🚂 La nascita della rete ferroviaria a scartamento ridotto in Sardegna
La storia dello scartamento ridotto in Sardegna inizia alla fine del XIX secolo, quando si rese necessario colmare il divario infrastrutturale tra le città costiere e i territori interni dell’isola. Per favorire lo sviluppo economico e garantire la mobilità nelle zone più isolate, fu progettata una rete ferroviaria secondaria parallela a quella principale.
Nel 1886, la Società Italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna ottenne l’appalto per la costruzione di questa nuova rete. La scelta tecnica ricadde sullo scartamento ridotto da 950 mm, più adatto ai paesaggi montuosi e meno costoso da realizzare rispetto allo scartamento standard da 1435 mm.
Questa rete ferroviaria rappresentò un’esperienza unica nel panorama italiano, tanto da lasciare un’eredità visibile ancora oggi con il Trenino Verde, che ripercorre parte di quei suggestivi percorsi tra storia, natura e ingegneria ferroviaria.
- LEGGI ANCHE: La Stazione ferroviaria di Arzana
- LEGGI ANCHE: La Stazione ferroviaria di Tempio Pausania

👷 Chi era Alfredo Cottrau: il progettista della rete ferroviaria secondaria in Sardegna
Il progetto della rete ferroviaria a scartamento ridotto in Sardegna fu affidato a Alfredo Cottrau, ingegnere e progettista di fama internazionale originario di Napoli. Cottrau fu una figura di primo piano nell’ingegneria civile dell’Ottocento e contribuì in modo significativo allo sviluppo infrastrutturale italiano.
Prima di approdare in Sardegna, Cottrau aveva già firmato importanti progetti in Italia e in Europa, tra cui:
-
Il collegamento ferroviario tra Varsavia e Pietroburgo, in ambito russo;
-
Il ponte a doppia via (ferroviaria e stradale) sul Po presso Mezzana Corti, in Lombardia;
-
Il primo progetto ufficiale del Ponte sullo Stretto di Messina, su incarico del Ministero dei Lavori Pubblici;
-
Il brevetto di un ponte militare amovibile istantaneo, innovativo per l’epoca, destinato a scopi logistici e bellici.
La sua esperienza internazionale fu determinante per affrontare le sfide ingegneristiche poste dal territorio sardo, caratterizzato da alture, gole e rilievi complessi. Il suo intervento contribuì a disegnare un’infrastruttura ferroviaria capace di connettere le aree interne dell’isola, sino ad allora isolate.

🚂 La SFSS e la costruzione delle linee secondarie in Sardegna
Nel 1886 nacque la Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna (SFSS), incaricata di realizzare una rete ferroviaria complementare a quella principale. L’obiettivo era collegare i centri dell’interno dell’isola, esclusi dai tracciati delle Ferrovie Reali.
Le linee realizzate dalla SFSS furono tutte a binario unico e a scartamento ridotto (950 mm), una scelta tecnica che permetteva di contenere i costi e adattarsi meglio alle asperità del territorio montuoso della Sardegna.
Sotto la direzione del progettista Alfredo Cottrau, noto per l’efficienza e la precisione operativa, i lavori procedettero a ritmi record: si costruivano in media 300 metri di binari al giorno, un risultato eccezionale per l’epoca.

📅 Calendario della costruzione delle linee ferroviarie SFSS (1888–1894)
Di seguito le principali date di attivazione delle tratte ferroviarie realizzate dalla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna:
- 📍 15 feb 1888 – Cagliari → Isili
- 📍 15 feb 1888 – Monti → Tempio
- 📍 26 dic 1888 – Macomer → Bosa
- 📍 26 dic 1888 – Macomer → Tirso
- 📍 24 gen 1889 – Tirso → Nuoro
- 📍 26 gen 1889 – Tirso → Orotelli
- 📍 6 feb 1889 – Orotelli → Nuoro
- 📍 1 mar 1889 – Sassari → Alghero
- 📍 3 dic 1889 – Isili → Sorgono
- 📍 10 feb 1891 – Tirso → Chilivani
- 📍 1 apr 1893 – Tirso → Ozieri
- 📍 16 nov 1893 – Mandas → Nurri
- 📍 16 nov 1893 – Gairo → Arbatax
- 📍 16 nov 1893 – Gairo → Jerzu
- 📍 20 apr 1894 – Villanova Tulo → Ussassai
Queste tratte segnarono la nascita del sistema ferroviario secondario a scartamento ridotto in Sardegna, permettendo a numerosi territori interni di uscire dall’isolamento geografico.


Dal SFSS all’ARST: l’evoluzione della rete a scartamento ridotto in Sardegna
Nel 1921 la Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna (SFSS), che aveva gestito e sviluppato la rete ferroviaria a scartamento ridotto fin dalla fine dell’Ottocento, fu dismessa. Le sue infrastrutture, il personale e le tratte ferroviarie furono assorbite dalla nuova società delle Ferrovie Complementari della Sardegna (FCS), che ne proseguì la gestione nel corso del XX secolo, con alterne vicende e diverse fasi di rinnovamento tecnico e amministrativo.
Con l’inizio del nuovo millennio e la progressiva riforma del trasporto pubblico regionale, nel 2010 la gestione dell’intera rete ferroviaria a scartamento ridotto fu affidata all’ARST – Azienda Regionale Sarda Trasporti, che ancora oggi ne cura il mantenimento, lo sviluppo e la valorizzazione anche in chiave turistica, in particolare con l’attivazione della linea del Trenino Verde.
Questa evoluzione gestionale ha garantito la salvaguardia di un patrimonio storico e infrastrutturale unico in Italia, contribuendo alla promozione della mobilità dolce e del turismo lento nei territori dell’entroterra sardo.



🚂 Il Trenino Verde: un viaggio storico nel cuore della Sardegna
In Sardegna, le linee ferroviarie a scartamento ridotto sono state progressivamente dismesse dal servizio ordinario e riconvertite a scopo turistico, in risposta a una politica dei trasporti che ha privilegiato la rete stradale su gomma.
Nasce così il celebre Trenino Verde, un’iniziativa unica in Europa che si snoda attraverso i paesaggi più suggestivi dell’isola.
Con i suoi 438 km di lunghezza, distribuiti su più tratte non collegate tra loro, rappresenta la rete ferroviaria turistica più lunga del continente. Un percorso emozionante che attraversa ben 47 comuni e racconta la storia, la natura e le tradizioni della Sardegna più autentica.
📍 Comuni attraversati dal Trenino Verde
- Aggius
- Aritzo
- Arzana
- Belvì
- Bortigiadas
- Bosa
- Calangianus
- Chiaramonti
- Desulo
- Elini
- Flussio
- Gairo
- Girasole
- Ilbono
- Isili
- Jerzu
- Laconi
- Laerru
- Lanusei
- Luras
- Macomer
- Magomadas
- Mandas
- Martis
- Meana Sardo
- Modolo
- Nulvi
- Nurallao
- Osilo
- Osini
- Perfugas
- Ploaghe
- Sadali
- Sant’Antonio di Gallura
- Sassari
- Serri
- Seui
- Sorgono
- Suni
- Tempio Pausania
- Tinnura
- Tonara
- Tortolì
- Tresnuraghes
- Ulassai
- Ussassai
- Villagrande Strisaili




🚂 Lo Scartamento Ridotto in Sardegna: una scelta economica e ingegneristica
Nel corso dell’Ottocento, il Regno d’Italia adottò in Sardegna una soluzione ferroviaria alternativa alla rete principale: la costruzione di una seconda rete a scartamento ridotto. La decisione fu motivata da due esigenze principali:
-
Ridurre i costi di realizzazione, sfruttando materiali meno onerosi;
-
Adattare l’infrastruttura alle caratteristiche morfologiche dell’isola, fatta di rilievi montuosi, gole strette e vallate tortuose.
Il binario a scartamento ridotto, pari a 950 mm (contro i 1435 mm dello scartamento standard), permetteva infatti di:
-
realizzare curve a raggio più stretto,
-
costruire ponti e gallerie meno estesi,
-
alleggerire le strutture portanti.
Questo tipo di infrastruttura risultava perfetto per percorrere territori impervi, consentendo a locomotive e carrozze di transitare con maggiore agilità, risparmiando tempo e risorse.



🐢 Velocità contenute e stabilità ridotta: i limiti dello scartamento ridotto
Nonostante i vantaggi economici e tecnici, le linee ferroviarie a scartamento ridotto presentano anche alcuni svantaggi. Uno dei principali è la velocità operativa inferiore rispetto alle linee a scartamento standard (1435 mm). A causa della minore larghezza tra i binari, infatti, i convogli risultano:
-
meno stabili, soprattutto in curva;
-
più lenti, per motivi di sicurezza e aderenza al tracciato.
Nel mondo esistono numerosi standard di scartamento ridotto, adottati in base alle condizioni geografiche e alle esigenze tecniche dei singoli territori. Le misure più comuni includono:
-
950 mm, utilizzato in Sardegna;
-
1000 mm, noto come scartamento metrico;
-
1067 mm, tipico di alcune linee in Africa, Giappone e Oceania.




🚆 Lo scartamento ridotto nell’epoca moderna
Nonostante in Sardegna si sia scelto, per motivi politici e infrastrutturali, di abbandonare la funzione ordinaria delle ferrovie a scartamento ridotto, destinandole esclusivamente al turismo (es. Trenino Verde), in molti Paesi del mondo questa tecnologia ha continuato ad evolversi.
Grazie a significativi miglioramenti ingegneristici, le linee a scartamento ridotto sono oggi in grado di offrire:
-
velocità più elevate,
-
migliore stabilità dei convogli,
-
tecnologie moderne di trazione e gestione del traffico.
In alcune regioni montane o ad alta densità urbana, come Svizzera, Giappone, India o Sudafrica, le ferrovie a scartamento ridotto rappresentano ancora oggi una soluzione efficiente e moderna, con prestazioni paragonabili a quelle delle reti a scartamento standard.



🌍 Lo scartamento ridotto nel mondo e in Italia
Le ferrovie a scartamento ridotto continuano a essere impiegate con successo in molte aree del mondo, grazie alla loro versatilità e adattabilità ai terreni difficili. Paesi come Inghilterra, Scozia, Sud Africa, Brasile, Germania, Svizzera, Spagna e Francia mantengono ancora oggi linee attive a scartamento ridotto, utilizzate per:
-
collegamenti montani,
-
tratte metropolitane,
-
reti ferroviarie regionali o provinciali.
🚈 Lo scartamento ridotto in Italia
In Italia le linee a scartamento ridotto sono meno diffuse rispetto ad altri Paesi europei, ma resistono alcune infrastrutture storiche ancora operative ed efficienti, come:
-
la Circumetnea, che collega Catania con i paesi alle pendici dell’Etna,
-
la Circumvesuviana, attiva tra Napoli e l’area vesuviana,
-
la linea Trento–Malè–Mezzana, nelle valli trentine.
🇺🇸 E negli Stati Uniti?
Negli Stati Uniti, lo scartamento ridotto è stato progressivamente dismesso già dagli anni ’60 del Novecento. Oggi, sopravvivono soltanto alcune linee turistiche, in particolare in California, dove vengono valorizzate per scopi culturali e paesaggistici.
- Guarda anche l’articolo del Museo delle Ferrovie della Sardegna su Monumenti Aperti