Origini e formazione di Gianluigi Mele, ceramista sardo
Gianluigi Mele, noto ceramista sardo, è nato a Dorgali nel 1946. Dopo aver terminato le scuole dell’obbligo, ha iniziato a formarsi nella bottega-laboratorio di ceramica fondata dal padre, il pittore e ceramista Pietro Mele, trasferitosi con la famiglia a Cagliari. In questo ambiente creativo Gianluigi ha potuto avvicinarsi fin da giovanissimo all’arte della ceramica artistica in Sardegna, sviluppando passione e competenze che avrebbero segnato tutta la sua carriera.
📖 Scheda informativa – Gianluigi Mele
- 📍 Origini: Nato a Dorgali nel 1946.
- 👨🎨 Formazione: Cresciuto nella bottega del padre, il pittore e ceramista Pietro Mele, a Cagliari.
- 🎨 Stile: Colori solari e brillanti, soggetti animali e figure ispirate alla tradizione reinterpretata in chiave moderna.
- 🏛 Biennali: Partecipazione costante dal 1973 alle Biennali dell’Artigianato Sardo, con consacrazione nel 1979 grazie agli “animali”.
- 🌍 Mostre: Attività espositiva in Italia e all’estero, tra personali e collettive.
- 🏡 Cala Gonone: Trasferimento negli anni ’80, luogo di grande ispirazione artistica.
- 💡 Visione: Convinto sostenitore della necessità di imprese artigiane strutturate, capaci di unire tradizione e innovazione.
La prima esperienza con Claudio Pulli
Negli anni della sua formazione, Gianluigi Mele ha condiviso la bottega con Claudio Pulli di Selargius. Da subito la manipolazione dell’argilla e la libertà creativa offerta da questo materiale hanno affascinato il giovane ceramista. La scoperta dei segreti della cottura e la sperimentazione dei colori lo hanno condotto a sviluppare uno stile personale, caratterizzato da cromie solari e accese, che ancora oggi distingue le sue opere.
Uno stile unico nella ceramica sarda
Le prime creazioni di Gianluigi Mele comprendevano piccole sculture di animali, puttini, piatti e vasi. Ogni manufatto era già contraddistinto da una ricca gamma di smalti e da accostamenti di colori caldi e brillanti. Questa originalità ha reso Mele uno dei pochi ceramisti sardi con una produzione costante e riconoscibile nel tempo, capace di unire tradizione e innovazione nella ceramica contemporanea sarda.
Gli animali di Gianluigi Mele
Nel corso della sua carriera, Gianluigi Mele ha partecipato a numerose esposizioni personali e collettive, in Italia e all’estero. Dal 1973 è stato presenza costante alle Biennali dell’Artigianato Sardo, punto di riferimento per l’arte e l’artigianato dell’isola. La consacrazione è arrivata con la Biennale del 1979, dove i suoi celebri “animali” hanno ricevuto grande apprezzamento, confermandolo come uno dei maestri della ceramica artistica sarda.
Dal nuragico all’innovazione nella ceramica sarda
La Biennale dell’Artigianato Sardo ha rappresentato per Gianluigi Mele non solo un’importante vetrina, ma anche un’occasione di confronto con il movimento di rinnovamento che negli anni ’70 e ’80 ha interessato la ceramica sarda contemporanea. Allontanandosi progressivamente dai temi legati al nuragico – arciere, navicella, madre dell’ucciso, uomo e bestia – Mele ha scelto di reinterpretare i modelli tradizionali con una visione più libera, puntando su cromie solari e accese. Questa scelta ha consolidato la sua identità di ceramista innovatore, capace di unire tradizione e modernità.
Le Biennali dell’Artigianato Sardo
Anche nell’edizione del 1988 della Biennale dell’Artigianato Sardo, Gianluigi Mele ha presentato opere che raccontavano la cultura e la storia della Sardegna attraverso un linguaggio artistico moderno. In quell’occasione ha esposto accanto ad altri grandi ceramisti come Silecchia, Mameli e Sciannella, confermando il proprio ruolo di rilievo nella ceramica artistica isolana.
Dove ammirare le opere di Gianluigi Mele
Il percorso professionale di Gianluigi Mele ceramista non si è limitato alla produzione, ma ha incluso anche un forte impegno nelle sedi di discussione politica e professionale legate all’artigianato artistico, come l’ISOLA e la CNA. Da sempre attento al rapporto tra tradizione e innovazione, ha denunciato i limiti di una rete distributiva in progressivo declino e la mancanza di una politica regionale stabile, sottolineando l’importanza di strutture organizzative e manageriali solide per garantire futuro e competitività ai manufatti artigianali.
Il trasferimento a Cala Gonone e l’ispirazione del territorio
Negli anni ’80 Gianluigi Mele si trasferì a Cala Gonone, località che lo conquistò per la bellezza naturale e per la vitalità della sua comunità. In questo contesto trovò nuova ispirazione per la sua produzione artistica. La sua vita fu intensa, ricca di passioni, amicizie e progetti. Con il suo carattere ironico e conviviale amava dialogare con chiunque, giovani e anziani, uomini e donne, lasciando sempre un ricordo autentico e positivo.
Cala Gonone
La generosità di Gianluigi Mele per Dorgali
Dopo il trasferimento a Cala Gonone, Gianluigi Mele ha ampliato la sua produzione con complementi d’arredo per interni ed esterni e grandi pannelli ceramici destinati al decoro architettonico. In queste opere ha collaborato con amministratori pubblici e tecnici, portando la sua creatività anche in contesti urbani e comunitari.
Un maestro per le scuole
Oltre all’attività artistica, Gianluigi Mele è stato un cittadino generoso verso la comunità di Dorgali. Ha collaborato con le scuole locali, aprendo il suo laboratorio a intere classi di studenti, affascinati dalla magia del tornio e dalla lavorazione dell’argilla. Sotto le sue mani, la materia si trasformava in cinghiali, capre o ricci, suscitando stupore e curiosità nei più giovani. Sono numerosi gli insegnanti che ancora oggi lo ricordano con riconoscenza per il suo impegno didattico e divulgativo nell’arte della ceramica sarda.
1994: l’opera monumentale di Funtana
Il gesto più rappresentativo della sua generosità verso Dorgali è l’opera monumentale “Omaggio a Fancello”, realizzata nel 1994. Si tratta di un bassorilievo in maiolica lungo 15 metri che decora la celebre Funtana di Dorgali. Quest’opera, donata alla cittadinanza, unisce i motivi cari a Salvatore Fancello con lo stile solare di Gianluigi Mele. Oggi è uno degli angoli più fotografati del paese, riconosciuto sia dai residenti che dai visitatori come una sintesi perfetta del valore artistico di entrambi i maestri.
- LEGGI ANCHE: Salvatore Fancello

I pannelli in maiolica per la cripta del cimitero di Dorgali
Nel 1995 Gianluigi Mele realizzò una delle sue opere più significative di arte sacra contemporanea in Sardegna: i pannelli in maiolica destinati alla cripta del cimitero di Dorgali. Si tratta di un ciclo monumentale composto da opere di grandi dimensioni (3×3 metri), che uniscono simbolismo cristiano, richiami alla tradizione e uno stile moderno e personale.
Le principali opere presenti nella cripta sono:
-
La Crocifissione – un grande pannello con numerose patere rosse, simbolo delle gocce di sangue di Cristo. (Oggi fortemente danneggiato e bisognoso di urgente restauro).
-
L’Angelo – rappresentazione del Nunzio Divino, circondato da foglie e infiorescenze.
-
Il Cristo in Gloria – composizione tipica dei luoghi sacri, che sottolinea l’universalità della fede.
-
Cristo fra le onde – il Cristo predicatore immerso in un mare in movimento, evocazione dei miracoli e del legame con l’acqua.
-
Seconda Crocifissione – caratterizzata da alternanza di cerchi e quadrati, con l’ornamento dell’uva come richiamo alla vitalità della fede.
-
Statua di Cristo – grande scultura in terracotta smaltata, collocata al centro del crocevia della cripta, punto focale del percorso spirituale.
Un’opera unica in Sardegna
Queste creazioni segnano la maturità artistica di Gianluigi Mele ceramista, in grado di fondere segni antichi e interpretazioni moderne in un linguaggio innovativo. Il ciclo della cripta di Dorgali rappresenta non solo un patrimonio locale di grande valore, ma anche un unicum nel panorama regionale: raramente in Italia si trovano opere cimiteriali in ceramica di pari dimensione e intensità espressiva.
L’installazione di Gianluigi Mele al cimitero di Dorgali
La sperimentazione con il basalto e la ceramica raku
Negli anni più creativi della sua carriera, Gianluigi Mele si dedicò anche alla lavorazione del basalto, realizzando tavoli e tavolini di grande originalità. Parallelamente intraprese la sperimentazione con la ceramica raku, tecnica di origine orientale che lo conquistò rapidamente. Divenne presto un maestro di questo stile, producendo piccoli oggetti come collane, ciondoli e accessori molto apprezzati dalle giovani generazioni, oltre a vasi, piatti, ciotole, animali e orologi a pendolo caratterizzati da splendide policromie. La sua produzione raku, moderna e innovativa, esprimeva appieno la magia degli elementi naturali – terra, aria, acqua e fuoco – che si fondono in un’armonia capace di emozionare chiunque.
Le installazioni a Cala Gonone
Tra le opere pubbliche più importanti di Gianluigi Mele a Cala Gonone si ricorda l’installazione “Il movimento dell’acqua” nel Parco di Palmasera, rivestita di mattonelle in basalto e ceramica. Purtroppo oggi l’opera versa in stato di degrado e abbandono. Un altro intervento è il Cormorano in ceramica, collocato lungo la circonvallazione di Cala Gonone, nei pressi del villaggio nuragico di Nuraghe Arvu. Già nel 2011 il giornalista Nino Muggianu auspicava una diversa valorizzazione di quest’opera, che avrebbe potuto arricchire maggiormente il centro storico, rendendolo ancora più attrattivo per residenti e visitatori.
Il pannello di Oliena e altre opere
Oltre a Dorgali e Cala Gonone, Gianluigi Mele ha lasciato testimonianze artistiche anche in altri paesi della Sardegna. A Oliena, lungo la via principale, è visibile un bassorilievo in maiolica policroma di circa 15 metri, dedicato al mondo contadino. Numerosi sono inoltre gli interventi realizzati in case private, locali pubblici e spazi urbani: tra questi spicca il pannello decorativo della stazione di servizio “Puddu” a Cala Gonone.
Riconoscimenti e pubblicazioni
L’attività artistica di Gianluigi Mele è stata più volte recensita dall’editoria specializzata. Le sue opere compaiono in riviste di settore dedicate alla ceramica artistica in Sardegna e all’arredamento, come Casa Viva e Ceramica Antica, che ne hanno riconosciuto il valore e l’originalità.
Pina Mele

