Il cestino di asfodelo di Flussio è uno dei simboli più autentici della tradizione artigianale sarda. Questo piccolo centro della Planargia, in provincia di Oristano, ha fatto della lavorazione dell’asfodelo (iscraria in sardo) un’arte riconosciuta a livello regionale e nazionale. I cestini intrecciati a mano raccontano storie di vita quotidiana, lavoro nei campi e creatività tramandata di generazione in generazione.
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L’asfodelo: pianta e materia prima
L’asfodelo è una pianta spontanea tipica della Sardegna, che cresce nelle campagne e fiorisce tra aprile e maggio, regalando distese di fiori bianchi. Dopo la fioritura, i fusti vengono raccolti, essiccati e lavorati, diventando il materiale principale per la creazione dei cestini.
La raccolta e la preparazione richiedono attenzione: i gambi vanno tagliati, messi ad asciugare al sole e poi ammorbiditi con acqua per renderli adatti all’intreccio.

Tecnica di intreccio
Il cestino di Flussio si distingue per una tecnica di intreccio fine e compatta, che garantisce resistenza e durabilità.
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La base è generalmente rotonda o ovale.
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Le pareti vengono costruite intrecciando con regolarità i fili di asfodelo.
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Le decorazioni, spesso geometriche o floreali, vengono ottenute variando l’intreccio e aggiungendo fili colorati o stoffe.
Il risultato è un oggetto leggero ma robusto, che in passato veniva utilizzato per conservare pane, formaggi, olive o piccoli utensili.

Un’arte legata alla vita quotidiana
Il cestino di asfodelo non è solo un manufatto artigianale: è un elemento della memoria storica del paese. Ogni famiglia possedeva cestini di diverse dimensioni, indispensabili per la vita domestica e agricola. Con il tempo, questi oggetti hanno assunto anche un valore estetico e simbolico, diventando doni preziosi e souvenir ricercati.
Flussio, paese dei cestini
Flussio è oggi conosciuto come il “paese dei cestini”. Passeggiando per le sue vie, si possono incontrare botteghe e laboratori artigiani che mantengono viva questa tradizione. Le donne del paese, in particolare, hanno tramandato l’arte dell’intreccio, custodendo segreti e tecniche che rendono ogni cestino un pezzo unico.
Ogni anno, la produzione dei cestini si lega alle celebrazioni locali e agli eventi dedicati all’artigianato, valorizzando un sapere che rappresenta un patrimonio culturale immateriale della Sardegna.
Riconoscimenti e valorizzazione
Il cestino di asfodelo di Flussio è oggi promosso attraverso manifestazioni culturali, fiere dell’artigianato e percorsi turistici legati alle tradizioni locali. È considerato un esempio di artigianato identitario che unisce funzionalità, estetica e memoria storica.
Molti cestini sono oggi esposti nei musei etnografici della Sardegna e fanno parte di collezioni private, confermando l’importanza di questa tradizione non solo come oggetto d’uso, ma anche come opera d’arte popolare.


Il Museo dell’Asfodelo di Flussio
Dal 5 gennaio 2015, nei locali dell’ex Casa Comunale di Flussio, lungo via Nazionale, è attivo il Museo dell’Asfodelo. L’allestimento, curato dall’archeologo sunese Pier Tonio Pinna, valorizza l’antica arte dell’intreccio, raccontando la storia e le funzioni dei cestini tradizionali sardi.
Tra i manufatti più rappresentativi esposti figurano le colbes e i canisteddos, elementi immancabili nel corredo domestico di un tempo, utilizzati soprattutto nella lavorazione della farina e nei processi di panificazione.
Oggi i cestini in asfodelo di Flussio vivono una nuova stagione di riconoscimento culturale. Nonostante la crisi produttiva causata anche dalle “bonifiche” che hanno portato alla distruzione di interi campi di asfodelo, questi manufatti restano tra i pezzi più apprezzati dell’artigianato sardo autentico, al pari delle ceramiche e delle celebri coltellerie isolane. Sono sempre più ricercati da appassionati, collezionisti e visitatori, sia nelle botteghe artigiane che nelle rivendite diffuse in tutta la Sardegna.
- Museo dell’Asfodelo, via Nazionale, 43. Telefono: 0785/34805.
- Guarda anche il Museo diffuso dell’Asfodelo di Flussio sul sito del Touring Club
