Arborea è un piccolo comune sardo della provincia di Oristano (quasi 3 mila abitanti) che si trova nella porzione più meridionale del Campidano di Oristano.
La prima città italiana di fondazione fascista
La storia di questo borgo appartiene di diritto alla Grande Storia dell’Italia e più specificamente a quella del Ventennio Fascista, durante il quale furono gettate le basi della sua fondazione.
Arborea è infatti la prima città italiana di fondazione fascista, voluta esplicitamente da Mussolini. In Sardegna dopo Arborea seguirono poi altre inaugurazioni: Carbonia e Fertilia.
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Cosa sono le città di fondazione
Le città di fondazione sono centri abitativi nati per precisa volontà politica e non sulla base di uno spontaneo processo di aggregazione.
Scopi delle città
di fondazione fascista
Una parte del movimento fascista (1922 – 1943) sosteneva istanze antiurbane che volle mettere in pratica nella realizzazione di nuove città.
La terra al centro
Le città di fondazione erano piccoli centri rurali in cui gli abitanti dovevano riportare la terra al centro della loro esistenza in opposizione alla grande urbanizzazione. Il “Discorso dell’Ascensione” pronunciato in parlamento da Mussolini nel maggio del 1927, fu il manifesto di questa dottrina, la quale poneva l’accento sulla limitazione della crescita urbana, ma al contempo imponeva l’inurbamento del proletariato per contrastare lo spopolamento delle campagne al fine di aumentare la natalità-
Da Mussolinia ad Arborea
È il 29 ottobre 1928 quando, in agro di Terralba, al centro dello stagno di Sassu appena bonificato, alcuni coloni veneti arrivarono a stabilirsi in questo angolo della Sardegna centrale. Il primo agglomerato fu battezzato Villaggio Mussolini che nel 1930 divenne Mussolinia, sempre in onore di Benito Mussolini. Questo nome rimase tale fino al 1944 quando acquisì, in seguito alla caduta del Fascismo, quello attuale di Arborea, in richiamo alla regione storica dell’Arborea che nel primo medioevo aveva creato l’omonimo giudicato.
- “Arborea” deriva dal latino arboreta “boscaglia, boschi” che in sardo campidanese si traduce con “arburedu“.
L’urbanistica di Arborea
Il paese di Arborea è oggi uno dei più importanti centri di produzione agricola e di allevamento della Sardegna: operano oltre 300 aziende su una superficie di 115 Kmq, con 6.660 ettari di seminativi. La sua attuale floridezza economica (in lenta ma continua e costante crescita) ha sicuramente le sue basi nella sua vincente concezione originaria che aveva previsto la creazione di un centro urbano la cui economia doveva essere agricola.
La struttura urbana di Arborea fu così resa funzionale a quei settori che ponevano, oggi come ieri, la terra al centro della vita sociale, economica e culturale, quindi: l’agricoltura e l’allevamento del bestiame.
L’urbanistica a questo punto è di chiara lettura: lunghi viali alberati, con carreggiate larghe che consentono il transito in sicurezza anche di grossi mezzi aziendali (trattori e camion sono da sempre una costante del traffico automobilistico locale), perimetrano grandi ed estesi cortili di ville e villette a uno o due piani. Le case storiche sono in stile liberty e neogotico, mentre quelle moderne, in molti casi richiamano la linea stilistica senza stravolgerla, così da garantire a chi osserva un equilibrato impatto visivo. Le abitazioni dei privati sono intervallate dagli edifici pubblici, tutti posizionati e allestiti secondo i dettami dell’eclettismo fascista e dislocati nei vari quartieri nel rispetto del disegno iniziale.
I luoghi chiavi per capire Arborea
I luoghi di maggior interesse storico ad Arborea si concentrano in parte in piazza Maria Ausiliatrice, dove si trova la chiesa parrocchiale e c’è una piccola
celebrazione del Razionalismo del Ventennio con i seguenti edifici:
- Il Municipio
- L’albergo
- La chiesa del Santissimo Redentore
Altri monumenti sono:
- La Palazzina della Società Bonifiche Sarde
- La Villa del direttore della S.B.S.
Degni di interesse urbanistico e architettonico sono poi i quartieri più popolari, che si sono sviluppati verso Ovest con la creazione di piccoli caseggiati a tetto basso e doppio spiovente che ospitano, tra l’altro, gli spazi destinati al ricovero dei mezzi da lavoro ed aree verdi sempre ben curate. Una visita meritano poi l’ex Casa del Balilla, l’ex Casa del Fascio e la sua torre littoria, l’Idrovora di Sassu e l’Idrovora di Luri.
Casa del Fascio
L’ex Casa del Fascio è l’edificio che si trova in Corso Italia (Google Maps), in posizione attigua ad altre strutture di servizio. La Casa del Fascio era la sede locale del Partito Nazionale Fascista. Ad Arborea fu messa in piedi nel febbraio del 1934 per opera del Servizio Lavori della Società Bonifiche Sarde. Progettista fu l’architetto romano Giovanni Battista Ceas che s’ispirò allo stile architettonico più ricercato durante il periodo fascista: il Razionalismo. Riconoscibile oltre che per le forme decise e pulite, per il binomio cromatico arancio/bianco che prevede la vicinanza del mattone a vista con l’intonaco chiaro. L’importanza storica della Casa del Fascio di Arborea fu tale che nel 1935 divenne il simbolo assoluto delle città di fondazione fascista.
- La struttura della Casa del Balilla
La Casa del Balilla sorge lateralmente a quella del Fascio e si articola in un blocco centrale che ospita la palestra, gli spogliatoi e gli uffici. Ai lati in origine si trovavano due ali di cemento armato dietro, i quali si apriva una grande piscina all’aperto. La facciata ancora presenta in basso il grande ingresso, con le finestre a nastro e il rivestimento con mattoni a vista. In alto invece, si trovano le sei finestre circolari, ospitate in una solida muratura bianca e liscia. Purtroppo nel corso della sua storia, questo edificio è stato sottoposto a rimaneggiamenti che hanno in parte alterato la struttura originaria, stravolgendo soprattutto gli interni con la rimozione della vasca circolare che conduceva alla piscina.
- La struttura della Casa del Fascio
La Casa del Fascio, subito adiacente alla Casa del Balilla, si caratterizza soprattutto per la alta torre littoria a pianta quadrata, con arco a tutto sesto. Il piano terra è leggermente rialzato e si accede tramite un portico con pilastri di mattoni a vista.
L’Idrovora di Sassu, simbolo della bonifica
L’Idrovora di Sassu si trova lungo la Provinciale 49 (Santa Giusta/Arborea) per Arborea (vedi su Wikimapia) ed è uno splendido edificio fascista progettato dall’architetto e ingegnere cagliaritano Flavio Scano, il quale riprese le forme moderniste e futuriste decisamente innovative che impattarono sul paesaggio rurale della piana. L’Idrovora fu inaugurata il 4 novembre 1934 e fu realizzata per prosciugare l’omonimo stagno, quello di Sassu, esteso per oltre 2 mila ettari. Era dunque una particolare pompa che serviva ad assorbire ed asportare le grandi masse d’acqua, al fine di bonificare l’area ritenuta troppo paludosa e ricettacolo di malaria. La grandiosità dell’operazione fu tale che l’Idrovora di Sassu, con la sua imponenza di struttura solida in cemento armato dall’aspetto futurista nel mezzo di una pianura ostile e disabitata, divenne il simbolo della seconda bonifica sulla piana di Terralba e della rivincita tecnologica dell’uomo sulla natura.
- La struttura dell’Idrovora di Sassu
L’Idrovora di Sassu si presenta agli occhi dell’osservatore con un parallelepipedo centrale e due corpi laterali a semicilindro. Il parallelepipedo ha sei finestre ad orientamento trasversale, mentre le strutture si articolano più complessamente con semicolonne nella parte più alta e aperture orizzontali in quella più bassa. Sul lato destro si trova la torretta delle linee elettriche. Al mattone a vista e all’intonaco chiaro sono affidati la variazione cromatica tipicamente razionalista, che accomuna l’Idrovora di Sassu alla Casa del Fascio e a molti altri edifici fascisti.
L’Idrovora di Luri
L’Idrovora di Luri è l’alter ego di quella di Sassu, con caratteristiche architettoniche diverse ma di pari interesse storico, paesaggistico e culturale Questa struttura si trova vicino allo stagno di San Giovanni e fu realizzata nel 1934 per bonificare le paludi malariche di Estius, Arba e Luri.
- La struttura dell’Idrovora di Luri
Dal punto di vista architettonico l’Idrovora di Luri è stata meno blasonata della vicina Idrovora di Sassu. Si presenta con una semplice pianta rettangolare sui cui lati lunghi si aprono sei alte finestre. L’ingresso è su uno dei lati corti, sormontato dall’architrave che ospita la scritta “Società Bonifiche Sarde“. Ai lati dell’ingresso, la figura si completa con le due finestre allungate simmetricamente fino alle due semiruote dentate, poste in rilevo, quasi a richiamare la funzione industriale dell’edificio. Anche qui, mattone in cotto e parete bianca, sono la variazione cromatica dominante.
- Marina di Arborea