Il castello di Sassari è la fortezza aragonese costruita intorno al 1330 e rappresentò per lungo tempo i soprusi e la violenza degli invasori sui sassaresi. Nel 1535 divenne sede unica dell’Inquisizione in Sardegna e in epoca sabauda fu trasformata in caserma dell’Esercito Regio, per poi, nel 1877, essere demolito con l’uso della dinamite, il nuovo e costoso esplosivo che fu pagato a rate dagli stessi sassaresi per cancellare definitivamente quel simbolo del potere straniero in terra sarda.
IL CASTELLO DURANTE LA DOMINAZIONE SPAGNOLA
L’esigenza di costruire un maniero alla periferia della città , fu la risposta degli aragonesi alle continue ribellioni dei sassaresi, ormai intolleranti nel subire l’asfissiante pressione fiscale e la nota prepotenza dei dominatori. Il castello divenne subito sede del presidio armato e sottoposto alla direzione del governatore che ne amministrava tutte le complesse funzioni.
LA STRUTTURA
Il Castello di Sassari era un’enorme fortezza di forma trapezoidale che presentava ai cinque angoli altrettante torri e una sesta posta al centro della facciata d’ingresso, resa ancor più intimorente dalla pietra viva con cui era stata costruita. Davanti al maniero fu costruito anche un fossato, profondo dai sei ai nove metri dove erano posti dei piloni in legno con l’estremità appuntita rivolta verso l’alto: questa dotazione serviva a uccidere chi ci cadeva dentro nel tentativo di raggiungere e scavalcare le mura circondariali. Nel corso dei secoli questa misura difensiva fu rafforzata fino a divenire un barbacane, ovvero una ulteriore struttura difensiva posta antemura che serviva da protezione aggiuntiva rispetto al muro di cinta o alla fortezza vera e propria. Il barbacane ospitava al suo interno anche altri percorsi sotterranei e bocche di fuoco rivolte verso il centro abitato. Quest’ultima parte del castello è quella oggetto dei più recenti scavi archeologici. Le mura inoltre erano dotate di fessure destinate a ospitare le bocche dei cannoni.
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LA CONVERSIONE IN PUNTO DI MORTE
Una delle più tragiche funzioni del castello di Sassari era quella di ospitare l’unica sede sarda del Tribunale dell’Inquisizione. Molte aree del maniero vennero quindi destinate a carceri dove venivano rinchiusi i detenuti in attesa della pena capitale. Le scoperte archeologiche del 2008 hanno riportato alla luce i basso rilievi scavati sulle pareti di pietra all’interno delle celle. Queste espressioni rappresentavano spesso caratteri religiosi interpretati come un ultimo grido di aiuto dei condannati che, in punto di morte, supplicavano la grazia dimostrando anche la loro conversione.
LA DEMOLIZIONE
Il Castello di Sassari rimase una struttura operativa e perfettamente funzionante fino all’epoca sabauda, ma a più riprese e in tempi diversi fu progressivamente demolita. Una prima trance di smantellamenti fu necessaria per fare posto alla caserma Lamarmora, che ora ospita la fanteria meccanizzata dell’Esercito Italiano Brigata Sassari, poco dopo, nel 1877 si decise di radere quasi al suolo il resto della fortezza, facendo uso della dinamite, perché rappresentava la triste storia di Sassari piegata dalla dominazione aragonese. Furono così i Savoia che decisero, con l’appoggio della Sinistra Liberale al governo del consiglio comunale, di abbattere l’antica costruzione e di far posto alle nuove piazze e ai portici che dettero alla città , assieme alla costruzione dei primi grattacieli della Sardegna (12 e 20 piani) in pieno ‘900, un tono più moderno e metropolitano.
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LA RISCOPERTA DEL 2008
L’abbattimento, tuttavia, non fu completo, perché la parte bassa rimase custodita dalle polveri al di sotto dell’omonima piazza, fino a quando gli scavi del 2008 e 2009 non portarono alla luce i basamenti delle mura interne. Dal quadro, ormai chiaro, che i ricercatori sono riusciti a costruire su ciò che rimane del Castello di Sassari, risulta che sotto il livello stradale siano ancora presenti diversi metri di fortificazione, soprattutto dov’è situato il barbacane.
IL RIPRISTINO IN VISTA DELL’APERTURA AL PUBBLICO
Nel 2008 furono svolti i più importanti scavi archeologici che interessarono la piazza Castello. Le ricerche hanno portato alla luce una parte del piano terra, il portale d’ingresso, il fossato del XV secolo individuato sotto il giardino della piazza Castello. A queste prime scoperte seguirono due anni più tardi i lavori di consolidamento del fossato di piazza Cavallino de Honestis, reso anch’esso visitabile dall’interno della fortezza.
VISITARE IL CASTELLO
Oggi ciò che resta del Castello di Sassari è comodamente visitabile accedendo all’area degli scavi che si trova nell’omonima piazza. La parte visitabile è quella relativa al bastione del XVI secolo, il cosiddetto “antemurale”, dove si possono ammirare usufruendo dell’eccellente servizio guida, di diversi metri di corridoi, articolati su due piani. Le gallerie sotterranee sono state messe in sicurezza e rese fruibili anche mediante apposite luci. L’inaugurazione dell’area archeologica è avvenuta nel dicembre 2011.
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INFORMAZIONI TURISTICHE
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Piazza Castello, Sassari Visita guidata:
- Martedì 10.00 – 13.00
- Dal mercoledì al sabato 10.00 – 13.00 / 16.30 – 19.30
- Domenica 10.00 – 13.00
- Chiuso il lunedì e festivi
Visita guidata solo su prenotazione per gruppi e scolaresche
- Visite ogni 30 minuti per max 12 persone
Telefono: +39 3312389208