Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi il capitalismo nei paesi occidentali ha utilizzato il sistema di rilascio della dopamina da parte del cervello umano per controllare, attraverso il consumismo, la volontà dei cittadini e sottoporli a una sudditanza subdola e totalizzante.
COSA E’ LA DOPAMINA
La dopamina è un ormone rilasciato dall’ipotalamo con lo scopo di impedire il rilascio di prolattina da parte dell’ipofisi. La prolattina è invece l’ormone che nell’organismo femminile svolge un ruolo determinante nella produzione del latte in gravidanza e, in quello maschile, se indotto ad ipersecrezione attraverso meccanismi naturali o artificiali, può inibire il testosterone determinando un calo del desiderio sessuale e la relativa impotenza.
La dopamina entra in gioco nella psiche umana quando avviene la trasmissione del piacere, ad esempio durante i seguenti momenti:
- un atto sessuale,
- l’assaporamento di un cibo,
- il dissetamento,
- lo stato di estasi o di piacere al seguito di assunzione di sostanze stupefacenti, alcol, nicotina, caffeina,
- lo stato di piacere prodotto da una ricompensa avvenuta dopo un’attesa
- l’attivazione di stimoli elettrici come conseguenza dell’ascolto della musica, in particolare di alcuni suoni o timbri.
La dopamina è determinante nello svolgimento di alcune funzioni del cervello come i movimenti volontari, la spinta motivazionale, lo stato di attenzione, i livelli di umore, le capacità di apprendimento e di memorizzazione.
La dopamina, quando eccessivamente prodotta a seguito di disfunzioni neuronali, porta, nei casi più gravi, al determinarsi di psicosi come schizofrenia, delirio, disturbo bipolare, dipendenze compulsive da sostanze stupefacenti, alcol, sesso, gioco d’azzardo. Al contrario, la carenza di dopamina sotto livelli soglia espone il soggetto a disturbi depressivi.
COSA E’ IL CONSUMISMO
Il consumismo è un atteggiamento umano, presente soprattutto tra le persone che vivono nei paesi più industrializzati e con reddito pro capite superiore allo stato di sussistenza. Ad indurre le persone in questo atteggiamento è prima di tutto la pubblicità che, attraverso il suo linguaggio persuasivo, riesce a convincere le persone ad acquistare beni materiali anche non essenziali alle sue reali necessità.
Il consumismo è dunque un fenomeno sociale ed anche economico che si basa sulla teoria del moltiplicatore keynesiano secondo cui, i posti di lavoro sarebbero in relazione diretta con la produzione di beni. Secondo tale logica un calo dei consumi da parte dei cittadini, determinerebbe una contrazione della domanda e di conseguenza una disoccupazione, conseguenza appunto al calo di produzione di beni.
CHE COSA E’ IL CAPITALISMO
Il capitalismo è il sistema economico e sociale tipico dei paesi occidentali di matrice europea. Nato a Firenze in epoca rinascimentale, ha un primo rudimentale sviluppo in Francia e nei Paesi Bassi, poi, piano piano si articola in maniera sempre più complessa dilagando come sistema economico alla base del colonialismo francese, inglese e olandese. Supera poi l’età moderna consolidandosi ancora fino a raggiungere la massima espressione di forza nell’età contemporanea.
Il capitalismo sin dalle origini si è fondato sull’esistenza della proprietà privata che entra in possesso dei mezzi di produzione, determina il ruolo del proprietario distinto da quello del dipendente collocandolo in una posizione gerarchicamente superiore, in qualità di titolare d’impresa.
SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO PUBBLICO
Dopo che la società occidentale ha assorbito i postumi nefasti della Seconda Guerra Mondiale, la ripresa della vita sociale ed economica in tempo di pace è stata orientata dalla determinazione di un sistema economico capitalistico che ha via via portato alla privatizzazione (processo ancora in corso) delle principali funzioni dello Stato.
Passando dal processo di democratizzazione del dopoguerra, in cui lo Stato ha dismesso la sua funzione repressiva (presente durante le dittature fasciste, naziste e relative derivazioni), il capitalismo è così riuscito, grazie a un abile compravendita della classe politica, ad asservirsi lo Stato e a privatizzare il sistema di controllo delle produzioni di ricchezze, con lo scopo di abbassare i costi economici dei servizi e sbilanciare nel contempo il potere del pubblico a favore di quello privato.
COME IL SISTEMA DI PRODUZIONE DELLA DOPAMINA VIENE USATO DALLE AZIENDE
Per mantenere in vita lo squilibrio tra potere pubblico e potere privato, il capitalismo ha poi affinato il controllo delle proprie ricchezze rivolgendosi al sistema psicologico della ricompensa, già conosciuto da tempo in ambito neurologico. Questo sistema individua nella meccanica di rilascio della dopamina la principale leva di potere sulla volontà dei consumatori.
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CAPITALISMO, CONSUMISMO E DISTRUZIONE DEL PIANETA
Conoscendo il sistema neurologico della dopamina le aziende, che hanno l’obbiettivo di accumulare ricchezze e di annullare la concorrenza con lo scopo di assumere un ruolo dominante nel proprio settore, hanno reso possibile la diffusione capillarizzata di bisogni artificiali nei cittadini che, inquadrati come consumatori, possono essere psicologicamente manipolati (attraverso la pubblicità) affinché acquistino i beni messi in vendita da loro stesse. Questo circolo indirizzato al consumo fine a sé stesso ha portato il capitalismo ad essere il sistema economico responsabile del danno ambientale che potrebbe mettere a rischio il futuro dell’umanità.
LA PUBBLICITA’ INNESCA IL PROCESSO
La ricompensa chimica che il cervello umano rilascia quando si svolgono attività piacevoli, viene sfruttata dunque dalla pubblicità per veicolare il messaggio subliminale che induce il cittadino/consumatore ad acquistare un bene non necessario, come ad esempio cibo spazzatura, alcol, caffeina, intrattenimento (televisivo, cinematografico, musicale, multimediale), gioco d’azzardo, pornografia e sesso compulsivo, social network, mezzi di trasporto etc.
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LO STATO D’ANSIA
Quando il cervello di un individuo caratterialmente debole e facilmente condizionabile va incontro ad una carenza di dopamina entra in uno stato d’ansia difficilmente controllabile che,, se non adeguatamente “confortato”, attraverso il godimento immediato di quel bene, porta chi ne è affetto ad avere reazioni che vanno dal ritiro in sé (stato di depressione) a quello di protesta che può sfociare, nei casi più gravi, nell’iperattività e nella violenza.
LA COMPETIZIONE TRA PERSONE
Ad incrementare lo stato d’ansia in un individuo affetto da dipendenza consumistica vi è anche il fattore condizionante del confronto con gli altri. La convivenza tra persona porta infatti, anche involontariamente, a misurarsi con individui simili e a stabilire un valore quantitativo del proprio valore usando gli altri come parametro di confronto. Lo stato d’ansia in questo caso si alimenta dalla competizione indotta dal capitalismo stesso che pone gli uni contro gli altri, anziché creare uno stato cooperativo.
ROTTURA DEL RILASCIO NATURALE DELLA DOPAMINA
Il consumismo induce quindi una stimolazione innaturale di dopamina mettendo il consumatore nella condizione di aver un bisogno compulsivo di un oggetto. In questo modo si rompe l’equilibrio metabolico naturale del rilascio di dopamina e si entra nello stato di dipendenza che è la chiave di volta affinché la produzione di beni non essenziali conquistino fette di mercato importanti rispetto ai beni essenziali.
SUPERSALATO E SUPERDOLCE PER TRASFORMARE IL CITTADINO IN CONSUMATORE
È così che ad esempio l’industria alimentare prima acquista materie prime di bassa qualità – così da ottimizzare il profitto in fase di concepimento – poi, per realizzare il prodotto e renderlo commercialmente valido, lo trasforma esaltando i gusti estremi, del dolce o del salato: classici esempi di questi trattamenti sono i dolci industriali o gli snack.
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In questo modo da un lato l’industria ottimizza un prodotto commerciale realizzato sostenendo costi aziendali esigui (materie prime di scarsa qualità + aromi artificiali + zucchero o sale) e dall’altro innesca nel cliente la dipendenza al consumo di quegli alimenti, alterando il suo meccanismo naturale di ricompensa grazie all’eccezionale effetto distorsivo del dolce o del salato sul cervello.
OMOLOGAZIONE DEI GUSTI E APPIATTIMENTO
Nel frattempo, annullando la sensibilità del consumatore ai sapori neutri e delicati (il cosiddetto “appiattimento dei gusti”), che richiederebbero all’industria di generare prodotti di qualità e al cliente di saper gestire una lenta elaborazione olfattiva ed organolettica, magari sostenuta da un background culturale – la differenza tra il tracannatore di birra che devia nell’alcolismo e l’amatore della birra, bevuta responsabilmente e intesa come bevanda espressione di una cultura, di una agricoltura, di una regione geografica –, si arriva direttamente all’omologazione dei gusti che è l’obiettivo più grande del capitalismo. In questo modo infatti, l’industria, non avendo una moltitudine troppo diversificata di consumatori, può concentrarsi sulla generazione di pochi prodotti destinati a tante persone che hanno gusti simili, ottimizzando una volta di più la resa commerciale di quel prodotto.
IL RUOLO DELLA CONSAPEVOLIZZAZIONE E DELLA FORZA DI VOLONTA’
Di fronte a questa deriva consumistica alimentata e sostenuta dallo strapotere dell’industria mondiale, le armi principali che un individuo può avere a disposizione sono: la presa di coscienza e la forza di volontà.
Delle due la prima è preambolo della seconda, in quanto, per attivare un comportamento virtuoso un individuo deve prima rendersi consapevole – attraverso la cultura e l’aiuto psicologico nei casi più gravi – che la problematica nel suo modus vivendi esiste: ovvero che è caduto, suo malgrado, nel tranello del meccanismo distorto della ricompensa. Secondo passaggio, deve attivarsi volontariamente per disinnescare lo stato di dipendenza e bonificare il proprio sistema neuronale da connessioni sbagliate che lo hanno indotto nello stato di dipendenza.
Un individuo consapevole, informato e volitivo è la tipologia di cliente quanto più mal desiderata dall’industria alimentare. Per contro un soggetto disorientato, disinformato e pigro è il modello che vorrebbe trovare al mercato per vendergli i suoi prodotti.