Il dente di leone è la diffusissima specie erbacea, appartenente alla stessa famiglia della cicoria, che colora di giallo le pianure delle campagne sarde, alternandosi spesso alla doronico. È capace di adattarsi a qualsiasi ambiente, compreso quello urbano in cui cresce facilmente anche tra le crepe di cemento e asfalto. Nota fin dall’antichità anche per le sue proprietà diuretiche utili a contrastare a ritenzione idrica, inizia a fiorire a marzo e prolunga la sua vita fino a novembre. Di notte si chiude, ma sotto i raggi del sole dà prova del suo giallo vivace capace di attirare insetti di ogni tipo e colorare spontaneamente le distese erbose fino ai 2 mila metri. In sardo viene chiamata “su zizziolu” ed utilizzata in cucina come ortaggio selvatico.
- Diffusione in Sardegna e nel mondo
Il dente di leone è una specie erbacea, cioè un vegetale spontaneo privo di parti lignee, che cresce spontaneamente nelle pianure della Sardegna ed è diffusa in tutto il pianeta nella fascia a clima temperato. Appartiene alla famiglia delle Asteracee, una famiglia di oltre 20 mila specie che entra a far parte del paesaggio sardo nel periodo che va dalla metà di marzo a novembre. Grazie alla sua capillare diffusione (fino ai 2 mila metri di altitudine), colora di giallo intenso le distese erbose e i prati concimati, ma non solo: grazie alla sua elevata capacità di adattamento questa pianta è capace di crescere quasi ovunque, anche le aree urbane abbandonate dove, lo strato di cemento o di asfalto, lasciano spazio tra le crepe alle erbe spontanee di trovare luce e prosperare. Oltre al dente di leone anche un’altra variazione di giallo si presenta in primavera tra le piante spontanee: è il caso della Doronico (LEGGI QUI), la margherita di colore giallo oro composta da lunghi petali e da un grosso bottone giallo.
- Descrizione e diffusione
Il dente di leone, detto anche Pisciacane, Pisciatello, Soffione o anche Radichella, si presenta con il suo portamento alto dai 10 ai 40 centimetri, le foglie di colore verde scuro e un’infiorescenza finale che contiene a sua volta piccoli fiori da cui si forma l’achenio, un frutto secco che ha un ciuffo di peli lanuginosi o aculei (da qui la denominazione di “dente di leone”), detto “pappo” , il quale viene trasportato dal vento (ecco la spiegazione del nome “soffione”) e disseminato spontaneamente ovunque.
Il termine botanico del dente di leone “tarassaco” e fa parte – come detto – della famiglia delle Asteraceae, specificamente della divisione delle Liguliflorae (le altre sono le Tubuliflorae) a cui appartengono pure la Cicoria e la Lattuga. Tutte e tre rivestono un ruolo importante sul piano alimentare umano come insalate.
I valori nutrizionali del dente di leone
Il dente di leone è utilizzato in cucina come insalata selvatica, assieme alla Cicoria, ma rispetto a questa è meno diffusa in alimentazione. Ricco di vitamina A, E, K e C, fornisce un’abbondanza di fibre idrosolubili, antiossidanti polifenolici e di minerali. Seppur non dia un grande apporto calorico (prevalentemente glucidi e pochissimi tra protidi e lipidi) è un ortaggio a foglia che va bene per qualsiasi regime alimentare. L’apporto di fibre, in particolare quelle solubili, quali l’inulina, aiutano ad aumentare lo stimolo meccanico gastrico della sazietà (fonte: dott. Riccardo Borgacci). Il dente di leone è dunque un prezioso alleato contro la stipsi ma anche emorroidi, diverticolosi, ragadi anali. Non ultimo questo ortaggio selvatico fornisce fibre solubili contribuiscono al tono della flora intestinale. Inserito nell’alimentazione, il soffione aiuta a contrastare l’azione dei radicali liberi, con l’apporto di vitamina K è un ottimo antiemorragico. Va bene anche per celiaci, intolleranti al lattosio, mentre è sconsigliabile mangiarlo crudo durante la gravidanza.