Il Castello di Bosa: baluardo di sardità
Quando nel 1297 Papa Bonifacio VIII istituì il Regno di Sardegna e Corsica, concesse al re Giacomo II d’Aragona il diritto di entrare in possesso delle due isole. Temendo l’avanzata aragonese, i Malaspina decisero di rafforzare il Castello di Bosa, incaricando l’architetto Giovanni Capula – lo stesso che progettò la Torre dell’Elefante e la Torre di San Pancrazio a Cagliari – di erigere una nuova e imponente torre di avvistamento: la Torre Maestra (1300).
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Castello dei Malaspina di Bosa
Scheda Storica
Il Castello dei Malaspina è la storica fortezza che domina la città di Bosa dalla sommità del colle di Serravalle.
Costruito a partire dal XII secolo, fu ampliato nei secoli successivi fino a comprendere una vasta cinta muraria con sette torri
e la chiesa di Nostra Signora de Sos Regnos Altos. Oggi è una delle attrazioni turistiche e culturali più visitate della Sardegna.
Caratteristica | Dettaglio |
---|---|
Epoca di costruzione | XII secolo (primo impianto) |
Altitudine | 81 metri s.l.m. |
Superficie complessiva | Circa 1 ettaro (2.000 mq il nucleo centrale) |
Fasi costruttive | 1) XII sec.: mura e torre nord 2) XIV sec.: ricostruzione torre nord-est 3) XIV–XV sec.: cinta muraria con sette torri e chiesa interna |
Edificio religioso | Chiesa di Nostra Signora de Sos Regnos Altos |
Località | Bosa (OR), Sardegna |
Un baluardo che non fermò gli Aragonesi
Il potenziamento difensivo, però, si rivelò vano. I Malaspina furono presto costretti a cedere il castello agli Aragonesi, che nel 1317 lo trasferirono al Giudicato d’Arborea.
Un castello conteso tra Arborea e Aragona
Nei decenni successivi la fortezza fu al centro di continui passaggi di mano, con alleanze mutevoli tra Arborea e Corona d’Aragona. Il castello divenne così protagonista del tentativo, da parte degli Arborea, di unificare la Sardegna sotto un unico potere.
La caduta di Arborea e la vittoria aragonese
Nel 1409, la sconfitta del Giudicato d’Arborea decretò la fine delle sue ambizioni. L’anno successivo, Bosa e il suo castello passarono definitivamente sotto il controllo della Corona d’Aragona, segnando una svolta decisiva nella storia medievale dell’isola.

Con gli Aragonesi Bosa fu zecca di Stato
Dopo la conquista aragonese, Bosa entrò saldamente sotto il dominio della Corona d’Aragona e assunse un ruolo politico ed economico di rilievo. La città fu organizzata come un comune catalano, con un consiglio civico composto da cinque membri scelti in base al censo: il primo di essi rivestiva la funzione di sindaco, incaricato di rappresentare la comunità.
Il castello e le nuove istituzioni
Il Castello di Bosa rimase presidio difensivo, affidato al comando di un capitano aragonese. Attorno al fiume si sviluppò la zona del commercio, posta direttamente sotto la gestione del re di Aragona e del suo funzionario: il doganiere (detto anche maggiore del porto).
Un’altra figura istituzionale di rilievo fu quella del podestà, responsabile dell’amministrazione della giustizia. Pur essendo spesso bosani o sardi a ricoprire queste cariche, la popolazione non riuscì mai a instaurare un buon rapporto con i dominatori, né con il castello, che continuava a rappresentare l’immagine concreta della sottomissione a un potere straniero.
La destituzione del castellano
Il malcontento verso la presenza aragonese si protrasse a lungo, fino a quando, nel 1421, il Parlamento sardo decretò la destituzione del castellano, segno tangibile della tensione tra popolazione locale e autorità straniere.
La zecca di Bosa e l’attività commerciale
Grazie alla sua collocazione geografica strategica, Bosa mantenne comunque una vivace attività commerciale. Proprio qui venne istituita una zecca di Stato, che emetteva monete di mistura del valore di un minuto, testimonianza dell’importanza economica e mercantile della città durante la dominazione aragonese.
Il Castello dei Malaspina oggi
Il Castello dei Malaspina di Bosa rappresenta una tappa imperdibile per chi visita il borgo, uno dei più affascinanti della Sardegna per storia e paesaggio. Situato a 81 metri sul livello del mare, domina il paese e il fiume Temo da una posizione panoramica unica. La fortezza si estende su un’area di circa un ettaro, mentre il nucleo del castello occupa 2.000 mq.
Un monumento ancora oggetto di studi
Ancora oggi il castello è al centro di indagini e scavi archeologici, finalizzati a chiarirne in maniera definitiva la cronologia e le fasi costruttive. Le ricerche concordano nel ritenere che la struttura attuale sia frutto di tre principali fasi evolutive.
Le fasi costruttive del Castello di Bosa
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Primo impianto (XII secolo) – costruzione delle mura originarie e della torre nord.
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Secondo impianto (XIV secolo) – ricostruzione della torre a nord-est.
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Terzo impianto (XIV–XV secolo) – edificazione della grande cinta muraria con sette torri annesse e realizzazione della chiesa di Nostra Signora de Sos Regnos Altos, ancora oggi visitabile.
Una visita tra storia e panorami
Oltre al valore storico e architettonico, il Castello dei Malaspina è anche un luogo ideale per ammirare i panorami di Bosa e della valle del Temo, unendo la scoperta del patrimonio medievale all’esperienza naturalistica.
- Per informazioni su eventuali visite guidate, al Castello Malaspina, contattare il numero telefonico del sito archeologico in via Canonico Gavino Nino: 0785 377043.
- Guarda anche il sito di Bosaturismo per conoscere i servizi del territorio



