L’ampliamento e la fortificazione di città o la costruzione di nuovi agglomerati di grosse dimensioni era, per l’Impero Islamico, un aspetto molto rilevante per il consolidamento della politica espansionistica.
La città infatti, per la sua caratteristica di essere una concentrazione di tante persone in un unico luogo che assumeva un significato identitario e comunitario specifico, attraverso il legame col territorio, attraverso lo sviluppo di vita sociale e soprattutto religiosa comune (attraverso la costruzione di numerose moschee e altri luoghi di culto) consentiva di veicolare con maggiore efficacia la cultura islamica e radicarla tra gli individui che si dovevano identificare con essa. La città insomma, venne vista, fin da subito dall’Islam come uno strumento efficace ed efficiente per indottrinare le popolazioni; tenerle sotto controllo politico ed economico e consolidare l’egemonia culturale e identitaria del proprio messaggi.
La religione e la città diventano quindi nell’Islam un binomio inscindibile che si doveva legare all’altro elemento, quello di sviluppo economico dei territori.
La città occupò dunque nella società e nella cultura dell’Islam medievale una posizione preminente. Le conquiste arabe infatti si accompagnarono, ove non esisteva una densa urbanizzazione, alla creazione di città nuove.
Le città più importanti dell’impero musulmano furono da Ovest a Est:
- Cordova – Spagna
- Fez – Marocco
- Marrakesh – Marocco
- Palermo – Sicilia
- Il Cairo – Egitto
- Damasco – Siria
- Bagdad – Iraq
- La Mecca – Arabia Saudita
- Medina – Arabia Saudita
- Samarcanda – Uzbekistan
Durante quest’epoca alcune città antiche, come Damasco o Cordova, raggiunsero dimensioni mai avute in precedenza. Per gli Arabi, come per i Greci e per i Romani, la città furono la base del potere.
Nei confronti di un’Europa nella quale, a quel tempo, solo alcune città superavano i diecimila abitanti, il mondo musulmano poteva ben presto vantare di avere un considerevole numero di vere città e alcuni agglomerati divenuti ben presto giganteschi, come ad esempio città di nuova creazione come Bagdad o Il Cairo.
Secondo la concezione musulmana sono due gli elementi fondamentali per la costruzione di una città: una grande moschea e dei mercati.
DA EMPORI A CITTA’
A gettare le basi di prosperità di una città, l’elemento chiave è sicuramente l’economia. Le città islamiche come quelle coloniali successive o quelle imperiali romane precedenti o ancora le città stato greche, nascono come luogo in si verificano delle compravendite tra genti.
Ecco allora che nell’Impero Islamico pellicce, sete, spezie e ori diventano i migliori prodotti esportati da Samarcanda.
Bagdad nell’Impero Islamico assume il centro del mondo arabo perché diventa un centro d’affari e di commercio in cui tutti i popoli del mondo vi trovano un quartiere. Trovandosi sulle due rive del Tigri e dell’Eufrate, Baghdad vede affluire prodotti commerciali e viveri per via terra e via fluviale.
Palermo invece, la città mediterranea che si trova in riva al mare, tra monti alti e massicci che la circondano; con la sua riviera ridente e soleggiata si apre naturalmente al commercio e prospera anche grazie alla qualità delle risorse interne e del territorio, così ricco di terre coltivabili e acqua che già nella città scorre proveniente dalle numerose sorgenti.
Il Cairo sviluppa ben presto la sua urbanistica in altezza, con la costruzione di case alte e minareti. Tra le vie del centro invece nascono mercati e bazar di ogni bene proveniente da sud, dal cuore dell’Africa; da est e da ovest lungo il deserto che dalle coste marocchine arriva fino all’Arabia; da nord attraverso l’ormai storico porto di Alessandria. Banane e uve sono in abbondanza nei banconi e costano poco. Ma arriva continuamente frutta pure dalla Siria e dalla Sicilia, vi affluisce gente dall’Iraq e dall’Occidente.
Il mercato di Fez è centro di incontro tra migliaia di mercanti. Dall’Africa sud sahariana affluiscono sale, oro, schiavi, avorio; da Cordova giungono tessuti, argento, rame.
CORDOVA
La geografia – Il Califfato di Cordova era l’amministrazione territoriale islamica che governò dal 929 al 1031 d.C. la porzione centromeridionale della penisola iberica (compreso l’odierno Portogallo) fino allo Stretto di Gibilterra includendo sotto il suo dominio pure i territori immediati in terra d’Africa ai confini col Maghreb.
Ai tempi delle grandi conquiste arabe nel Mediterraneo – 632/850 – Cordova era una delle più importanti città dell’Impero Musulmano: era infatti il più grande centro urbano di matrice araba presente sul continente europeo e il cuore pulsante del versante centro-occidentale dell’impero.
L’economia – L’economia di Cordova era basata sulle capacità imprenditoriali, commerciali e artigianali dei suoi abitanti, nonché su di un’agricoltura che già figurava tra le più rilevanti e moderne d’Europa. Il Califfato iberico aveva un peso economico tale da riuscire a produrre una propria moneta – la moneta d’oro di Cordova – con cui poteva realizzare delle vigorose attività finanziarie.
Grazie alla sua variegata economia Cordova divenne ben presto una città densamente abitata, raggiungendo al suo apice una popolazione di 450 mila abitanti, in linea con la politica urbano-centrica della tradizione musulmana, la quale vedeva nelle grandi aggregazioni cittadine le più efficaci espressioni della propria politica imperiale. Oltre a Cordova, il territorio del Califfo annoverava pure altre città fondamentali della sua provincia, come Saragozza, Toledo e Valencia.
La cultura – Cordova a fianco al volano economico-finanziario fu anche un interessantissimo centro culturale, con a disposizione una biblioteca di oltre 400 mila volumi; sede di centri di ricerca in ambito linguistico, dove si svolgevano tra le altre cose le traduzioni dei testi dell’Antica Grecia in arabo che furono poi riscoperte dagli europei alla riconquista cristiana della penisola iberica. Il valore di quelle traduzioni sarà poi fondamentale per la cultura europea che riconobbe nell’antichità classica il primo vero germoglio dell’identità occidentale. Senza le traduzioni arabe queste identità non sarebbero state riconosciute e sarebbero probabilmente scomparse.
Altri ambiti culturali in cui i musulmani impressero una notevole spinta verso la modernità europea e non solo, furono quello filosofico, medico, matematico e astronomico. Tra i più grandi esponenti della cultura iberica islamica vi fu sicuramente infatti Averroè che, traducendo in arabo la Storia dell’Ebraismo e di Aristotele, scavò il solco che porterà Tommaso d’Aquino a fondere la cristianità con la filosofia aristotelica.
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FEZ
La città marocchina di Fez o Fes (فاس in arabo e Fas in berbero) è stata uno dei più importanti crocevia del primo impero islamico (632-850 d.C.) che raccordava gli scambi commerciali e culturali tra l’Europa e il Nord Africa per dare poi continuità, via terra, verso est sul resto dell’Africa mediterranea fino alla penisola arabica e al Medio Oriente.
La città venne fondata da antiche famiglie arabo andaluse nel 789 sulla riva destra del fiume Wadi Fās (da qui l’origine del nome) e poi si sviluppò con le successive dinastie anche su quella sinistra. I due insediamenti per due secoli rimasero distinti amministrativamente, con ognuno una propria vita economica e sociale. In seguito, con il passaggio di mano al Califfato di Cordova sotto la dinastia degli Almoravidi, all’unione degli abitati entro un’unica cinta muraria.
Fez durante la sua storia islamica non raggiunse mai il ruolo di capitale assoluta del territorio, anche perché subì il peso della rivalità con la vicina Marrakesh, sebbene, alla fine del 1100, con i suoi 200 mila abitanti, divenne una delle città più popolose del Medioevo.
L’antico centro arabo-andaluso di Fez, durante il primo islamismo, fu un importante luogo di scambi commerciali che divennero assai intensi quando l’impero raggiunse il massimo splendore. Tra le sue labirintiche vie si svolsero dei vivaci mercati cittadini dove arrivavano prodotti dall’Europa e dall’Africa subsahariana, come cuoio, metalli e legno. Accanto all’economia mercantile la città si sviluppò pure con un’intensa realizzazione di moschee e minareti, alcune delle quali divennero centri di studio, come la Moschea al-Qarawiyyīn che è ancora oggi sede della più antica università islamica, nonché di una biblioteca dove venivano custoditi gli antichi testi coranici. Le istituzioni politiche invece avevano sede in grandi palazzi, come il Palazzo reale, che potevano articolarsi in comprensori all’interno dei quali si trovavano edifici, cortili e giardini che si estendevano per diverse decine di ettari.
MARRAKESH
Marrakech (in arabo: مراكش, Murrākuš; in berbero : ⵎⵕⵕⴰⴽⵛ, Meṛṛakec) è una città araba del Marocco che si trova nell’attuale regione di Marrakech-Safi e nacque sulle orme di un antico insediamento berbero del neolitico per poi diventare, nel 1062, la città imperiale per eccellenza sotto il dominio di Abu Bakr ibn Omar, erede degli Almoravidi. Qui vennero edificate numerose scuole coraniche, moschee e altri vari edifici di chiara ispirazione andalusa ma costruite prevalentemente con materiale di risulta proveniente dagli scavi locali. Il caratteristico colore rosso e ocra dei mattoni realizzati con l’arenaria trovata sul posto determinerà l’appellativo alla città di “città rossa“.
Marrakech, grazie alla sua posizione geografica era un centro d’incontro di varie tratte, quelle provenienti da ovest, dalla costa atlantica, distante solo 150 chilometri; quelle provenienti dal sud, dal cuore dell’Africa Sub-Sahariana e quelle provenienti dal nord, dalle montagne della catena atlantica. L’ubicazione della città riprendeva dunque lo scopo di crocevia commerciale e di interscambio culturale e religioso come dovevano sempre essere le città di fondazione islamica.
La città visse un breve periodo di declino durante l’ascesa della città di Fes, poi nel 1500 riprese la sua centralità. Ciò avvenne grazie ai generosi contributi economici dei ricchi sultani che trasformarono l’agglomerato in vera e propria capitale. Poi con la dominazione francese Marrakech assurse al ruolo di capoluogo del protettorato che mantenne fino al 1956 quando il Marocco divenne una monarchia libera e indipendente.
Oggi Marrakech col più grande mercato berbero del mondo, dove tra le altre cose si vendono gli spettacolari tappeti berberi, è una delle città più importanti dell’Africa.
PALERMO
Nell’831 l’antica città fenicia di Palermo fu espugnata ai Bizantini dagli Arabi che avevano iniziato a invadere la Sicilia solo tre anni prima. Sotto il dominio musulmano Palermo divenne capitale vera e propria, strappando il testimone a Siracusa che lo era stata fin dal primo insediamento greco.
Con l’arrivo dei musulmani in Sicilia il baricentro economico e culturale dell’isola si spostò dunque dal versante sud-orientale, messo sotto l’influenza greca già ai tempi della Magna Grecia, a quello nord-occidentale.
La Palermo islamica fu tale dal 632 all’850 ed ebbe un ruolo centrale nell’assetto geopolitico del Mediterraneo orientale ormai quasi tutto messo sotto controllo dell’impero islamico. La città, per svolgere questo ruolo fu subito dotata delle principali strutture burocratiche necessarie all’amministrazione regionale dei territori, rafforzò il suo peso di centro commerciale e accrebbe ulteriormente il numero dei propri cittadini, passando da poche decine di migliaia della età antica ai 200 mila abitanti nel 948 per poi diventare una delle città più urbanizzate del Medioevo.
Conquistare la Sicilia per puntare all’Europa – La conquista di Palermo fu per gli islamici il coronamento di un progetto espansionistico nel Mediterraneo perché la centralità geografica della Sicilia nonché le sue appetibili risorse territoriali non potevano essere lasciate in mano ad altre potenze se si voleva controllare il bacino. Inoltre, l’isola, rappresentava il trampolino di lancio verso la conquista della penisola italiana e da lì poi proseguire nel cuore del continente europeo. Tutto ciò sebbene il progetto di espansione nell’Europa centro-settentrionale non verrà mai raggiunto.
Gli arabi impiegheranno quasi due secoli (la prima incursione avvenne nel 652) per conquistare la Sicilia ma nonostante la fama di abili saccheggiatori, una volta insediatisi seppero creare una società prospera e tollerante. Palermo in tal senso divenne il paradigma di questa grandiosità: accanto alla creazione di oltre 300 moschee infatti venne dato spazio pacifico alla presenza di altre vocazioni, come quella ebrea e quella musulmana.
Due secoli di islam – La Palermo islamica fu dunque sede di un emirato di rilievo all’interno dal quale però si generarono lotte intestine tra potentati locali che portarono all’inesorabile logoramento e alla definitiva conquista normanna. In poco più di due secoli tuttavia gli arabi fecero in tempo costruire un centro urbano con tutte le dotazioni civili di una città moderna e all’avanguardia per quel tempo, come l’ammodernamento della rete idrica, attraverso la creazione di nuovi canali sotterranei che si estesero ben oltre la periferia della città. Inoltre, fu messa a regime la produzione agricola, anche grazie alle eccezionali doti produttive del territorio, che consentì, tra le altre cose, l’introduzione degli agrumi, del cotone e del papiro. Nel frattempo, per dare sfogo commerciale a queste intense attività agricole venne potenziato il porto (trascurato invece dai greci) all’interno del quale vennero realizzati magazzini di stoccaggio. Infine fu avviata una politica di igienizzazione pubblica attraverso la pavimentazione delle strade così da ottimizzare anche la circolazione dei traffici. In questo modo Palermo divenne una città mercato a cielo aperto, con la nascita di vari mercati rionali che da allora si manterranno in vita fino ai giorni moderni. Nel frattempo venne potenziato il sistema difensivo con il consolidamento delle vecchie installazioni e la creazione di una città esterna (al-Halisah), con funzione di avamposto difensivo da terra.
IL CARIO
Il Cairo, in arabo al-Qāhira, è la megalopoli fondata durante l’espansionismo dell’impero islamico dal generale ragusano Jawhar al-Siqilli che in quell’area, sulle rive interne del Nilo, dette inizio all’impero fatimide. I Fatimidi scalarono in breve le posizioni di dominio nelle gerarchie familiari dell’Impero islamico, entrando in rivalsa con gli Abbasidi di Baghdad e gli Omayyadi di Cordova, anche grazie al fatto che riuscirono a conquistare tutto l’Egitto e gran parte della Siria.
La Terra dei Faraoni venne sottratta agli Ikshishidi che governavano lì su mandato proprio degli Abbasidi di Baghdad. La prima grande città egiziana ad essere conquistata da Jawhar al-Siqilli fu Alessandria, seguì il 6 giugno del 969, quella di al-Fustat. Lo stesso giorno Jawhar al-Siqilli fondò Il Cairo dove eresse il suo castello dando il via al cambiamento di quella che un tempo era solo una città residenziale per sé e il suo esercito in capitale simbolo del dominio arabo in nord Africa. Tra i primi elementi identitari islamici che vennero realizzati a Il Cairo vi fu la costruzione della prima moschea, nel 972 e di un’università che divenne fulcro della propaganda sciita-ismailita. Dopo di che il generale fece poi costruire il Palazzo dell’Est sede dell’amministrazione territoriale.
Crocevia tra Asia e Africa – Il Cairo, grazie alla sua posizione geografica sita nelle vicinanze di confine tra i due continenti Africa e Asia, si conquistò un posto di notevole interesse commerciale. Essa fu l’emblema della conquista islamica dell’Egitto sebbene l’operazione avvenne con relativa facilità rispetto ad altri territori, in quanto l’assetto di controllo politico degli antichi faraoni aveva ormai perso da secoli la sua forza e dopo il passaggio di consegne dagli antichi romani ai bizantini il territorio perse definitivamente la capacità di difesa.
L’Egitto infatti, prima dell’arrivo degli Arabi, era parte dell’Impero bizantino (o Impero Romano d’Oriente) con la sua popolazione divisa tra cristiani duofisti e monofisti: i primi credevano che in Gesù vi fossero due nature, una umana e una divina; i secondi, secondo cui le due nature erano fuse in una sola. Gli Arabi entrarono per la prima volta in Egitto come invasori nel 639 con un esercito di 4 mila soldati: la porta d’ingresso fu la Palestina. La resistenza bizantina durò un anno circa e nel 640 fu definitivamente domata nella Battaglia di Eliopoli. L’avanzata araba procedette poi verso Alessandria che cadde facilmente grazie a un compromesso con le autorità cittadine. Seguirono ancora cinque anni con nuovi tentativi di sbarco bizantini prima che l’Egitto entrasse saldamente in mano araba. Dominazione che rimase fino al 1517.
Sotto la dominazione araba Il Cairo divenne una capitale a tutti gli effetti, affiancandosi a quella già consacratasi da secoli di Alessandria. La prima sviluppò un’economia legata ai traffici terrestri, la seconda consolidò la visibilità sul Mediterraneo orientale. Per l’importanza che detenne Il Cairo venne protetta con apposite mura (oggi scomparse totalmente); si arricchì di aree di scambio commerciale quali piazze e strade dove si realizzavano i mercati; di centri di culto come moschee alcune delle quali sono ancora oggi in piedi e in funzione; seguirono la costruzione di tombe, madrase, magioni e caravanserragli.
I momenti storici più importanti dell’Antico Egitto:
- Faraoni: dal 3100 a.C. al 332 a.C.
- Alessandro Magno (dominio greco): dal 332 a.C. al 323 a.C.
- Egitto tolemaico: dal 305 a.C. al 30 a.C.
- Egitto romano: dal 29 a.C. al 303 d.C.
- Egitto cristiano (dominio bizantino): dal 303 d.C. al 641 d.C.
- Arabi: dal 639 d.C. al 1517 d.C.
DAMASCO
La città, oggi capitale della Siria, ha origine semitica e cadde in mano agli Arabi nel 634 dopo essere stata un grosso centro commerciale e strategico-militare sotto il dominio bizantino. I Bizantini tra il 602 e il 628, entrarono in conflitto coi Persiani per il comando della Siria e della Penisola Anatolica. Questi continui confronti militari logorarono la stabilità del controllo territoriale e per gli Arabi la conquista della città fu relativamente facile.
Gli Arabi sotto l’autorità del Profeta Maometto raggiunsero una propria compattezza e tale unitarietà si consolidò poi sotto il successore, il califfo Abu Bakr, artefice del primo espansionismo islamico oltre la penisola arabica: che avvenne prima in Iraq e poi proprio in Siria. Dopo una penetrazione su quattro fronti nel territorio bizantino, nel luglio dello stesso anno, Damasco fu messa sotto assedio e fagocitata.
La città resistette a lungo grazie a un sistema difensivo di tutto rispetto, come una muraglia alta 11 metri, larga 800 e lunga oltre un chilometro e mezzo. Gli arabi la tennero sotto scacco per alcuni mesi interrompendo i rifornimenti. L’esercito bizantino, in istanza ad Antiochia dove alloggiava temporaneamente l’imperatore Eraclio, mandò un grosso contingente per liberare Damasco ma l’esito dello scontro coi musulmani fu la rotta. La capitolazione della città alla fine avvenne attraverso un accordo tra invasi e invasori e aprì agli Arabi la strada verso la conquista dell’intero territorio siriano.
Damasco, entrata sotto il dominio musulmano, sebbene avesse ancora la maggior parte della popolazione di religione cristiana venne progressivamente islamizzata attraverso l’imposizione della lingua e della cultura araba. Nel frattempo consolidò la sua economia basata sul commercio e raggiunse l’apice durante il Califfato Ummayade (661-750) per poi eclissarsi parzialmente con l’ascesa di Baghdad sotto al Califfato Abbaside.
GERUSALEMME
L’area dove sorge oggi la città di Gerusalemme dopo le vicende preistoriche che la vide luogo di transito e di sosta di tribù nomadi già nell’Età della Pietra, fu conquistata ai danni del clan dei Gebusei dal re degli Ebrei David che la trasformò nella capitale del suo regno, costruendovi la sua reggia e cingendola di nuove mura perimetrali che potessero difenderla da nuovi tentativi di conquista.
L’arrivo degli Arabi in città – La nuova dominazione ebraica tuttavia non ebbe vita pacifica nei secoli di espansione del primo impero islamico che, nel 637, la prese di mira con un assedio. Era il preludio all’arabizzazione della Siria ai danni dell’Impero bizantino. Dopo sei mesi di presidio ai bordi della città, gli ebrei si arresero ai nuovi invasori venuti dalla penisola arabica, dando corpo alla stabilizzazione araba nella Palestina fino alla Prima Crociata del secondo XI secolo.
Tolleranza musulmana – La dominazione araba tuttavia non fu mai schiacciante sulla tradizione religiosa ebraica, in quanto venne consentito ai dominati di coltivare liberamente il proprio credo. Ciò avvenne dunque diversamente rispetto alle dominazioni straniere precedenti, come quella Romana, Persiana e Bizantina che furono più volte caratterizzate per diversi momenti di intolleranza religiosa verso gli ebrei, sottoposti a cacciate, a repressioni e a massacri. La conquista araba di Gerusalemme fece da trampolino di lancio verso il dominio non solo della Siria ma anche dell’Egitto.
BAGHDAD
Baghdad è stata fondata dal califfo Al-Mansur, il secondo califfo della dinastia Abbaside, nel 762 sulle rovine di un antico villaggio persiano che si affacciava proprio sulle rive del fiume Tigri. Ai tempi del primo Impero Musulmano (622-750) la città divenne centro nevralgico dell’Asia sud-occidentale concorrendo per il primato con la più antica Damasco e la vicina Sāmarrā, situata sulla riva orientale del Tigri a un centinaio di chilometri di distanza da Baghdad.
A quei tempi Baghdad era una città cosmopolita dove, accanto ai cittadini di religione musulmana, si trovavano anche ebrei, cristiani e zoroastriani. Fino alla conquista mongola del 1258, Baghdad mantenne la sua centralità culturale, simbolica e commerciale. Denominata nel frattempo la “Città Rotonda” per via della muraglia circolare che perimetrava il palazzo e le pertinenze califfali, il fondatore portò la futura capitale del moderno Iraq a diventare centro commerciale di assoluto rilievo nella cosiddetta “epoca d’oro islamica” registrando, sin dalla sua nascita, un repentino aumento della popolazione, in gran parte proveniente dalla vicina Persia, al punto che fu la prima città dell’Impero a raggiungere il milione di abitanti, arrivando ad estendersi per circa 7 mila ettari, un territorio cinque volte superiore alla già nota Costantinopoli.
Oltre agli affari a Baghdad si svolgeva anche una capillare vita religiosa, tanto che vennero costruite centinaia di moschee, tra cui la moschea Abū Ḥanīfa (985) proprio sul luogo di sepoltura del giurista e teologo Abū Ḥanīfa, in piena età abbaside. Baghdad dunque oltre ad essere sede di un fiorente mercato interterritoriale divenne anche centro islamico di rilievo.
All’epoca imperiale risale pure la prima massiccia dotazione della città di numerosi “Hammam” (se ne arrivarono a contare oltre 10 mila), ovvero centri termali che riprendevano la funzionalità dei “bagno turchi” conosciuti in Siria e dei più antichi bagni romani.
A dare ulteriore idealizzazione a questi luoghi fu la raccolta di novelle “Le mille e una notte” ambientata proprio a Baghdad, in cui la principessa Sherazade trascorreva le notti raccontando storie passionali al sultano, tra cui, quella secondo cui tutte le città per essere complete dovevano avere il loro hammam.
Gli hammam erano dei luoghi destinati all’igiene personale e al benessere del corpo: il visitatore infatti si immergeva in un percorso fatto di varie piscine d’acqua a diverse temperature che servivano a stimolare la circolazione sanguigna. Gli hammam erano inoltre erano luoghi di aggregazione sociale, culturale e di contrattazioni commerciali tra uomini d’affari che, usufruendo di un diversivo salutistico potevano sbrigare anche interessanti faccende di lavoro.
LA MECCA
La Mecca è la città santa per i Musulmani che precede, per importanza storica e simbolica, le altre due capitali del mondo islamico, Medina e Gerusalemme. Secondo la tradizione infatti è qui che sarebbe nato Maometto, il “rifondatore” dell’Islam.
A pochi chilometri della Mecca si trova la collina di Jabal al Nur (tradotta: “La montagna di Luce”) dove, secondo l’Islam, si trova la caverna in cui il profeta Maometto ebbe la prima rivelazione dall’arcangelo Gabriele. Questa rivelazione, o messaggio, sarebbe riportata nei primi cinque versi della Sura del Corano.
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Prima dell’avvento dell’islamismo la città della Mecca era nota col nome di Macoraba (Tolomeo) ed era già un importante centro commerciale (mawsim) dove si svolgevano conflitti tra tribù locali per la sua contesa. In questo sito infatti avveniva l’incontro di due carovane provenienti da direzioni opposte: una da nord, dal centro di Gaza e una da sud, dall’oasi di Najran. Le carovane, che si muovevano in sella a dromedari e asini, percorrevano la via del Hijaz (leggi qui) e nel sito, dove ora si trova il cuore della città della Mecca, precisamente presso il santuario della Kaʿba. Qui facevano la sosta per far abbeverare gli animali e rifocillare i viandanti.
MEDINA
SAMARCANDA
Samarcanda era, ai tempi dell’invasione islamica, una fiorente citta persiana che, usufruendo della sua eccezionale posizione geografica, era diventata crocevia di scambi commerciali tra Europa, Africa, Medio Oriente ed Estremo Orientale asiatico (India, Thailandia, Cina, Mongolia, Giappone).
Tra il VII° e il VIII° secolo la città entrò sotto il dominio islamico che arrivò a mettere sotto controllo tutta la regione della Transoxiana, nel cuore dell’Asia centrale.
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Gli Arabi, dopo decenni di scontri con la popolazione dei Trgesh e dei Göktürk, nel 732 riuscirono finalmente ad avviare anche a Samarcanda un controllato processo di islamizzazione che portò alla costruzione di numerose moschee alcune delle quali ancora in piedi e alla diffusione della lingua araba imposta soprattutto nei rituali liturgici. I nuovi padroni tuttavia lasciarono una certa libertà espressiva alle altre culture favorendo in questo modo una pacifica convivenza e una proficua integrazione che fece da sfondo alla già fervida vivacità commerciale.
Tra le moschee più interessanti erette durante l’epoca islamica a Samarcanda vi fu senz’altro quella di Bibi Khanum, caratterizzata per il gigantesco ingresso di oltre 35 metri d’altezza, la moschea di Hoja-Nisbatdor e la moschea di Hazrat-Hizr.
A dare corpo alla vita economica della città come detto, per via della sua posizione geografica, vi fu prima di tutto il settore degli scambi commerciali, formatosi in epoca persiana ma che ben si adattava alla già consolidata cultura mercantilistica araba. Gli scambi di merci tra Estremo Oriente, Medio Oriente, Africa ed Europa si celebravano nei classici bazar come ad esempio il Grande bazaar Siyob che si estendeva alle spalle della moschea di Bibi Khanum che riprendeva quello di Chorsu della città di Tashkent, che già si trovava nei pressi della Madrasa Kukeldash.
I bazar erano il vero centro della città. Posti ai bordi di importanti snodi stradali si effettuavano vendite sia al minuto che all’ingrosso, ma erano anche luoghi di incontro e di integrazione sociale e culturale.