L’Anfiteatro romano di Cagliari è un edificio pubblico realizzato tra il I e il II secolo a.C. nell’antica Carales dai Romani durante la loro occupazione della Sardegna.
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La costruzione
L’Anfiteatro romano di Cagliari fu costruito sfruttando in parte, sul lato nord, il declivio calcareo, mentre sul lato sud fu realizzata la caratteristica facciata con i filari di archi sovrapposti fino ad un’altezza di 20 metri ( il Colosseo ha un’altezza di 48 metri).
Gli spettacoli
All’interno dell’Anfiteatro si svolgevano gli spettacoli tipici della romanità antica, come i combattimenti tra gladiatori, reclutati sia tra i sardi stessi che da fuori dell’isola, tra cui professionisti oppure schiavi provenienti dall’Africa; i combattimenti tra animali, spettacoli teatrali e, non ultimo, venivano eseguite le pene capitali a cui potevano come per gli spettacoli “ludici” assistere pubblicamente gli spettatori.
Cosa si faceva all’anfiteatro romano di Cagliari:
- Combattimenti tra gladiatori
- Combattimenti tra animali
- Spettacoli teatrali
- Pene capitali

Capienza
L’Anfiteatro romano di Cagliari era un edificio di “provincia” e dunque come tale, difficilmente avrebbe potuto raggiungere la grandezza costruttiva di altre strutture simili realizzate in città più importanti di Karales.
Tuttavia, coi suoi venti metri di altezza le scalinate, consentivano di ospitare fino a 10 mila spettatori in contemporanea.
Distribuzione degli spalti
La distribuzione sugli spalti era ovviamente organizzata secondo la classe sociale di appartenenza.
Vi era pertanto il podium, riservato ai personaggi pubblici più importanti; quindi il ima, la media e la summa cavea che erano i posti assegnati al resto della popolazione.
La gradinata più alta e lontana dal luogo degli spettacoli era invece destinata alle donne e agli schiavi.

In decadenza col Cristianesimo
Gli spettacoli più crudi e violenti negli anfiteatri romani rimasero tali e quali nei due primi secoli dell’era cristiana.
Fino al II secolo d.C. quando Roma aveva ormai perso lo splendore economico e geopolitico di un tempo, gli anfiteatri continuavano ad essere luogo di spettacoli cruenti.
La crisi economica
Il primo cenno di crisi a questi svaghi fu di natura economica, in quanto le ingenti spese militari necessarie a contenere le pressioni degli invasori ai confini dell’impero, fecero prosciugare i fondi destinati agli spettacoli. E i primi anfiteatri che subirono i tagli ai fondi, furono proprio quelli di provincia, come quello di Karalis.
Potere temporale diventa spirituale
Con l’introduzione sempre più capillare del Cristianesimo che cambiava la sensibilità dei cittadini davanti agli spettacoli più violenti, le arene romane iniziarono ad essere meno frequentate.
Condanne a morte non per mano dell’uomo
Il teologo Tertulliano (155-240 d.C.), uno sei padri fondatori della teologia cristiana latina, criticò aspramente gli spettacoli ma soprattutto mise in discussione il fatto che il potere temporale (quello amministrativo – politico) degli imperatori e degli amministratori locali potesse sconfinare in quello spirituale, in quanto, la decisione di chi doveva scendere nell’arena e combattere fino alla morte o chi doveva essere sottoposto a pena capitale non doveva essere prerogativa umana ma – secondo il cristianesimo – di esclusiva competenza divina.

Didascalia: al centro il corridoio di accesso ricavato dal declivio della montagna per gli spettatori meno abbienti
Nel 438 la messa al bando
Se nel 380 d.C., con l‘Editto di Tessalonica, proclamò il Cristianesimo niceno come religione ufficiale, imponendo il rifiuto delle religioni pagane compresi i relativi costumi e spettacoli, nel 393, ancora il senatore Simmaco, organizzava lunghi spettacoli in arena.
Le lotte gladiatorie vennero invece proibite ufficialmente nel 438 d.C. dall’imperatore Valentino III, ma gli ultimi spettacoli che si tennero nel Colosseo di Roma fu nel 519.
Cava di calcare per Bizantini e Aragonesi
Con la fine della dominazione romana in Sardegna, l’anfiteatro romano di Cagliari perse definitivamente la sua funzione iniziale e l’area fu oggetto di operazioni di prelievo dei lavorati rocciosi per la costruzione di edifici pubblici, chiese e nuove fortificazioni da parte dei nuovi padroni dell’isola che si succedettero: Bizantini, Pisani e Aragonesi
Gli scavi archeologici a metà ‘800
L’Anfiteatro romano di Cagliari dopo secoli di oblio venne nuovamente rivalutato da un punto di vista storico, simbolico nell’800.
Fu infatti l’archeologo e linguista Giovanni Spano (1803-1878),figura importante nello sviluppo degli studi archeologici e filologici in Sardegna, a dare inizio agli scavi per riportare alla luce la grande struttura.
L’Anfiteatro di Cagliari a metà ottocento era infatti ancora completamente sepolto.
Gli scavi furono lunghi e complessi per riportare alla luce tutti i piani fino a quelli inferiori: furono rinvenuti numerosi reperti di epoca romana, come monete e i rivestimenti marmorei in parte custoditi nel Museo Archeologico di Cagliari.
Dal 2003 spettacoli moderni
Dopo anni di abbandono ed esser sopravvissuto ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, l’Anfiteatro romano di Cagliari nel 2003, è stato in parte riportato alla sua funzione originale di luogo di spettacoli e intrattenimento culturale.

Didascalia: al centro lo scavo dove venivano riposti gli abiti di scena durante lo svolgimento degli spettacoli
