L’Artiglieria di Nuoro è la caserma militare che fu realizzata nel 1932 durante il Governo Mussolini, il quale, a dieci anni dalla presa del potere, decise di creare in questa periferia d’Italia, un’area militare che doveva servire a rappresentare lo Stato. La caserma fu realizzata sulla scia di un’intensa rivisitazione dell’assetto urbano di Nuoro, riconosciuta capoluogo di provincia solo qualche anno prima, nel 1927. L’Artiglieria di Nuoro, detta anche ” Caserma Loy” è rimasta di proprietà dell’Esercito fino al 2014 quando l’ha ceduta al Comune di Nuoro in cambio di una nuova e più moderna struttura in località Pratosardo.
MILITARISMO E RAZIONALISMO: NUORO DIVENTA CITTÀ
L’Artiglieria di Nuoro si estende su sei ettari di terreno pianeggiante – perimetrato da un alto muro di 950 metri – nel cuore della città , tra il quartiere di Istiritta e l’area sportiva del Quadrivio. Si tratta di uno spazio enorme che era stato individuato e concepito in pieno ammodernamento dell’assetto urbano per trasformare un paesello di quasi novemila anime, in centro amministrativo della nuova provincia di Nuoro. Tra il 1927 e il 1940 Nuoro infatti fu sottoposto a numerosi interventi di qualificazione e riqualificazione urbana, dove il razionalismo, il principale filone architettonico in voga durante il ventennio – l’altro era il monumentalismo piacentino – ebbe mano libera di interpretare i centri nevralgici della nuova città .
L’impronta razionalista in poco più di dieci anni dette al vecchio borgo di pastori e contadini un volto funzionalista che lo allineava alle tendenze europee del periodo.
Sorsero in quegli anni edifici pubblici di notevole pregio come il palazzo delle Poste (VEDI QUI), il Liceo Classico, l’Ospedale “San Francesco” (VEDI QUI), il palazzo delle Finanze, l’attuale Prefettura, l’Istituto Magistrale, la Stazione Ferroviaria, la Camera delle Corporazioni (oggi Camera di Commercio), il Sanatorio, la Casa della Mamma e del Bambino, la Casa del Mutilato, il palazzo della Gioventù Italiana del Littorio e a seguire le case popolari di via Deffenu e i palazzi abitativi INCIS di via La Marmora e via Trieste. A sud-est del centro, invece, nell’attuale Piazza Vittorio Emanuele, furono edificati la Scuola Elementari “F.Podda”, la Casa del Fascio, il Mercato Civico, senza contare i diversi e significativi palazzi privati.
50 ETTARI PER L’INSEDIAMENTO PERMANENTE DELL’ESERCITO
Al momento del concepimento, l’area dell’attuale Artiglieria, era piena periferia e, secondo l’ingegnere Angelo Satta, fratello di Salvatore lo scrittore, incaricato dal Podestà Bandino di redigere nel 1928 un piano di ampliamento urbano, l’espansione della città doveva avvenire lungo le direttrici Nord e Nord-ovest, proposta facilitata anche dall’apertura della via Deffenu e di viale Trieste. Nello schema di Convenzione del Comando del Genio della Sardegna consegnato al Municipio di Nuoro per la costruzione della caserma in zona Santa Barbara e dei magazzini in regione Prato, le condizioni prevedevano: la cessione gratuita di 38 ettari di terreno a Prato, l’acquisto e la cessione gratuita di 12 ettari in prossimità di Nuoro, la fornitura di energia elettrica pressoché gratuita da parte della Ditta Guiso Gallisai, la cessione gratuita dell’acqua con il prolungamento della condotta sino all’ingresso della struttura militare a spese del Comune.
DALLA MADDALENA A NUORO
Una volta in funzione l’importanza logistico-strategica della nuova caserma emerse nel giro di pochi anni, tanto che entrò nel piano di riordino degli assetti amministrativi del 1936 che, per ordine del Capo del Governo Benito Mussolini, comportò il trasferimento da La Maddalena a Nuoro della Direzione dell’Artiglieria che s’insediò nel complesso edilizio all’uopo costruito tra gli anni 1930-35 in zona Santa Barbara. La caserma nel tempo subì degli ampliamenti strutturali rispetto al progetto originario e, nel 1940, resistette, grazie all’autorevolezza conquistata in pochi anni di operatività , al trasferimento della Direzione di Artiglieria a Macomer, ipotesi che era stata avanzata per motivi di difficoltà delle vie di comunicazione, la cronica lacuna all’ingresso nella modernità della Barbagia di Nuoro. A impedire quel trasferimento fu lo stesso Mussolini che non accolse le richieste rimandando la decisione a dopo la guerra, nel frattempo scoppiata.
GRAZIA DELEDDA E LA BRIGATA SASSARI
La scelta di Nuoro come sede della grande caserma fu fatta per motivi di ordine militare in primis, al fine di garantire un presidio strategico in quest’angolo ancora remoto della Sardegna, ma, secondo alcune letture, tra le altre motivazioni vi fu anche un debito riconoscimento alla città per aver dato i natali a Grazia Deledda a cui nel 1926 era stato dato il Premio Nobel per la Letteratura e, non ultimo, per dare un maggior significato all’apporto in termini di uomini valorosi e capaci alla Brigata Sassari, molti dei quali provenienti proprio dal territorio della Barbagia e del Nuorese i quali si distinsero per i principali gesti eroici durante la Prima Guerra Mondiale.
S’inserisce in questo contesto di trasformazione della città la richiesta del 1927 del Prefetto Dinale al Capo di Governo Benito Mussolini della presenza di una caserma militare a Nuoro. In tale richiesta era scritto: “Nuoro è nella tradizione l’arce della Sardegna e potrebbe essere o divenire un prolungamento di estrema difesa”, indispensabile, quindi, che, “l’arce abbia una rappresentanza del valoroso esercito italiano”, sarebbe “un omaggio dovuto alla nuova Provincia, un premio ai veterani della Brigata eroica a cui i nuoresi hanno dato larghissimi contributi”. Il riferimento è ovviamente alla Brigata Sassari.
L’ECCELLENZA DELLE MAESTRANZE LOCALI TRA IL POSTO FISSO E IL PASTORE TRASNUMANTE
L’Artiglieria di Nuoro nel corso della sua lunga storia attraversò il secondo conflitto mondiale fornendo una base determinante nelle operazioni di aggiustamento e ammodernamento delle principali armi e mezzi militari inviati al fronte e sul territorio. I livelli professionali delle sue maestranze, le dotazioni di attrezzatura e i locali capienti e facilmente accessibili delle officine vennero ben presto riconosciuti da tutto il settore. Dentro quegli spazi, rimasti totalmente segreti per tutti gli anni della loro attività , si distinsero anche operai e impiegati assunti direttamente nella città di Nuoro e del circondario, passando dai 200 lavoratori negli anni ’40 ai 500 trent’anni dopo: inevitabile il peso occupazionale di quella realtà nel cuore di un Nuorese ancora profondamente legato a un’economia di sussistenza tipica della pastorizia e dell’agricoltura quasi primitive.
DAI BLINDATI ALLA MOTOZAPPA
Il centro produttivo dell’Artiglieria di Nuoro e il personale così qualificato si conquistarono un ruolo di primo piano nel panorama nazionale al punto che lo stesso Ministero della Difesa acquistò più volte su commissione materiali assemblati e prodotti a Nuoro. Nelle sue officine si riparava e si fabbricava tutto ciò che serviva all’artiglieria: blindati, carri armati, cannoni, mitragliatrici, fucili, pistole. A Nuoro arrivavano dotazioni militari fuori uso provenienti prevalentemente dalla Sardegna ma alcune commissioni arrivavano pure dal resto dello Stivale , tanto che durante il secondo conflitto mondiale, alcune consegne ai reparti in guerra erano partite proprio dal neonato capoluogo sardo. La frenesia del settore ovviamente subì un arresto al termine della guerra e alla caduta del regime fascista, ma poi riprese rimodulando la filiera non solo per servire l’Esercito in tempo di pace, ma anche per rispondere alla carenza di meccanici specializzati in ambito civile per la riparazione di mezzi agricoli come trattori, moto zappe oppure ruspe cingolate.
GLI EDIFICI DELL’EX ARTIGLIERIA:
DAL RIFUGIO ANTI AEREO AL TEATRO
Dal 2014 l’area che un tempo era periferia e che oggi è di raccordo tra centro storico e nuova città di Nuoro è stata consegnata al Comune di Nuoro che sta valutando la riconversione dell’immenso patrimonio. L’Artiglieria si estende come detto su 6 ettari di territorio pianeggiante (dovevano essere 12 al momento della prima richiesta) separato dalla città da un robusto muro alto 6 metri e lungo 950 metri su cui si affacciano torrette di controllo, sei ingressi secondari e uno principale in viale Sardegna. All’interno dell’area si trovano diversi edifici, circa una ventina, tra cui officine, falegnamerie, aree di sosta coperte, direzione e uffici amministrativi, dormitori e poi anche un eliporto, un campo di equitazione, un campo da calcio, uno da tennis e uno di bocce. Ricca anche la presenza di vegetazione, tra cui oltre agli immancabili eucalipti, vi erano anche pini e abeti nonché uno spazio riservato ad un orto alimentare che poteva vegetare anche grazie alla presenza di un pozzo particolarmente ricco d’acqua. Alcuni edifici erano sovrastati da torrette di avvistamento e controllo dove riecheggiava lo stile razionalista. Non mancavano inoltre la lavanderia, la sartoria, la selleria, l’infermeria, la mensa, la tipografia, l’ufficio del telegrafo, vari magazzini e, non ultimo, un teatro. Tra i locali sotterranei infine avevano trovato spazio nella progettazione anche un rifugio anti aereo, aree segrete di stoccaggio delle armi e delle munizioni, aree di sosta di mezzi corazzati e di custodia di pezzi d’artiglieria pesante.
FAI NUORO
Il 24 marzo 2019 il, Fai, Fondo Ambiente Italiano – delegazione di Nuoro – ha organizzato, all’interno delle Giornate Fai di Primavera, un accesso guidato alla Ex Artiglieria di Nuoro, in occasione del passaggio di consegna delle chiavi dall’Esercito al Comune di Nuoro. L’iniziativa mirava a sensibilizzare la cittadinanza al recupero delle memoria storica dell’importante struttura che per oltre mezzo secolo ha dato centralità e rilevanza nazionale, nonché lavoro alla città di Nuoro e alla Barbagia. Inoltre, l’appuntamento, è stata l’occasione per ribadire l’importanza del recupero in chiave moderna e nel rispetto delle nuove sensibilità ambientali della ex Caserma Loy.
*** Articolo realizzato grazie alla preziosa collaborazione del FAI DELEGAZIONE DI NUORO.