San Gavino di Porto Torres è, assieme alla chiesa di Balai, l’edificio religioso più noto di Porto Torres, ma è anche uno dei più significativi dell’intero patrimonio artistico sardo.
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LA STORIA
La Basilica di San Gavino fu voluta da Comita Re e Giudice di Torres, che, per realizzarla si servì di alcune maestranze pisane chiamate sull’isola tra il 1030 e il 1080. L’area dove sorge la grande chiesa si chiama Monte Angellu che, secondo la Pontificia Accademia di Archeologia Cristiana, è una delle zone archeologiche e storico-religiose più interessanti della Sardegna. Lo dimostra la Grande Storia passata da Porto Torres, da quando fu sede episcopale (484 /l 1441), per poi cedere il passo a Sassari, quando il vescovo fu trasferito nel nuovo Capo di Sopra.
Sebbene non sia facile certificare l’esatta cronologia dell’edificio, è certo che i primi documenti che parlano della basilica risalgono al 1082 (“Condaghe di San Pietro di Silki”) . Oggi, San Gavino, è il monumento romanico più grande in Sardegna ed è divenuta nei secoli meta devozionale ai martiri locali Gavino, Proto e Gianuario, morti sotto l’imperatore romano Diocleziano durante le persecuzioni cristiane e le cui reliquie furono scoperte agli inizi del XVII secolo e poi collocate nella cripta scavata per accoglierle. Nel corso degli ultimi due secoli, furono avviate varie campagne di scavo che portarono alla luce i resti murari di due chiese più antiche, risalenti al V-VII secolo che funsero da orientamento strutturale allo sviluppo della basilica.
LA STRUTTURA
La basilica di San Gavino a Porto Torres ha una pianta longitudinale a tre navate, divise ciascuna da arcate sorrette da 22 colonne di spoglio. Le dimensioni sono 58,26 metri per 19, con altezza massima di metri 17,36. Le principali particolarità della chiesa, sono la presenza di due absidi contrapposte (a N/E e S/O), una per ogni lato breve, l’assenza di una facciata e gli ingressi che si aprono sui lati lunghi.
Secondo le ricostruzioni storiche, il primo getto fu sull’abside orientato a nord-est e dopo quello opposto. Il materiale utilizzato fu il calcare della Nurra per la maggior parte della costruzione, solo i capitelli vennero realizzati in marmo di epoca romana, bizantina e qualcuno addirittura del 1700. Le coperture sono lignee per ciò che riguarda la navata centrale, mentre sono voltate a crociera quelle laterali. L’ingresso della luce è garantito dalle monofore laterali.
L’esterno della basilica è caratterizzato dal portale romanico, posto sul lato Nord, e decorato con due figure che rappresentano Adamo ed Eva. Sull’altro lato invece, si apre il portale del 1400 in stile gotico-catalano.
I SOTTERRANEI
In epoca romana l’area di Monte Agellu fu scelta come necropoli, lo dimostrano i nomi delle due piazze laterali all’edificio, chiamate Atrio Comita (lato Nord) e Atrio Metropoli (Sud). Dagli scavi sono emersi una moltitudine di reperti di notevole importanza storica e archeologica, come le tombe abbellite con mosaici e affreschi e la cisterna bizantina.
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SANTI MARTIRI TURRITANI, TRA LA BASILICA DI SAN GAVINO E LA CHIESETTTA DI BALAI
- La prima leggenda – La storia della morte dei martiri locali Gavino, Proto e Gianuario è legata a Porto Torres per ciò che riguarda la Basilica di San Gavino e la chiesetta di Balai. Il motivo di questa duplice valenza risale alla storia della loro sepoltura. Gavino, Proto e Gianuario, morirono durante le persecuzioni cristiane sotto l’imperatore romano Diocleziano. Nel medioevo i loro corpi furono rinvenuti dal giudice Comita nei loculi vicino all’attuale chiesa di Balai. Il fatto fu ritenuto prodigioso in riferimento alla malattia (lebbra) che avrebbe colpito il Comita: il re infatti, nel pieno del morbo, avrebbe sognato Gavino che gli avrebbe promesso la guarigione nel caso avesse fatto cercare il suo corpo e quello dei suoi compagni perché ricevessero degna sepoltura. Il re, alla fine, riuscì a scoprire i corpi proprio nell’ipogeo di Balai. Decise allora di far trasportare le spoglie nella nuova basilica di San Gavino. In omaggio a questa vicenda, a Porto Torres, il 3 maggio di ogni anno si celebra “Sa Festha Manna” che consiste proprio nella riproposizione della narrazione attraverso la processione
- La seconda leggenda – Un’altra leggenda sulla storia dei martiri Gavino, Proto e Gianuario e del loro legame con la città di Porto Torres, riporta la vicenda della condanna a morte dei tre cristiani che vennero giustiziati proprio dove oggi sorge la chiesetta di Balai, detta anche di “San Gavino decollato“, perché Gavino fu ucciso decapitato in quel sito, il 25 ottobre 303 d.C.
LA FESTHA MANNA
Nella giorno della Pentecoste, la festa di origine ebraica ma adottata e interpretata anche da quella cristiana che si celebra il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua, in cui si omaggia la fine del raccolto, a Porto Torres si rinnovano gli antichi riti in onore dei Santi Martiri Turritani.
Il culto dei Santi Martiri Turritani Gavino, Proto e Gianuario a Porto Torres ha origini secolari ma è ancora vivo in città e in tutta la Sardegna. Il 3 maggio i simulacri lignei secenteschi che rappresentano proprio i Martiri vengono portati in processione dalla Basilica di San Gavino sino alla chiesa di San Gavino a Mare (Balai Vicino). Qui il pellegrinaggio, che ha coinvolto dalle tre del mattino i fedeli venuti da Porto Torres, da Sassari e dai paesi limitrofi, osserva una sosta che dura dalle prime luci dell’alba al tramonto, sino al pomeriggio del giorno di Pentecoste.
La domenica di Pentecoste da Balai Vicino il commino in processione riparte con le statue lignee per fare ritorno trionfale in Basilica, attraversando il Lungomare e il centro di Porto Torres. L’evento è accompagnato dalle autorità civili, militari, religiose e dalla popolazione. Segue il lunedì dopo Pentecoste, la “Festha Manna“, la Festa Grande che comincia con la solenne liturgia presieduta dal Capitolo dei canonici guidata dall’Arcivescovo Turritano. La celebrazione si conclude con la processione e la benedizione del mare, nel porto turritano.
30 MAGGIO SAN GAVINO, OTTOBRE IL MESE DEL MARTIRIO
I festeggiamenti della Festha Manna hanno un’importanza identitaria centrale nella città di Porto Torres, che coinvolge tutta la popolazione nelle sue varie rappresentanze politiche, civili e sociali. Sebbene infatti, il calendario cristiano, fissi la festa del Santo Gavino il 30 di maggio, a Porto Torres, di cui Gavino è il patrono, ed è ricordato assieme agli altri martiri turritani, Proto e Gianuario, il 25 ottobre, al termine del mese del martirio.
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