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Home » Cultura » Nuraghe Losa

Nuraghe Losa

ABBASANTA

di Redazione
in Cultura
Tempo di lettura: 4 minuti
Nuraghe Losa

Il Nuraghe Losa (Abbasanta), è uno dei monumenti archeologici di epoca nuragica meglio conservati della Sardegna. Stiamo parlando infatti di un nuraghe dalle dimensioni considerevoli che ha vinto la sua battaglia contro la forza di gravità , le intemperie e soprattutto l’incuria dell’uomo.

LE RISPOSTE DEI REPERTI
Il Nuraghe Losa è posto al centro di un estesissimo insediamento della Sardegna centrale dove si distribuiscono numerose stratificazioni storiche che si estendono per circa 3000 anni: a partire dall’età bronzeo-nuragica si passa a quella punica, a quella romana e si prosegue fino all’alto medioevo. I primi scavi vennero condotti negli anni ottanta dell’800 e continuarono a tappe alterne nel 1890, nel 1915 (Antonio Taramelli), nel 1950-55 (Giovanni Lilliu), nel 1972 quando si rese l’area fruibile e infine nel 1989 e nel 1994 che ridettero definitivamente luce alla torre e al bastione.

LA FUNZIONE
Il complesso nuragico del Losa giace su un rilievo basaltico (da cui verranno estratti i materiali di costruzione) e fu edificato nel XV – XIII secolo a.C. per ciò che riguarda il mastio, e nel XIII – fine XII secolo a.C. per ciò che riguarda il bastione e la cinta muraria. L’area fu utilizzata non solo per scopi abitativi e di presidio militare ma anche per funzioni funerarie.

LA DESCRIZIONE
Il nuraghe Losa si presenta ad un’attenta osservazione con un disegno organico, compatto e dalla raffinata organizzazione spaziale. Il materiale con cui sono stati ottenuti i blocchi da costruzione è il basalto. Esso è organizzato in un mastio centrale; un bastione trilobato protetto da un muro antistante; una ulteriore cinta muraria, sub-ellitica, con due torri di avvistamento a doppi ingressi, di cui, una, è adiacente al bastione principale e possiede un pozzo per l’acqua. Al suo interno si trovano le capanne circolari, mentre, nelle immediate pertinenze rimangono le tracce di una tomba di giganti in opera isodoma.

ORIGINE DEL NOME
L’etimologia del nome “Losa” non ha più nulla a che fare con le sue origini nuragiche ma è il battesimo dato all’area archeologica quando furono trovati i primi reperti funerari: “losa” in lingua sarda significa infatti cimitero o lapide.

  • LEGGI ANCHE: IL COMPLESSO ARCHEOLOGICO DI SANTA SABINA (SILANUS)

COME VISITARLO
Al nuraghe si entra bypassando la torre a doppio ingresso (con nicchie, stipi e feritoie) attraverso un’apertura di forma tribolata che dà subito accesso a due anditi laterali e alla grande sala centrale posta davanti. Gli anditi conducono a due sale chiuse con copertura a volta che avevano la funzione di magazzino; la sala centrale invece, ben più ampia e ottimamente conservata, aveva quasi certamente funzioni sociali, politiche e di culto. Nel framezzo ai due corridoi laterali e alla sala centrale si aprono le scale che si snodano ad andamento circolare fino al piano superiore, dove si trova un’altra sala anch’essa collegata ad altri corridoi, oggi parzialmente crollati. In cima a ciò che rimane del rudere (e che sicuramente non riproduce l’altezza originaria) è possibile capire l’importanza strategica della torre, che consentiva una visuale a 360° su un’immensa pianura quasi del tutto priva di rilievi. Per le vedette più esperte era pertanto facilissimo scorgere in tempo le insidie più minacciose. Sul retro del nuraghe è presente anche un altro ingresso, posto ad oltre un metro d’altezza, ma non più fruibile dai visitatori.


CULTURA MILITARE
L’eccezionale efficacia militare di questo nuraghe è dimostrata oltre che dal luogo in cui è stato edificato, dalla distribuzione spaziale degli interni, illuminati in parte dalle feritoie, distribuite organicamente e orientate secondo precise direzioni che consentono di scorgere e osservare con relativa sicurezza, mentre a chi all’esterno, di restare pericolosamente esposto a possibili attacchi difensivi. Straordinarie le deduzioni ricavate da alcuni studi fisici: all’interno entra la luce, ma impedisce a chi sta fuori di vedere chiaramente cosa e chi ci sia. Il nuraghe Losa era dunque un’eccezionale struttura difensiva, capace di offrire protezione e ricovero agli abitanti delle capanne circostanti e di sopportare lunghi giorni di assedio durante i conflitti.

COME ARRIVARE
Il Nuraghe Losa è adiacente al tracciato della SS 131 “Carlo Felice”, fra il km 123 e il km 124. Per chi arriva da Sassari l’incrocio si apre appena prima dello svincolo per Siniscola e la Strada Statale 131 Bis,, mentre, per chi arriva da Cagliari, si accede da una piccola stradina sulla destra che conduce direttamente all’area archeologica.

  • Nuraghe Losa su Google Map
  • Per informazioni sulla visite guidate: Paleotur, telefono 0785 52302; mobile 329 7260732; email info@nuraghelosa.net

Tag: AbbasantaAntonio TaramelliCulturaGiovanni LilliuNuraghiNuragici
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