. Sulle Alpi invece, rimasero pochi abitanti, sempre sottomessi dai nobili locali, mentre le poche terre coltivabili o destinate all’allevamento venivano sfruttate da agricoltori o pastori nomadi.

AUTONOMIA IN DISCUSSIONE SOLO CON NAPOLEONE
Se dunque, durante il Medioevo, le Alpi non erano considerate economicamente appetibili, la loro importanza rimase tale sul piano militare, in quanto erano comunque regioni di confine e dunque sottoposte a presidi strategici. E’ da questi presidi che poi nacquero le tendenze autonomiste e indipendentiste che sfoceranno nella costituzione di veri e propri enti parastatali, come i cantoni svizzeri o gli écartons francesi ad esempio, che erano delle confederazioni tra piccole repubbliche sorte qua e là accomunate dalla convivenza in territori limitrofi (valli, fiumi). Questi episodi di autonomia e indipendentismo subirono una brusca interruzione durante il dominio napoleonico che portò lo Stato ad essere assoluto accentratore di ogni territorio in suo possesso. Dal ‘900 invece molte di quelle comunità alpine riacquistarono progressivamente la loro indipendenza anche facendo leva su elementi culturali, linguistici e tradizionali radicati, identitari e comuni rispetto ai territori cittadini e delle pianure.

GEOGRAFIA DELLE ALPI
Le Alpi, secondo la Convenzione della Partizione delle Alpi, presentata nel 1924 al 9° Congresso Geografico Italiano e ufficializzata due anni dopo, si estendono dal Colle di Cadibona, presso la Bocchetta di Altare (provincia di Savona) a Ovest, che è il valico che separa convenzionalmente le Alpi dagli Appennini, al Passo di Vrata (Croazia). Questo arco montuoso ha una lunghezza complessiva di 1300 chilometri; una larghezza massima di 250 chilometri e una minima di 120.

Bocchetta di Altare: monumento eretto dal Comitato Alpino dove le Alpi cedono il passo agli Appennini.

LE PREALPI
Al comprensorio delle Alpi vengono convenzionalmente associate anche le Prealpi, che sono dei rilievi periferici, di altezza minore.

LE MONTAGNE PIU’ ALTI DELLE ALPI
La catena montuosa delle Alpi comprende le vette più alte dell’Europa occidentale. Le cime più interessanti dal punto di vista altimetrico variano dai 4808 metri del Monte Bianco (territorio di Francia e Italia) ai 3537 del Rocciamelone (territorio d’Italia). In mezzo ci sono 13 montagne che superano i 4 mila metri e 14 che superano i 3500. Tra esse ricordiamo le cime più alte delle Alpi che sono:

  1. Il Monte Bianco, 4808 metri (Italia e Francia)
  2. Il Monte Rosa, 4634 metri (Italia e Svizzera)
  3. Il Monte Don, 4545 metri (Svizzera)

Altre cime italiane:

  • Il Monte Cervino, 4478 metri (Italia e Svizzera)
  • Il Monte Gran Paradiso, 4061 metri (Italia)
  • Il Monte Monviso, 3841 metri (Italia)
Capanna Vallot (4356 mt) a 450 metri dalla cima del Monte Bianco. Foto: Francofranco56

**L’Osservatorio Vallot, un laboratorio fu costruito nel 1890

LA TRIPARTIZIONE DELLE ALPI
La complessità della catena montuosa delle Alpi rende difficile un’opinione comune anche tra gli studiosi più attendibili circa la suddivisione per micro-aree. Le Alpi, secondo quanto indicato dalla didattica tradizionale italiana vengono suddivise in tre grossi blocchi:

  • le Alpi Occidentali;
  • le Alpi Centrali;
  • le Alpi Orientali.

Le Alpi Occidentali comprendono:

  • le Alpi Marittime;
  • le Alpi Cozie;
  • le Alpi di Provenza;
  • le Prealpi di Provenza;
  • le Alpi del Delfinato;
  • le Prealpi del Delfinato;
  • le Prealpi di Savoia;
  • le Alpi Graie.

Le Alpi Centrali comprendono:

  • le Alpi Pennine;
  • le Alpi Lepontine;
  • le Alpi Retiche;
  • le Alpi Bernesi;
  • le Alpi Glaronesi;
  • le Prealpi Svizzere;
  • le Alpi Bavaresi;
  • le Prealpi Lombarde.
Monti Mia e Matajur, Prealpi Giulie, foto Petar 43

Le Alpi Orientali comprendono:

  • le Alpi Orientali;
  • le Alpi Noriche;
  • le Dolomiti;
  • le Alpi Carniche;
  • le Alpi Giulie;
  • le Caravanche;
  • le Alpi Salisburghesi;
  • le Alpi austriache;
  • le Prealpi di Stiria;
  • le Prealpi Venete;
  • il Carso.
Foce del Timavo ai piedi del Carso

GEOGRAFIA FISICA DELLE ALPI 

Tag: AustriaCarsoCartaginesiCeltiCervinoCongresso Geografico ItalianoDolomitiFranciaGermaniaGran ParadisoLiechtensteinLiguriMonte BiancoMonte RosaPrealpiRomaniSloveniaSvizzeraUngheria
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