- Fortezza o residenza turistica ante litteram?
Posada è oggi un centro turistico di fama internazionale, grazie anche ai continui riconoscimenti di Legambiente e del Touring club, che assegnano al suo litorale il titolo di più bello d’Italia. Il paese si presenta come un tranquillissimo centro alle porte della Baronia, con un aspetto urbanistico e architettonico stupefacente. La cura degli spazi, la pulizia, l’accoglienza della popolazione verso i turisti e gli straniere in generale, rendono Posada, un posto eccezionale dove trascorrere una vacanza serena e appagante, sotto tutti i punti di vista: naturalistico, culturale e gastronomico. A cominciare dalla visita al Castello della Fava.
LA RESIDENZA DEI GIUDICI
Il Castello della Fava di Posada è uno dei meglio conservati esempi di architettura militare presenti lungo la costa orientale della Sardegna. Si tratta di una fortificazione costruita nel XIII secolo quando Posada era sede di residenza dei Giudici Galluresi e, sporadicamente, vi soggiornò anche Eleonora d’Arborea. Quello che oggi è infatti un piccolo paese di appena 3 mila abitanti, durante il medioevo, era invece un importante centro di confine, spesso al centro di accese lotte per la sua dominazione. Il castello tuttavia non ebbe una storia militare particolarmente interessante, la sua collocazione, definita poco difendibile da molti studiosi di tattica militare medievale, fa supporre che fosse costruito come sede residenziale turistica ante litteram.
A POSADA IL PRIMO SEQUESTRO DI PERSONA
A SCOPO ESTORSIVO
Quando nel 1410 Arborea, l’ultimo giudicato di Sardegna, cadde definitivamente nelle mani degli aragonesi, Posada venne infeudata dalla Casa di Aragona ai Carroz, conti di Mandas e Terranova (1431), che la elevarono formalmente al rango di Baronia (sebbene lo fosse già
territorialmente, da circa un secolo) ed organizzata come capoluogo di quel raggruppamento dei villaggi di Torpè, Siniscola, Lodè. L’importanza di Posada rimase solo formale e nel corso degli anni successivi visse un progressivo stato di abbandono, da parte degli stessi governanti tanto che nel 1623, a seguito degli innumerevoli episodi di anarchia e delinquenza (tra cui il primo sequestro di persona a scopo estorsivo della storia di Sardegna nel 1477) costrinse il Consiglio del Real Patrimonio d’Aragona a sequestrare il feudo al legittimo titolare, Michele Portugues, responsabile di non aver organizzato alcun sistema difensivo, riscattandone il territorio e destituendolo del titolo.
TORPÈ ANNIENTATA DALLA PESTE
Al banditismo e all’incuria si aggiunse il fatto che l’area costiera della Baronia rimase oggetto di intense incursioni saracene (spesso tunisini ed algerini) e barbare che portarono la popolazione a un progressivo indebolimento, tanto che nel 1681, registrò un duplice attacco di peste e malaria che decimò la popolazione (Torpé fu addirittura annientata). Seguirono secoli di anonimato storico, i posadini nel Settecento erano diventati solo pagatori di tasse e fornitori di truppe per eserciti esterni. Nel 1860 infine, la Baronia di Posada fu l’ultimo feudo della Sardegna ad essere riscattato dagli ultimi dominatori. Trascorso il Settecento quasi esclusivamente nella duplice funzione di pagatrice di tasse e di fornitrice di truppe per eserciti esterni, la Baronia di Posada sarebbe poi stata l’ultimo feudo ad essere riscattato dai Savoia, intorno al 1860, l’ultimo ostacolo alla composizione del Regno d’Italia.
L’ORIGINE DEL NOME “CASTELLO DELLA FAVA”
La denominazione di castello ”della fava”, pare venga da una leggenda del 1300 secondo cui, una flotta di Turchi, sbarcò sulla costa e pose sotto assedio la città nell’intento di conquistarla per fame. Nel tentativo di ingannare gli invasori, i posadini, fecero mangiare l’ultima manciata di fave rimaste a un piccione, ferendolo leggermente; questo durante il volo cadde nell’accampamento dei Turchi, rivelando lo stomaco pieno di fave ed inducendo gli assedianti a sovrastimare le risorse alimentari degli isolani. Fu così che i Turchi, convinti di non avere nessuna speranza, tolsero l’assedio e lasciarono le coste dell’isola.
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L’ARCHITETTURA DEL CASTELLO DELLA FAVA
Il castello di Posada, è stato realizzato usando conci poco lavorati di pietrame di varia composizione. Presenta attorno una cinta muraria quadrangolare all’interno della quale si trovano una torre a pianta quadrata, con coronamento merlato, e una serie di cisterne.
IL PANORAMA SULLA VALLE DI POSADA
Dal castello di Posada è possibile ammirare un paesaggio di notevole bellezza, la valle di Posada. Si tratta di una piana ottenuta per sedimentazione alluvionale alle foci del Rio Posada, che si articola in vari tronconi e lascia posto a numerosi stagni e impaludamenti, che ospitano rarità botaniche e faunistiche di notevole interesse naturalistico. L’area si è difesa naturalmente dall’aggressione antropica, già nel dopoguerra, quando la disinfezione antimalarica effettuata dalla Fondazione Rockefeller in esecuzione del noto piano Marshall, non ha lasciato tracce evidenti del suo passaggio, non essendosi reperiti residui contaminanti (DDT) ad una verifica esperita pochi anni addietro. Il patrimonio faunistico della valle di Posada può oggi contare sulla costante presenza di varie specie assai rare e interessanti, come la tartaruga d’acqua dolce, il cavaliere d’Italia e il pollo sultano, che nidifica proprio in alcuni luoghi del delta del fiume Posada, e il maestoso falco di palude riconoscibile da una macchia bianca sul capo. A mare invece, a fare da padrone, sono le lunghe e incontaminate spiagge che si estendono, intervallate da spettacolari scogliere, per circa 20 chilometri fino a punta di Orvile (Santa Lucia, Siniscola). Il litorale è stato più volte premiato per la sua bellezza e la sua incontaminatezza, tanto che nel 2014 ha vinto, assieme al Golfo di Orosei, il titolo di più bello d’Italia.
LEGAMBIENTE LA NOMINA LA PIÙ BELLA D’ITALIA
A Posada, Legambiente e il Touring club italiano, anche nell’estate 2014, hanno assegnato il riconoscimento delle Vele blu (premiate pure Baunei e Bosa), premio che ha rivitalizzato il sentimento ecologista della popolazione che già negli anni ’90 aveva intravisto la possibilità di realizzare sul territorio un parco fluviale. Ipotesi poi abbandonata a favore di una politica di espansione immobiliare, superiore alle reali necessità ricettive e con risultati al limite della tollerabilità ecologica che hanno fatto dubitare sulla validità della scelta. Oggi, la Guida Blu di Legambiente e del Touring club è diventata una bussola che orienta i turisti sulle mete da visitare. Le località premiate con le 5 vele rappresentano così l’eccellenza dei distretti costieri che vanno preservati per averne un sicuro valore economico.
- PER INFO: Pro Loco Posada, tel. 0784 870500





