Con i suoi 1.850 kmò che si estendono da Sud a Nord, da Cagliari a San Vero Milis e Milis in provincia di Oristano, tra le montagne del Gennargentu a Est e quelle dell’Iglesiente a Ovest, il Campidano è la pianura più vasta e importante della Sardegna e collega il golfo di Cagliari con quello di Oristano. Dal punto di vista geologico questa grande porzione dell’isola non è altro che una fossa tettonica formatasi, tra 4 e 2 milioni di anni fa, dalla distensione di un sistema di faglie che hanno prodotto uno sprofondamento della crosta terrestre. Il risultato è la situazione attuale: una zona di sedimentazione alluvionale.
GEOGRAFIE CAMPIDANESI
Nel Campidano operano amministrativamente le provincie di Cagliari, di quella di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano e di Oristano. A quest’ultima appartengono i comuni di San Vero Milis e di Narbolia, considerati gli abitati situati ai confini settentrionali del Campidano. L’identità campidanese di San Vero Milis è in parte certificata dalle tecniche costruttive delle vecchie abitazioni in mattoni di terra cruda, mista a paglia (i ladiri) mentre, Narbolia (1800 abitanti circa), lo si può classificare campidanese solo in riferimento alla parlata locale che è chiaramente campidanesofona. In realtà il paesino è geograficamente inserito nell’adiacente subregione del Montiferru.
- LEGGI ANCHE: LA CITTA’ TERMALE DI SARDARA
- LEGGI ANCHE: IL CASTELLO DI SANLURI
LA ZANZARA ANOPHELE
La pianura del Campidano è stata storicamente oggetto di frequentazioni umane variegate sin dalla preistoria, ma ha raggiunto l’apice della sua importanza geopolitica con i Fenici e soprattutto coi Romani, che ne sfruttarono intensivamente la sua grande fertilità . Nonostante ciò, l’uomo nel corso dei secoli ha dovuto fare i conti con un ambiente tutt’altro che ospitale, prima di tutto per la infestante presenza della zanzara anophele, che, introdotta dai primi traffici marittimi dei Fenici, ha trovato habitat ideale nelle varie paludi, specialmente della piana di Terralba e Arborea, ed è stata debellata solo a metà del XX° secolo.
IN SARDEGNA L’ALLEVAMENTO PREVALE SULL’AGRICOLTURA
La Sardegna sfrutta in agricoltura, appena il 20% del suo territorio totale, preferendo una politica di valorizzazione dell’allevamento che invece ne occupa ben il 60%, lo dimostrano i dati sulla densità dei capi, pari a circa 4 milioni di ovini, una delle maggiori concentrazioni del pianeta. Le motivazioni di questo orientamento economico è anche dovuto alle condizioni generali dei terreni sardi, che, alle varie voci, sono classificati in questo modo:
- sono poco profondi,
- sono poco produttivi,
- sono poco permeabili,
- le falde sono di modesta entità ,
- le terre salmastre sono molto diffuse,
- ci sono ridotte riserve di acqua dolce.
Nonostante queste condizioni di svantaggio, grazie alle bonifiche massicce del primo ‘900 e a quelle meno estese degli ultimi trent’anni, in Sardegna è stato possibile estendere le coltivazioni di ortaggi e frutta che hanno affiancato quelle tradizionali dell’ulivo e della vita, maggiormente presenti nelle colline.
IL CAMPIDANO A CONFRONTO
CON LE ALTRE PIANE DELL’ISOLA
Tra i territori sardi a maggiore vocazione agricola, certamente le poche pianure presenti sono state da subito oggetto di sfruttamento agricolo. Le grandi pianure sono quasi tutte di tipo alluvionale, ovvero profonde fosse invase dal mare e in seguito riempite di detriti alluvionali. Solo quella di Campu Giavesu (Giave) è di origine vulcanica.
Le grandi pianure sarde sono in tutto 6, ovvero:
- La pianura del Campidano – Provincie di Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e di Oristano;
- La pianura della Nurra – Provincia di Sassari
- La piana del Cedrino – Provincia di Nuoro
- La piana del Posada Provincia di Nuoro
- La piana del Flumendosa – Provincia di Cagliari
- La piana di Campu Giavesu – Provincia di Sassari.
DA GRANAIO DI ROMA A CARCIOFIERA D’ITALIA
Nel Campidano l’agricoltura ha avuto da sempre un ruolo fondamentale nella storia economica della Sardegna e negli ultimi cinquant’anni si è orientata verso una produzione specializzata di colture d’eccellenza, come ad esempio il carciofo, l’unico prodotto agricolo sardo esportato.
Le maggiori produzioni agricole del Campidano sono:
- avena
- orzo
- frumento
- carciofi
- arance
- barbabietole (produzione ridotta con la riforma europea).