Le vene varicose sono una patologia del sistema circolatorio che consiste nella dilatazione permanente del lume venoso, ovvero del canale organico in cui il sangue scorre in direzione centripeta (dalla periferia al cuore).
VENE VARICOSE:
LA DIFFUSIONE DELLA PATOLOGIA
Secondo i dati statistici, tra la popolazione italiana, una persona su cinque è portatrice di questa patologia, mentre un caso su quattro si evolve in insufficienza cronica che consiste nell’interruzione della circolazione sanguigna. Focalizzando invece l’osservazione statistica sull’appartenenza di genere si nota che le donne arrivano a soffrire di vene varicose per una percentuale che oscilla tra il 10 e il 33%, con il 10-21/22% degli uomini.
VENE VARICOSE: LE CAUSE
In letteratura medico-scientifica non viene citata una causa specifica che determina la patologia delle vene varicose. Tuttavia si è ormai assodata l’opinione che il problema principale sono la debolezza intrinseca delle pareti venose superficiali. Una debolezza che può avere origini ereditarie che costringe le vene ad “adattarsi” a tale condizione di debolezza strutturale per assolvere alla funzione. L’adattamento si manifesta nello stiramento, nell’aumento in lunghezza e in larghezza e nell’attorcigliamento perché i canali si devono “adattare” allo spazio a disposizione.
Lo sviluppo di vene varicose, come noto, è più probabile nelle donne e in molti casi compaiono in coincidenza dello stato di gravidanza, nel mantenimento di una posizione eretta troppo a lungo, nell’obesità e nell’avanzamento dell’età nei soggetti già predisposti.
VENE VARICOSE: LE CONSEGUENZE
La dilatazione del lume venoso oltre i limiti fisiologici se protratta nel tempo come nella patologia cronica delle vene varicose può portare l’organismo a soffrire di vari disturbi dovuti appunto al mal funzionamento del circolo venoso. Questi disturbi in ordine di gravità possono essere i seguenti:
- prurito
- pesantezza di gambe
- dolore
- dermatiti
- trombosi venose superficiali
- flebite (infiammazione delle vene)
- sanguinamento
- insufficienza venosa cronica
FARE SPORT E ATTIVITÀ FISICA SOFFRENDO DI VENE VARICOSE
Chi soffre di vene varicose può fare attività fisica e sportiva a patto che rispetti alcune regole.
1) Il parere preliminare lo deve dare il medico di base e il medico specialista. Senza una consulenza medica che vagli attentamente le condizioni del sistema venoso non è assolutamente consigliato iniziare a praticare attività fisica, perché le figure professionali dell’istruttore di Educazione Fisica e del Fisioterapista non hanno le competenze specifiche, sia per legge che per curricula, per esprimere un parere in tal senso.
2) In Sala Pesi. In Sala Pesi le attività di tipo compressivo devono essere concordate col medico e devono avere la supervisione di un Istruttore di Educazione Fisica. Con relativa riserva si possono fare tutti gli esercizi che riguardano la parte superiore del corpo senza alcuna limitazione. Per quanto riguarda la parte inferiore sono da evitare (o limitare nei casi più lievi) i seguenti esercizi: i polpacci su rialzo, lo squat e lo stacco. Queste esercitazioni infatti causano una spinta pressoria sul pavimento pelvico rallentando ulteriormente il ritorno venoso. Per gli arti inferiori sono invece praticabili, da parte di chi soffre di vene varicose, alcuni altri esercizi. Ovvero: la leg extension, la leg curl, la gluteus machine, l’interno/esterno coscia e l’esterno/interno coscia.
3) In Sala Fitness. Il fitness e tutte le attività a corpo libero o con piccoli sovraccarichi, sia in modalità aerobica che statica (pilates, ginnastica posturale) , possono essere praticate evitando o limitando i salti ad alto impatto che, ancora una volta, esercitano una spinta eccessiva sul pavimento pelvico inficiando ancora di più il ritorno venoso.
4) Lo yoga. Lo yoga è una disciplina tra le più indicate per chi soffre di vene varicose. Molto indicata è la Viparita Karani e le tenute, sia in orizzontale a terra che in piedi, sono ideali per sollecitare meccanicamente il ritorno venoso.
5) Corsa a piedi e camminata veloce. Queste due pratiche contribuiscono al mantenimento dell’elasticità vascolare consentendo al sangue di avere meno resistenze al suo passaggio. Il movimento armonico e ritmato della corsa a piedi e della camminata veloce esercita una compressione vascolare sui piedi spingendo il sangue a ritornare in circolo. La corsa a piedi è preferibile farla a passo corto e controllato, su superfici morbide (prato, pineta, sterrato sabbioso) evitando l’asfalto e soprattutto il cemento, nonché usando calzature adatte alla pratica (evitare scarpe a suola piatta) che, grazie alla loro struttura ergonomica, contribuiscono a contenere stress meccanici troppo vigorosi e bruschi sui vasi più fragili.
6) Nuoto. Il nuoto rientra di diritto tra le pratiche fisiche e sportive che possono essere svolte con relativa sicurezza per chi soffre di vene varicose. L’acqua, che avvolge gli arti inferiori fa da “calza elastica” esercitando una leggera pressione sul sistema che aumenta se si fanno delle brevi immersioni. Il risultato è un massaggio naturale fatto dall’acqua senza effetti collaterali e nel rispetto della biodinamica venosa. Ottime anche l’acquagym e le camminate sulla battigia a mezz’acqua (altezza bacino), sebbene, l’armonia d’impulso del nuoto rimane ineguagliabile.
7) La bicicletta. L’attività ciclistica è nota in terapia specifica per essere molto indicata. Non a caso questo esercizio è inserito molto spesso anche nei programmi di riabilitazione che riguardano postumi da infarto o intervento cardiochirurgico. L’uso della bicicletta dunque, per chi soffre di vene varicose, è indicato per la riattivazione della muscolatura della gamba (polpaccio) e dell’anca. Grazie a una sollecitazione ritmica infatti, anche la pedalata, contribuisce a ridare impulso e regolarità al ritorno venoso sfruttando, tra le altre cose, la possibilità , attraverso un piano di lavoro concordato con l’istruttore, di graduare il carico e aumentarlo con razionale progressione, così da avere risultati via via sempre migliori con interessanti sviluppi anche da un punto di vista del tono muscolare, del calo ponderale e del rafforzamento generale dell’apparato cardio-circolatorio.
8) Arti marziali, sport di squadra e sport individuali in genere possono anch’essi essere praticati purché si faccia attenzione ai salti ad alto impatto. In ogni caso si sconsiglia (se non c’è parere diverso del medico) l’agonismo spinto che porterebbe il praticante a oltrepassare i limiti di contenimento allo stress meccanico del sistema venoso in funzione del risultato sportivo.