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Home » Cultura » Monte d’Accoddi

Monte d’Accoddi

SASSARI

di Redazione
in Cultura
Tempo di lettura: 5 minuti
Monte d'Accoddi

Monte d’Accoddi (o Akkoddi) è il sito archeologico della cultura prenuragica denominata “Abealzu-Filigosa“ che si trova al centro di un territorio pieno di altri monumenti preistorici, tra cui: Spina Santa, Ponte Secco, Li Lioni, Su Jaiu, Marinaru, Sant’Ambrogio, le necropoli di Su Crucifissu Mannu e i menhir di Frades Muros.Dal punto di vista costruttivo, Monte d’Accoddi, è una struttura unica in Europa e nel Mediterraneo ma potrebbe avere analogie morfologiche con i lontani ziqqurat mesopotamici, ovvero le piattaforme cultuali sovrapposte ancora oggi presenti in Iran e nel Turkmenistan.

Dove si trova:

  • Monte d’Accoddi si trova nel territorio comunale di Sassari (Str. Vicinale Ponte Secco, Ottava, Sassari), a pochi passi dalla città . Ci si arriva percorrendo la vecchia Statale 131 in direzione Porto Torres per circa 40′, e invertire il senso di marcia alla rotonda, dopo di che svoltare nella stradina che si apre sulla destra. L’ambiente attorno è ben curato, con parcheggi, area pedonale e servizio di visite guidate. Google Maps

PRIMA PIATTAFORMA: IL TEMPIO ROSSO
Monte d’Accoddi avrebbe origini che risalirebbero alla seconda metà del IV° millennio a.C. . Prima vi si insediarono genti della Cultura di Ozieri che costruirono la piattaforma quadrata a tronco di piramide alta poco più di 5 metri e nominata “Tempio Rosso” perché le mura erano state colorate di giallo rossiccio, giallo e nero. Ad essa si accedeva tramite una scala dove venne eretto un grande vano rettangolare (12,50 m x 7,20 m), orientato a sud.

SECONDA PIATTAFORMA: IL TEMPIO A GRADONI
In epoca successiva (III° millennio a.C.) questo primo insediamento venne abbandonato, forse a causa di un incendio e subì, intorno al 2.800 a.C. un considerevole sotterramento di terra, pietre e polvere calcarea, che servì da supporto a una seconda piattaforma di 36 metri x 29, alta fino a 10. La stessa, era accessibile solo con la rampa di oltre 40 metri che era stata costruita sopra quella precedente. Questo santuario è stato denominato “Tempio a Gradoni” per la presenza dei gradoni perimetrali che contornano la struttura. La nuova morfologia, attribuita alla cultura di Abealzu-Filigosa, già richiama i complessi ziqqurat mesopotamici che sono proprio risalenti a quest’epoca e dunque paiono contemporanei a ciò che avveniva nella Nurra in Sardegna. Anche la funzione, prettamente religiosa, del Tempio a Gradoni indica un’analogia funzionale tutt’altro che casuale, sebbene al momento non esistano prove certe di collegamenti tra le due civiltà .

  • LEGGI ANCHE: BASILICA DI SACCARGIA 

NEGLI ANNI ’50 I PRIMI SCAVI PER DAR LAVORO AI SARDI DEL DOPOGUERRA
Monte d’Accoddi rimase nello stato di oblio fino al 1952, quando la Regione Sardegna riaprì numerosi cantieri archeologici per ridare fiato all’occupazione, così messa in crisi dal recente conflitto mondiale. Barumini, Nora e Monte d’Accoddi furono i primi siti archeologici ad essere nuovamente ripristinati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. I lavori furono affidati alla direzione di Ercole Contu, giovane archeologo che in un primo momento definì il cumulo di 7 metri sotto cui era custodito Monte d’Accoddi, “la rovina di un nuraghe”. Gli scavi furono fatti a più riprese: 1952-59; 1979-90 e 2000-01. Vennero così alla luce la costruzione, un menhir, una parte del villaggio e vari altri elementi, tra cui due tavole d’offerta. Seguirono le scoperte delle necropoli e il restauro che portò alla restituzione dell’intero monumento alla collettività .

DESCRIZIONE
Il complesso di Monte d’Accoddi si compone essenzialmente di tre parti:

  • L’altare
  • Il villaggio
  • La necropoli

L’altare – L’altare ha una terrazza tronco-piramidale con rampa d’accesso e muratura esterna a filari irregolari, realizzata con blocchi di calcare. Sulla terrazza si trova poi il sacello rettangolare ancora in parte pavimentato e col muro perimetrale. L’altare è sovrapposto ad uno preesistente che stava al centro di un villaggio di capanne. Le culture che si succedono sono quella di San Ciriaco (3.400 a.C.) e quella di Ozieri (3.200 a.C.). L’altare preesistente ha subito un incendio nel 2.800 a.C. e quello attuale che si può contemplare è quello sostitutivo.

Il villaggio – Attorno all’altare, vi sta il villaggio, con le capanne intonacate e costruite con mattoni crudi e canne. I tetti erano di frasche e all’interno vi erano i focolari di forma rettangolare. Tra le capanne vi era pure quella dello stregone, che era posizionata sull’angolo della terrazza e disponeva di più ambienti.

La necropoli – La necropoli, composta di 8 ipogei decorati, si trova invece a 500 metri dall’altare, sulla parete calcarea affacciata lungo il rio d’Ottava.

Informazioni Turistiche:
MUSEO G.A.Sanna ingresso e visita guidata

Dal martedì al sabato

Novembre – Marzo

  • -9.00 – 14.00

Aprile – Maggio- Settembre – Ottobre

  • -9.00 – 18.00

Giugno – Agosto

  • -9.00 – 19.00

Domenica

  • -9.00 – 14.00

Chiuso lunedì e festivi

Visite ogni ora per max 30 persone

  • 39 3348074449

Ingresso all’area archeologica: gratuito

È disponibile il servizio di visita guidata secondo le seguenti tariffe:

  • -Biglietto intero € 3,00
  • -Biglietto ridotto € 2,00
  • -Scolaresche € 1,50

Biglietto ridotto: studenti dai 6 ai 25 anni, gruppi minimo 10 persone.

Biglietto gratuito: al di sotto dei 6 anni e oltre 65 anni, guide turistiche ed insegnanti accompagnatori, disabili e accompagnatore.

Per info

  • Telefono, + 39. 334.807.44.49

N.B. Si consiglia di prendere contatto con gli operatori presenti sul sito prima della visita. I giorni e gli orari di apertura, dal momento che la gestione non è di pertinenza diretta della Soprintendenza, possono essere soggetti a variazioni.

Tag: CulturaCultura di OzieriNord SardegnaNuraghiNuragiciPopoli del MareSassareseSassari
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