- Denominazione: Nuraghe Santu Antine
- Comune di pertinenza: Torralba
- Tipologia: Nuraghe complesso trilobato
- Epoca: Età del Bronzo Medio (XVI secolo a.C.) e Età del Ferro (IX secolo a.C.)
- Altezza: 17,50 metri (torre centrale)
- Diametro: 15 metri (torre centrale)
- Materiale costruttivo: conci di basalto
- Caratteristiche: torre centrale a tre piani protetta da un bastione trilobato. Scala elicoidale interna, illuminata da feritoie. Presenti nicchie e ripostiglio.
- Emergenze archeologiche nelle vicinanze: il nuraghe di Santu Antine è l’infrastruttura preistorica più importante della Valle dei Nuraghi, un’area tra Mielogu e Logudoro, con una delle più alte densità di nuraghi della Sardegna. Presenti anche numerose domus de janas, dolmen, fonti sacre, oltre a testimonianze fenici, puniche, romane e bizantine.
Santu Antine = San Costantino
Il culmine della civiltà nuragica
Il nuraghe di Santu Antine (Torralba) è uno dei più grandi, importanti e meglio conservati nuraghi della Sardegna.
Questo meraviglioso testimone dell’antichità sarda dimostra il livello architettonico, sociale e culturale raggiunto dalla civiltà nuragica poco prima che la dominazione punica, ma soprattutto romana la facesse entrare in una nuova epoca.
Il nuraghe Santu Antine, è una testimonianza megalitica preistorica di assoluto valore architettonico, come dimostra la sua imponenza che, confrontandola con altre edificazioni contemporanee, risulta essere inferiore solo alle piramidi egizie, mentre rispetto ad altri nuraghi, solo quello di Arrubiu (Orroli), con i suoi 15 metri di altezza, registra valori più alti.
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I grattaceli dell’Età del Bronzo
A Santu Antine siamo infatti nell’apice dello sviluppo culturale della civiltà nuragica. Secondo le informazioni archeologiche, edificazioni di tale complessità ancora non si trovavano in quella contemporaneità.
Per alcuni osservatori infatti i nuraghi erano una testimonianza unica del livello architettonico raggiunto dagli antichi abitatori della Sardegna. Un livello che nel Mediterraneo occidentale non era ancora stato toccato da nessun’altra civilità.
La Valle dei Nuraghi
La struttura del nuraghe di Santu Antine si presenta ancora oggi nella sua affascinante imponenza e complessità, trovandosi al centro di un territorio che aveva avuto un’altissima presenza dell’uomo in epoca nuragica, come dimostra la presenza attorno, tra Logudoro e Meilogu, di decine tra nuraghi, villaggi e fonti sacre.
Torralba, Giave, Bonnanaro, Thiesi, Mores, Borutta, Ittireddu e Cheremule, sono i comuni che amministrano il territorio della Valle dei Nuraghi, denominazione novecentesca con cui si è voluto identificare una delle aree della Sardegna a maggior concentrazione di nuraghi e altre testimonianze archeologiche di quell’epoca.
La Valle dei Nuraghi è una successione di piane su terreno vulcanico ricco di corsi d’acqua (Rio Mannu, Riu Pudidu e Rio Tortu), clima mite e una notevole fertilità.
Queste condizioni microambientali, hanno consentito sin dall’epoca prenuragica, una assidua frequentazione antropica, come dimostrano le decine di domus de janas, come ad esempio quelle di “Santu Jorzi” o di “Su Siddadu“, o i dolmen ( “Su Crastu Coveccadu“).
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La struttura di Santu Antine
Santu Antine, scoperto dall’archeologo Antonio Taramelli nel 1933, si trova al centro della pianura di Cabu Abbas ( Capo delle acque) ed è costruito con conci di basalto finemente sagomati e dimensioni decrescenti man mano che dalla base si sale verso la cima.
Santu Antine è un nuraghe complesso, detto “trilobato”, ovvero con tre corpi secondari più uno principale. Esso è composto da una torre centrale e due laterali, messe in comunicazione strutturale con spazi di raccordo, come cortili, corridoi, mura.
La torre centrale di Santu Antine è alta 17 metri (in origine aveva, si ipotizza, un’altezza di 24 metri) e un diametro di 15 metri.
Dall’ingresso si accede al corridoio che perimetra attorno alla camera. Le pareti sono intervallate da apposite feritoie che danno luce e al contempo consentivano la visione esterna a chi stava dentro.
Il bastione ha una lunghezza di 40 metri e racchiude due torri ai lati, più una terza posta sul retro. Le torri più piccole hanno un diametro di 6 metri e sono collegate al cortile interno. Presenti anditi architravati che si sviluppano in lunghe gallerie.
Il villaggio nuragico di Santu Antine
Il nuraghe e il bastione si trovano al centro di un villaggio nuragico fatto di 14 capanne circolari con all’interno il focolare, varie nicchie, stipetti e tramezzi, nicchie.
Davanti all’ingresso del nuraghe è ancora evidente la capanna delle riunioni, mentre nei pressi della torre ovest c’è la capanna del ripostiglio dei”pani” di bronzo. Le dimensioni di quest’utima sono maggiori di quelle delle altre capanne.
** modello in scala del Nuraghe Santu Antine, esposto presso il Museo della Valle dei Nuraghi, del Logudoro Meilogu, Torralba
Origine del nome
La denominazione del nuraghe in “Santu Antine”, cioè San Costantino, non è proveniente certamente dalla civiltà nuragica, bensì da quella successiva, ai tempi del Santo e Imperatore Costantino, quando la Sardegna faceva parte della sfera d’influenza bizantina.
I romani piegarono la resistenza
Santu Antine non ha subito influenze dirette dalla presenza fenicio-punica in Sardegna, se non per marginali scambi commerciali. Tuttavia ha dovuto piegarsi alla prepotenza dell’Impero Romano che fu capace di mettere sotto controllo l’area, come dimostrano le tracce della villa romana costruita sulle stesse piante di alcune capanne a fianco al nuraghe.