PLATAMONA
Platamona dal greco platamon-onos, ovvero superficie piana, è la spiaggia piana e larga che ricopre il litorale del Golfo dell’Asinara compreso fra la Marina di Sorso a Est e la Torre di Abbacurrente verso Porto Torres a Ovest. Storicamente viene considerata la spiaggia dei sassaresi ma l’intera fascia costiera risulta amministrata dai comuni di Porto Torres, Sassari e soprattutto di Sorso che gestisce la porzione più grande. Platamona è dunque la spiaggia geograficamente più vicina alla città di Sassari e ne rappresenta lo storico sbocco a mare soprattutto per le attività di pesca amatoriale che per la balneazione. Percorrendo la Provinciale 60, la cosiddetta Buddi Buddi, gergo sassarese che non vuol dire caldo bollente bensì “valle di canne” dall’assiro budduru “fascio di canne” dopo una ventina di minuti di auto si arriva al semaforo che incrocia la litoranea, quindi scegliere di andare a destra o a sinistra a seconda di quale ingresso in spiaggia si preferisce. Durante il fascismo fu impiantata la pineta che separa l’arenile dalla strada e si estende per tutta la sua lunghezza.
- LA MOVIDA DEGLI ANNI ’50
Da quando il turismo di massa ha preso il sopravvento come economia locale e della Sardegna costiera in generale, anche Platamona si è estesa a partire dal nucleo iniziale della Marina di Sassari, detta anche Rotonda, che ospitava bar e locali molto frequentati durante gli anni cinquanta e sessanta, tra cui il più noto era senz’altro il Lido Iride, ora abbandonato. A quel boom seguirono lo sviluppo dei villaggi turistici, dei campeggi e della ricezione tradizionale alberghiera, a cui, a partire dagli anni Novanta si sono aggiunti di b&b.
- LO SVERSAMENTO DEL 2011 MISE A RISCHIO IL FUTURO DI PLATAMONA
Nel gennaio del 2011 l’arenile e il mare antistante rischiarono di venire danneggiate dallo sversamento di combustibile nelle condotte del molo del vicino Porto di Porto Torres, destinato alla centrale di Fiume Santo E.ON, ma alcuni mesi dopo furono approntate radicali misure di pulizia del litorale tali rendere mare e spiaggia nuovamente fruibili e prive di inquinanti.
- LA SCOMMESSA DI PLATAMONA
Oggi Platamona sta riconquistando pian piano lo splendore di un tempo, nonostante gravi sul paesaggio la pesante presenza di ruderi abbandonati appartenenti agli anni d’oro della movida sassarese (1950-1960), l’arenile e il mare conservano bellezza e splendore che non passano inosservati. Inoltre, la dotazione di alloggi e soprattutto il basso costo degli affitti rispetto a zone più blasonate, consentono a quest’angolo di Sardegna di avere il suo spazio e la sua degna presenza nelle offerte turistiche della regione, senza nulla invidiare ad altri territori.
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IL POETTO
Il legame tra la spiaggia del Poetto e l’adiacente promontorio della Sella del Diavolo (entrambi luoghi storici della città di Cagliari), pare inizi a partire dal nome della spiaggia che, secondo un’ipotesi, si riferisce al nome della torre aragonese della Sella del Diavolo, denominata “del Poeta”. Al tra teoria, propone una derivazione dal catalano pohuet (pozzetto), in riferimento ai vari pozzi e cisterne che si trovano sparsi proprio nel promontorio della Sella del Diavolo. Terza interpretazione sull’origine del nome, ancora una volta legata alla storica collina cagliaritana, si riferisce allo spagnolo puerto (“porto”) per indicare l’approdo di Marina Piccola a ridosso della Sella del Diavolo. Finita la dominazione spagnola, i piemontesi italianizzarono molti termini derivati dallo spagnolo e “puettu” diventò Poetto nella lingua del regno.
- GIORGINO LA PRIMA SPIAGGIA DEI CAGLIARITANI
Prima del 1900 la spiaggia del Poetto non era la “spiaggia dei cagliaritani” così come è tradizionalmente definita oggi, ma solo un territorio angusto, pieno di umidità e zanzare (anophele). La spiaggia dei cagliaritani erano invece quelle del tratto occidentale del golfo, nelle località di Sa Perdixedda e Giorgino. Fu solo con le prime importanti bonifiche delle zone umide, la più incisiva lotta alle zanzare che nei primi decenni del ventesimo secolo la popolazione iniziò ad apprezzare questo lato del litorale. Furono gli anni di apertura dei primi stabilimenti balneari (il “Lido” e il “D’Aquila“), dei caratteristici chioschetti in legno dove si poteva consumare qualche bibita fresca e, durante il ventennio fascista, dell’ubicazione delle prime colonie estive. Seguirono i casotti colorate costruzioni in legno che rimasero a lungo parte integrante del paesaggio e che vennero rimossi interamente solo nel 1986 per motivi igienico-sanitari.
- LA MANO DELL’UOMO CHE MINACCIÒ PESANTEMENTE IL PARADISO
A partire dagli anni ’50 tuttavia, l’arenile, entrò sotto attacco di un pesante processo di erosione (certificato dagli studi della Mediterranea Survey and Service che nel 1989 furono commissionati dagli enti pubblici per accertare lo stato di salute del Poetto) causato da molteplici fattori tutti riconducibili all’impatto antropico: la presenza della strada litoranea, l’incremento della forza ondosa a seguito della scomparsa della posidonia oceanica, la costruzione degli stabilimenti, dei casotti e delle villette.
- IL RIPASCIMENTO DEL 2002
La spiaggia ha rischiato dunque di sparire, soprattutto nel versante cagliaritano, e si è provveduto ad effettuare un decisivo (e storico) ripascimento nel 2002: prelevando la sabbia a qualche centinaio di metri dalla riva determinando. Il risultato purtroppo non è stato quello voluto, in quanto, la sabbia finissima e bianca è stata sostituita da un miscuglio completamente diverso per colore e granulometria, contenente anche frammenti di conchiglie e concrezioni marine.
- LA LINEA TRANVIARIA DEGLI ANNI DIECI
La linea tranviaria che un tempo percorreva la litoranea lungo il Poetto ha rappresentato per i cagliaritani un modo per dividere la grande spiaggia in tratti, corrispondenti alle vecchie “fermate del tram. Oggi questo linguaggio è quasi scomparso, ma tra gli anziani più longevi ancora sono presenti i ricordi di quando, a partire dal 1913 e la fine degli anni sessanta si raggiungeva la spiaggia con il tram, inizialmente a vapore e poi elettrificato. Era la cosiddetta “Linea P” che correva lungo il perimetro della spiaggia, garantendo ai viaggiatori un comodo accesso agli arenili.
- LA VITA NOTTURNA
Il Poetto è da sempre luogo di frequentazione dei giovani, un tempo prevalentemente cagliaritani, oggi anche universitari del resto della Sardegna e tanti turisti, stranieri e non. Dagli anni ’50 ad oggi, praticamente tutto l’anno, al Poetto è possibile partecipare alla movida più trend del momento, che è passato dalle vecchie balere alle moderne discoteche, passando per la musica dal vivo, al karaoke, ai divertimenti per adulti e bambini.