Cornus è il nome dell’antica città sarda che divenne famosa durante la lotta decisiva che si svolse durante la seconda guerra punica, nel 215 a.C., tra i sardo-punici guidati da Amsicora e dal figlio Josto contro il console romano Tito Manlio Torquato. Il sito archeologico si trova in territorio comunale di Cuglieri il centro principale dell’antica regione del Montiferru. L’antica città di mare che fu un importantissimo porto commerciale della costa occidentale della Sardegna si trovava esattamente nei pressi de S’Archittu e di Santa Caterina di Pittinuri. Studi ipotizzano che nella zona dell’Arco ci fosse il porto della città , mentre per quanto riguarda l’origine della città , alcuni studiosi parlano d’insediamento fondato dai cartaginesi subito dopo la conquista della Sardegna (VI secolo a.C.), ma secondo il linguista della lingua sarda e protosarda, Massimo Pittau, la città di Cornus potrebbe essere stata fondata più verosimilmente dalle antiche popolazioni nuragiche perché “in questa zona vi era una delle più alte concentrazioni di nuraghi di tutta l’Isola. Nel territorio comunale di Cuglieri sono stati censiti 64 Nuraghi, prevalentemente monotorre e dodici tombe dei giganti, una delle quali con 4 bètili e nel suo stesso sito rimangono ancora i resti di tre nuraghi, Ameddosu, Crastachesu e Muradissa, siamo dell’avviso che, con molto maggiore probabilità e verosimiglianza, il centro abitato in origine fosse nuragico o propriamente sardo e nient’affatto punico”. In età paleocristiana, non lontano dall’antica Cornus fu infatti di grande importanza il centro religioso di Columbaris, di cui rimangono visibili alcuni resti di un’area cimiteriale con tre basiliche, riportati alla luce nelle campagne di scavi tra gli anni ’50 e gli anni ’80. Nell’area poi sono stati trovati i resti di alcuni edifici termali di età romana. Fino agli anni ’70 vi erano ancora tracce di una basilica con funzione episcopale, con al centro la navata, il basamento dell’altare, la scalinata e le colonne.
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L’IMPORTANZA DI CORNUS
Alla fine del VI secolo l’altopiano di Campu e’ Corra fu comunque colonizzato dai Cartaginesi e le testimonianze di quella dominazione sono state trovate nei resti della cinta muraria che cingeva l’altopiano e nelle varie aree funerarie con tombe a camera scavate nella roccia. C’era poi l‘acropoli della città , presumibilmente nella collinetta di Corchinas, mentre l’area adiacente era occupata dai quartieri abitativi dove gli scavi hanno rinvenuto materiali ceramici proprio riferibili all’età punica. La città di Cornus divenne famosa per essere stata una fortezza della resistenza sardo-punica alla conquista romana, avvenuta nel 238 a.C., durante la rivolta che scoppiò due decenni dopo, nel 215. Tale rivolta scoppiò nel mezzo della II guerra tra Roma e Cartagine fu guidata da Ampsicora e suo figlio Josto, probabilmente nobili sardi punicizzati o di origine punica, che per l’occasione chiesero l’aiuto della stessa Cartagine e delle popolazioni sarde dell’interno, i Sardi Pelliti. Ampsicora era allora il più ricco tra i proprietari terrieri della Sardegna ed era il magistrato supremo di Cornus, che, insieme ad Annone di Tharros, guidò la rivolta delle città costiere della Sardegna contro i romani. Da Cornus partì anche un’ambasceria verso Cartagine affinché intervenisse in soccorso dei sardi. Cartagine inviò allora Asdrubale, con un’armata di circa diecimila soldati ma quando le navi cartaginesi, giunsero ormai in vista di Cornus, furono spinte dai venti verso le Baleari. Nel frattempo i romani a Cagliari radunarono quattro legioni marciarono verso Cornus dove sorpresero le truppe guidate da Josto, che fu sconfitto e perse la vita nella battaglia, quando il padre arrivò sul posto per ricongiungersi alle truppe cartaginesi sbarcate con ritardo, affrontò anch’egli il nemico, ma fu sconfitto perché gli stessi Cartaginesi si arresero. Amsicora comunque riuscì a mettersi in salvo rifugiandosi presso le tribù dell’interno (dei Sardi Pelliti forse) e, addolorato per la morte del figlio Josto e desideroso di non cadere nelle mani dei romani, si tolse la vita.