Con i suoi 862 metri sul livello del mare, Monte Senes è la cima più alta del territorio comunale di Irgoli. Si tratta di una spettacolare cresta rocciosa di origine granitica, un tempo completamente ricoperta dalla foresta primordiale sarda. Nel corso dei secoli, questo paesaggio ha subito trasformazioni profonde a causa degli incendi naturali che, in epoche nuragiche, costrinsero gli antichi abitanti ad abbandonare insediamenti e luoghi di culto — tra cui l’importante sito archeologico di Janna ‘e Pruna — e, più tardi, durante il Regno di Sardegna, quando i carbonai toscani e liguri sfruttarono intensamente le risorse boschive della Baronia. Testimonianze di questa fase storica sono ancora visibili nelle piccole aie regolarmente distribuite sul terreno sabbioso e nei sentieri che collegavano i punti di lavorazione del carbone.
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Nonostante la lunga storia di sfruttamento, Monte Senes conserva ancora oggi tracce della sua natura primitiva. Sul versante nord, in località Su padente ’e sa chisina, si ergono lecci secolari di straordinaria bellezza, immersi in una macchia mediterranea fitta e rigogliosa. Questo ambiente incontaminato rappresenta anche un habitat ideale per l’aquila reale (s’ave), che qui viene a nidificare, confermando il valore naturalistico e ambientale di quest’area montana.
Il principale accesso a Monte Senes è la strada Irgoli–Norghio, che conduce fino al passo di Janna ’e Pruna e alla cresta di Untanas Vudditas. Da questo punto si apre uno dei panorami più spettacolari della Sardegna centro-orientale: a Est si domina l’intero Golfo di Orosei, con lo sguardo che nelle giornate limpide può arrivare fino a Tavolara e a Capo Monte Santo (Baunei). A Sud-Ovest, invece, si abbracciano con lo sguardo i territori agricoli di Irgoli, Onifai, Siniscola e il versante meridionale del maestoso Mont’Albo.

Le sorgenti di Norghio
Nonostante l’aspetto brullo tipico delle campagne baroniesi, Monte Senes è un territorio ricco di sorgenti d’acqua purissima. Tra le principali fonti si segnalano Broccone, Remulis e Su Notanta sul versante meridionale, e le sorgenti di Norghio su quello orientale. Non a caso, gli antichi sardi riconobbero in quest’area un luogo sacro, fondandovi un santuario dedicato all’acqua: il complesso di Janna ’e Pruna, testimonianza della profonda connessione tra natura, spiritualità e paesaggio che caratterizza questo territorio.
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Un ecosistema unico nel cuore della Baronia
Monte Senes rappresenta uno dei cuori naturalistici più autentici della Baronia, dove l’ambiente montano sardo conserva ancora tracce della foresta originaria. Le variazioni altimetriche e l’esposizione ai venti di maestrale hanno permesso lo sviluppo di una biodiversità particolarmente ricca. Qui convivono lecci secolari, arbusti tipici della macchia mediterranea e varie specie faunistiche che trovano rifugio nelle gole e tra le rocce granitiche. Questo equilibrio naturale, modellato da millenni di trasformazioni, rende l’area particolarmente interessante per escursionisti, fotografi naturalisti e studiosi di ecologia mediterranea.

Monte Senes tra archeologia e spiritualità antica
Oltre al valore ambientale, Monte Senes custodisce anche un’importante eredità storica e spirituale. In epoca nuragica, infatti, la montagna era considerata un luogo sacro per la presenza di sorgenti pure e della vicina area archeologica di Janna ‘e Pruna, un santuario dedicato all’acqua e al culto comunitario. Questo legame profondo tra natura e sacralità è ancora percepibile oggi, e rappresenta uno degli aspetti che rendono la zona non solo un luogo da visitare, ma anche da vivere con rispetto e consapevolezza.

