Nel corso del ‘900 il cervo sardo ha rischiato più volte di sparire dalle campagne e se non fosse stato per un intervento massiccio del ripopolamento artificiale, oggi, questa specie, sarebbe sicuramente solo un bel ricordo. In Sardegna molte località di montagna, grazie ad un’opera di sensibilizzazione della popolazione al problema ecologico di una possibile estinzione del cervo, hanno provveduto ad individuare delle aree verdi da destinare al ripopolamento. Tra queste realtà , una delle più recenti è sicuramente quella di Uruzulei, in provincia dell’Ogliastra, che ha messo in atto, in collaborazione con gli enti preposti, una reintroduzione del cervo nelle sue montagne di origine: il Supramonte.
La scommessa del ripopolamento: l’unica soluzione
Nel febbraio del 2014 ad esempio, in località Sa Portrisca, dove si trova l’area faunistica omonima, quindici esemplari di cervo sardo sono stati liberati dall’Ente Foreste. L’evento, rientrava nel progetto Life Natura Italia “One deer two Island”, finanziato dalla Commissione Europea che, in collaborazione con i tecnici dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), la Provincia dell’Ogliastra e, per la Corsica, il Parc Naturel Règional de Corse, prevedeva il monitoraggio degli animali reintrodotti in natura dopo un lungo periodo di cattività . Ai cervi erano stati applicati i radio-collari satellitari per osservarne gli spostamenti e conoscere i tempi di recupero nel nuovo ambiente naturale. Oggi, a un anno esatto di distanza, è troppo presto per avere un bilancio dell’esperimento, è però un dato di fatto che il piano di riabilitazione stia proseguendo rispettando il cronoprogramma e soprattutto che uno dei stimoli faunistici della Sardegna, il cervo appunto, reintrodotto in natura, stia interagendo proficuamente con un tutte le altre attività umane presenti nel territorio, compresa quelle invasive della caccia al cinghiale e dell’escursionismo amatoriale, che si svolgono negli spazi adiacenti alle aree (recintate) assegnate al ripopolamento.
L’Oasi faunistica de Sa Portiscra
L’area faunistica Sa Portisca di Urzulei (una decina di ettari in tutto) si trova in località omonima e può essere visitata dagli appassionati. Qui, un’equipe di esperte guardia parco assistono i visitatori fornendo informazioni dettagliate sulle caratteristiche del territorio, sulle condizioni di vita degli animali e sui progetti futuri del programma di ripopolamento. Sa Portisca, è uno spazio verde nel cuore del Supramonte orientale, subito a ridosso dello splendido mare del Golfo di Orosei. Sorge a 750 m slm tra “Su Campu de Bidiculai”, “Punta Or Mufrones” e “Punta Su Crabargiu”. Dal punto di vista naturalistico ci si trova immersi in una lecceta secolare, interrotta da nuove evoluzioni arborifere e da maestosi ginepri. Ai piani bassi si trova invece un rigoglioso sottobosco di macchia mediterranea colorata di rarissime orchidee selvatiche e di peonie, mentre, con appostamenti diurni (che vanno concordati col personale di sorveglianza), non è difficile scrutare nel cielo astori che cacciano o magnifiche aquile reali che si apprestano a tornare al nido. Tra i grandi mammiferi, ovviamente, oltre al cervo sardo che qui si può osservare a distanza ravvicinata soprattutto nel periodo degli amori – tra metà settembre e metà ottobre – sono presenti pure cinghiali, mufloni, gatti selvatici e le furtive martore e volpi.
- Per avere ulteriori informazioni e concordare eventuali escursioni guidate, contattare la Pro Loco di Urzulei, via Risorgimento s/n, telefono: 0782 648023
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