MADE IN SPAIN
La seada (o sebada in campidanese) è un piatto tipico della tradizione sarda a base di semola, formaggio pecorino e miele. La storia della seada tuttavia varca il mare della Sardegna e porta in Spagna dove seada → cebar, in spagnolo, significa “cibare, alimentare”. Ma il passo alle abitudini del pastore sardo è breve, quando egli rientrava a casa dalla lunga e faticosa transumanza e veniva accolto dalla sua donna con piatto dolce e sostanzioso al tempo stesso, che lenisse le fatiche del suo lavoro, duro e solitario, e ingentilisse il suo carattere con una dolce che coccolasse il palato.
MIELE E ZUCCHERO, È UNA QUESTIONE DI GUSTO O DI BUON GUSTO?
Oggi la seada è un piatto conosciutissimo dalla gastronomia internazionale e rientra a pieno titolo tra i più importanti della cucina mediterranea. Le esigenze di mercato degli ultimi trent’anni hanno poi consentito che alle produzioni domestiche si affiancassero quelle industriali e semi industriali con l’introduzione di nuove ricette e nuove interpretazioni. Per i puristi della tradizione la sostituzione dello zucchero come condimento della seada, al posto del miele, ha rappresentato però un distacco del dolce tipico sardo, dalla sua identità . Il miele è un dolcificante naturale che le laboriose api della Sardegna mettono a disposizione per ingentilire ed esaltare i sapori della seada, lo zucchero è un prodotto industriale che plasticizza la seada e rende il gusto artificioso e ingannevole. Ovviamente, la tolleranza è d’obbligo e sindacare sui gusti, non è galateo da posata. E quindi, ognuno gusti la seada come preferisce: col miele o con lo zucchero.
Preparazione casalinga delle seadas
Gli ingredienti: semola, strutto animale, formaggio fresco acido, miele, eventuale scorza di limone grattugiata.
1) Il formaggio – La preparazione inizia dalla lavorazione del formaggio che va tagliato a scaglie, squagliato con l’aggiunta di un goccio di latte perché non si attacchi. Quindi si aggiunge la scorza di limone grattugiata. Segue il taglio del formaggio a forma circolare di circa 12-15 cm di diametro per 8 mm di altezza.
2) La sfoglia – Si passa a lavorare la sfoglia, composta da semola sarda, acqua e strutto.
Su un tappetto di sfoglia si adagiano le forme di formaggio, le si ricoprono ancora con la sfoglia. A questo punto il preparato assume le sembianze di un grande raviolo a cui va lasciato un margine esterno di 4-5 millimetri che consente al formaggio di non fuoriuscire durante la cottura. Il piano superiore di sfoglia va adagiato eliminando l’aria dall’interno.
3) La cottura – La cottura consiste nella frittura del composto in una padella con abbondante olio. La parte superiore è preferibile cuocerla versando l’olio con un cucchiaio (e non capovolgendo la seada), facendo attenzione a non bucare la sfoglia.
4) Condire e servire – Al termine della cottura, segue il condimento, trasferendo la seada in un piatto asciutto e ricoprendola con del miele caldo e servita immediatamente, prima che il formaggio si raffreddi e perda la sua consistenza filante.