Se nell’antichità più remota, è chiaro agli studiosi che il sito dove nel 1928 fu fondata Carbonia, fu abitato dalle genti preistoriche che fruirono del territorio con un’economia tipicamente agro-pastorale, è solo nel 1834 che furono scoperti i primi frammenti di carbon fossile da un certo generale e scienziato Alberto La Marmora conosciuto in tutta la Sardegna per l’importanza dei suoi eclettici studi, tra cui spiccano anche quelli geologici. I frammenti di carbone furono rinvenuti prima nel 1834 e poi nel 1846 in località “Cannamenda” (tra Monte Lisau e “Medau Brau” in zona Terra Segada, già in Comune di Gonnesa ora in quello di Carbonia), ma senza riuscire a capire dove fossero gli affioramenti. Si dovette aspettare il 1853 per ottenere la prima concessione di ricerca mineraria (Caput Aquas) e soprattutto la costituzione del comune di Serbariu la borgata che si rese amministrativamente indipendente da Villamassargia per l’inizio dello sfruttamento minerario in chiave industriale che dette prospettive economiche a tutto il territorio del Sulcis Iglesiente. Intanto, nel 1840 era stata creata la nuova legge mineraria che, entrata in vigore in Sardegna nel 1848 e poi modificata nel 1859, separò la proprietà del suolo da quella del sottosuolo. Questa nuova giurisprudenza, in fatto d’identificazione legale del territorio, consentì a molte imprese private di avviare ricerche e le prime estrazioni del prezioso carbone sardo di cui l’industria italiana e mondiale era ghiotto ebbero inizio.
A Bacu Abis si comincia a estrarre sul serio
Nel 1851 Ubaldo Millo, scoprì il giacimento carbonifero di Bacu Abis e nel 1853 furono affidate le tre concessioni carbonifere di Bacu Abis, di Terra’e Colu e di Fontanamare alla Società “Tirsi-Po” di Millo e Montani. Nel 1873 fu costituita la Società Anonima Miniera di Bacu Abis. Dal 1870, nel territorio del Sulcis-Iglesiente, i permessi di ricerca, che alla fine del 1861 erano alcune decine, salirono al centinaio con il raddoppio delle concessioni. Poi nel 1915 favorì provvedimenti governativi a favore della Società Anonima di Bacu Abis, che gestiva le miniere carbonifere nel Sulcis.
Da Serbariu nasce Carbonia
Da quell’inizio compulsivo di fine ‘800 le ricerche minerarie e le produzioni continuarono seppur a correnti alterne, ma già durante il regime fascista in piena epoca autarchica l’Italia non poteva assolutamente fare a meno delle sue risorse naturali e dunque, lo sfruttamento dei giacimenti minerari del paese dovevano essere tutti ottimizzati per aumentare la produzione. Fu così che nel Sulcis, accanto allo sviluppo di numerosi e importanti impianti estrattivi e produttivi, fu necessaria la costruzione due nuovi centri abitati carboniferi minori, come Bacu Abis e Cortoghiana e soprattutto di una nuova città mineraria, come Carbonia, che nacque dalle ceneri del comune di Serbariu il 5 novembre 1937, prima inquadrato come frazione e poi definitivamente inglobato in quello di Carbonia, che ne acquisì tutto il suo territorio. Serbarìu fino a quel tempo era un’antica borgata agro-pastorale, mentre ora è di fatto un quartiere della periferia sud-est della stessa città figlia.