Il Giudicato di Cagliari (Caralis) fu uno dei quattro stati giudicali della Sardegna medievale. Con capitale a Santa Igia, governò la Sardegna meridionale dal IX secolo fino al 1258, anno in cui venne smantellato in seguito alla conquista da parte dei Pisani.
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📜 Riassunto: Giudicato di Caralis
- 📍 Estensione: circa 8.226 km² nel sud della Sardegna, fino ai confini con Arborea e Ogliastra.
- 🏛 Capitale: Santa Igia, città di origine fenicia presso lo Stagno di Santa Gilla (Cagliari).
- 💧 Risorse naturali: ricca di fiumi (Cixerri, Flumendosa, Flumini Mannu), aree umide e miniere nell’Iglesiente.
- ⛰ Territorio: includeva Campidano, Sulcis, Sarrabus, parte del Gennargentu.
- ⚔️ Caduta: nel 1258 fu sconfitto da Pisa con l’appoggio di Arborea e Gallura.
- 🗺 Divisione post-conquista:
- – Campidano → Arborea
- – Ogliastra → Gallura
- – Sulcis → Della Gherardesca
- – Cagliari (Castel di Castro) → Pisa
- 📅 Periodo: IX secolo – 1258, parte dell’Era dei Giudicati sardi nel pieno Medioevo.
Il Giudicato di Caralis fu uno dei quattro regni autonomi della Sardegna medievale: ricco di risorse e cultura, cadde sotto il dominio pisano nel 1258.
L’Era dei Giudicati sardi
L’Era dei Giudicati in Sardegna è il periodo storico compreso tra la fine del dominio bizantino e l’inizio del controllo aragonese e spagnolo, indicativamente tra il 1000 e il 1420. Si tratta di una fase centrale del Medioevo sardo, in cui l’isola visse un’esperienza di autonomia politico-amministrativa unica nel contesto europeo.
Dopo la caduta della Sicilia in mano araba, la Sardegna interruppe i contatti con Bisanzio e fu costretta a difendersi da sola dalle incursioni saracene. In questa cornice, i Sardi riorganizzarono i propri territori, dando vita ai giudicati, veri e propri stati sovrani. L’amministrazione si ispirava in parte all’eredità bizantina, reinterpretata in chiave locale, con influenze culturali che richiamano anche lo spirito comunitario dell’età nuragica.
Questa nuova struttura politica fu pensata soprattutto per garantire una risposta efficace alle minacce esterne, ma anche per rafforzare l’identità interna, prima che l’isola tornasse ad essere contesa tra potenze esterne come Pisa, Genova, Aragona e infine la Spagna.
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La difesa della Sardegna dagli arabi-musulmani fu complessivamente efficace: l’isola non cadde mai sotto il dominio saraceno. Gli attacchi arabi si limitarono a brevi incursioni sulle coste, che causarono danni a città come Caralis, Sulcis, Gallura e Oristano, ma non portarono mai a un’occupazione permanente del territorio.
Durante questo periodo di isolamento politico, dovuto alla rottura dei rapporti con Bisanzio, la Chiesa latina iniziò a rafforzare la propria presenza nell’isola. Al tempo stesso, nelle regioni settentrionali come Gallura, Anglona e Logudoro, si manifestarono le prime influenze carolinge, pisane e genovesi, veicolate dai rapporti con la Corsica e la Toscana.
L’Era dei Giudicati fu quindi un periodo di relativa indipendenza per la Sardegna, che approfittò della crisi dei grandi poteri mediterranei ed europei per strutturarsi internamente, evitando – almeno inizialmente – influenze condizionanti dall’esterno.
Nonostante ciò, i giudicati entrarono presto in conflitto tra loro. Nati da una comune matrice bizantina e aristocratica, svilupparono nel tempo una propria autonomia e identità politica, sfociando in lotte intestine per il controllo del territorio e il prestigio dinastico.
Questa fase storica terminò nel 1420, con la caduta del Giudicato di Arborea – l’ultimo a resistere – nelle mani degli Aragonesi, che completarono così l’assoggettamento dell’intera isola.
Nel frattempo, anche altre potenze come Genova, Pisa e la Chiesa romana avevano già esercitato interferenze economiche, politiche e culturali, contribuendo a indebolire gradualmente l’equilibrio interno dei giudicati.
🏰 I quattro Giudicati Sardi
Durante il Medioevo, la Sardegna fu divisa in quattro giudicati, veri e propri stati sovrani indipendenti, ciascuno guidato da un giudice (iudex) con poteri assimilabili a quelli di un re:
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Giudicato di Caralis – Capitale: Santa Igia
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Giudicato di Torres (Logudoro) – Capitale: Ardara
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Giudicato di Arborea – Capitale: Oristano
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Giudicato di Gallura – Capitale: Civita (Olbia)

🏰 Giudicato di Caralis
Il potere nel sud della Sardegna medievale
Il Giudicato di Caralis (o Cagliari) fu uno dei quattro regni autonomi della Sardegna giudicale e occupava i territori della Sardegna centro-meridionale, estendendosi:
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fino ai confini dell’Ogliastra orientale (Baunei),
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e a ovest fino all’area del Cixerri (tra Iglesias e Buggerru).
📍 Estensione territoriale
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Estensione stimata: circa 8.226 km²
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Confini naturali: delimitato dal Mar Tirreno a est e dal Mar di Sardegna a ovest
🏛 Capitale: Santa Igia
La capitale del Giudicato di Caralis era Santa Igia, un centro di origine fenicia situato lungo le sponde orientali dello Stagno di Santa Gilla, nell’area dell’odierna Cagliari. La zona corrisponde agli attuali:
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quartieri di S’Antaventrace e Stampace,
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via San Simeone,
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area del centro commerciale “I Fenicotteri”.
Santa Igia fu per secoli la sede del potere giudicale, con funzioni politiche, amministrative e religiose, fino alla sua distruzione nel 1258 da parte dei Pisani.
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🌍 Il territorio del Giudicato di Caralis
Il Giudicato di Cagliari era il più vasto tra i quattro giudicati sardi e occupava gran parte della Sardegna meridionale, estendendosi su una porzione rilevante della pianura del Campidano fino ai confini con il Giudicato di Arborea.
Il territorio era ricco di risorse idriche, grazie alla presenza di numerose aree umide costiere e dei principali fiumi del sud Sardegna, tra cui:
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il Cixerri,
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il Flumendosa,
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e il Flumini Mannu.
Tra le ricchezze naturali del giudicato si contavano anche:
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le alture del Gennargentu, del Sarrabus e del Sulcis,
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e soprattutto le importanti riserve minerarie dell’Iglesiente, strategiche per l’economia del tempo.

⚔️ La caduta del Giudicato di Caralis per mano di Pisa
Dopo un lungo periodo di relazioni diplomatiche con la Repubblica di Pisa, il Giudicato di Caralis mantenne la sua indipendenza fino al 1258. In quell’anno fu attaccato e smembrato da Pisa, con il supporto degli altri giudicati rivali: Arborea e Gallura.
La spartizione del territorio avvenne in questo modo:
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Il Regno di Arborea conquistò il Campidano;
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Il Regno di Gallura inglobò l’Ogliastra;
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La potente famiglia toscana dei Della Gherardesca si insediò a Siliqua e nel Sulcis;
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La Repubblica di Pisa mantenne il controllo sulla città di Caralis (Cagliari), già militarmente assicurata nel 1216 con la presa del Castel di Castro, nucleo fortificato che divenne poi il centro dell’odierno quartiere di Castello.
