Il Supramonte è il complesso montuoso che occupa la Sardegna centro-orientale per un’estensione di 39.100 ettari. Il rilievo si compone di una parte vicina al mare ed una più interna: la Strada statale 125, conosciuta anche come Orientale Sarda, è il confine tradizionale tra quello che viene definito il Supramonte montano (Oliena, Orgosolo e Urzulei) ed il Supramonte marino (Dorgali e Baunei).
Le località che hanno i loro territori comunali interessati da questo rilievo sono:
- Baunei, 14.800 ettari
- Urzulei, 6010 ettari
- Dorgali, 11.310 ettari
- Oliena, 3620 ettari
- Orgosolo, 3360 ettari.
Il Supramonte è un insieme di altopiani carbonatici posti ad un’altezza media di 900 metri che si inoltrano tra le frontiere naturali dell’alto corso del fiume Cedrino a Nord e il Rio Olai a Sud. Il rilievo è il risultato di un’incessante azione erosiva dei fiumi sulle rocce calcaree che nel corso dei millenni sono venuti a creare un reticolo idrografico molto complesso e variegato, costituito da gole e voragini molto profonde che hanno reso questa parte della Sardegna particolarmente interessante per gli appassionati escursionisti e naturalisti. Al di sotto della piattaforma rocciosa superficiale, vi è una vasta rete di acquiferi carsici che ha formato grotte come quella del Bue Marino e la risorgiva Su Gologone.
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LE CIME
Il Supramonte, è un complesso montuoso dove sono varie le asperità altimetriche, le quali in molti casi si traducono in montagne vere e proprie:
- Monte Corrasi – 1463 m
- Monte Ortu Caminu – 1340 m
- Punta sa Pruna – 1391 m
- Monte Fumai – 1316 m
- Monte Novo S.Giovanni-1316m
- Monte Gutturgios – 1263 m
- Monte Oddeu – 1063 m
- Punta Turusele – 1024 m
LA FLORA
Nel Supramonte il patrimonio verde è uno dei più interessanti d’Europa e conserva in molte sue parti specificità di assoluto valore ecologico. È il caso ad esempio della foresta di Montes (Orgoloso) che è la più estesa lecceta primaria d’Europa, con un’estensione pari 1050 ettari di superficie in cui hanno trovato il loro optimum climatico, oltre ai vecchi lecci che raggiungono fino 30 m di altezza, altre specie arboree come il tasso, l’agrifoglio, il ginepro, l’acero minore e gli arbusti di corbezzolo. Nel sottobosco invece, a farla da padrona è la rosa peonia, la pianta perenne dai grandi fiori porpora che convive assieme alla sassifraga setolosa, all’alisso di Tavolara, all’efedra nebrodense ed al trifoglio di Moris.
LA FAUNA
Il Supramonte è da sempre residenza di numerose specie di uccelli, alcune delle quali in costante stato di osservazione da parte degli organi di controllo ambientale a causa del pericolo di estinzione, come l’aquila reale, il gheppio, l’astore, la cornacchia grigia di Sardegna, il colombaccio, lo sparviero, la pernice ed il corvo imperiale di Sardegna, che nidificano indisturbati tra i nascondigli più lontani dalla presenza dell’uomo. Tra i mammiferi invece, un tempo era il cervo ad essere il padrone assoluto di questi territori e oggi vive solo nelle riserve sotto il controllo dell’uomo (Oasi Faunistica di Sa Portiscra) a Urzulei. Mentre, ad aver superato l’impatto antropico del ‘900 sono stati i mufloni, pecore inselvatichite introdotte dall’uomo nel Neolitico e perfettamente adattate a questi ambienti. E poi c’è il cinghiale: animale la cui presenza è garantita dalla sua eccezionale capacità di adattamento. Altri mammiferi di minor taglia ma che fanno gettone di presenza nel Supramonte sono la volpe, il gatto selvatico, la lepre e il coniglio selvatico, il topo quercino sardo, il ghiro e la martora.
GLI INSEDIAMENTI NURAGICI
Sebbene il territorio del Supramonte sia noto per la sua asprezza e l’ostile accoglienza con dirupi, gole, canyon, cortissime estensioni coltivabili e poca acqua di superficie, è sempre stato abitato dall’uomo dall’epoca nuragica fino agli anni ’70 del secolo scorso, quando gli ultimi pastori transumanti cedettero il passo ai nuovi sistemi di allevamento stanziali, più redditizi e più adatti a condurre una vita sociale. Le cospicue testimonianze archeologiche, specialmente localizzate nei vari territori hanno dimostrato che già in età nuragica l’uomo sapeva vivere in queste montagne. Solo nell’area di Dorgali sono stati censiti ben 78 villaggi, 46 nuraghi, 14 dolmen, 40 tombe dei giganti, 17 pozzi sacri e 3 muraglie megalitiche di protezione, compreso il villaggio di Serra Orrios che poteva contare su 70 capanne. A Orgosolo invece, la dimostrazione nuragica è affidata al villaggio di Sas Baddes perimetrato da una rigogliosa foresta di lecci, alcune tombe di giganti, e il magnifico Nuraghe Mereu, in ottimo stato di conservazione e costruito in pietra calcarea, una rarità strutturale ma anche cromatica col suo bianco acceso che non è certamente comune negli altri nuraghi della Sardegna. Il Mereu si distingue inoltre per l’articolazione di una torre principale con altre due secondarie protette da una muraglia megalitica alta tre metri da cui era possibile scorgere un’efficace visuale fino alla Gola di Gorroppu.
IL SUPRAMONTE DI ORGOSOLO
- Foresta di Montes
- Monte Novo San Giovanni
- Rio Olai
- Monte Fumai
- Nuraghe Mereu
- Villaggio di Sas Baddes
- Altopiano di Donnianìcoro
- Pianoro di Su Mudrecu
- Dolina di Su Suercone
Il Supramonte di Orgosolo, il paese dei Murales, ha un’estensione di 3360 ettari e comprende i rilievi del Monte Novo San Giovanni caratterizzato dalle sue guglie alte fino a 70 metri ed il Monte Fumai (1.316 metri). Come detto, a questa località appartiene la foresta di Montes e condivide, con il comune di Dorgali, l’altopiano di Donnianìcoro, esteso 3 kmò a circa 900 m di quota, il pianoro di Su Mudrecu coi suoi ginepri secolari che furono investiti dal mostruoso incendio che distrusse la foresta nel 1931 e la dolina di Su Suercone, monumento naturale di spettacolare bellezza coi suoi 400 metri di diametro per 1 chilometro di circonferenza.
IL SUPRAMONTE DI OLIENA
- Monte Corrasi
- Sa Oche e de Su Bentu
- Su Gologone
- Grotta di Corbeddu
- Sedda ‘e sos Carros,
- Badde Pentumas
- Villaggio di Tiscali
- Monte Pradu ( Ribes di Sardegna).
Oliena ha la competenza territoriale del Supramonte per una superficie pari a 3620 ettari. La particolarità di quest’area è scuramente data dalla presenza del Monte Corrasi (la Dolomite sarda), che con i suoi 1.463 metri è la cima più alta del Supramonte. All’interno di questa montagna si trovano numerose grotte, alcune delle quali sono tra le più grandi d’Europa: è il caso della grotta de Sa Oche e de Su Bentu (18 chilometri) che in realtà è costituita da due grotte distinte ma collegate da un sifone di oltre 100 metri. Qui, hanno trovato espansione vari laghetti dislocati su più piani, ampie sale alte fino a 100 metri e lunghe svariati chilometri, costellate di stalattiti e concrezioni di eccezionale bellezza. La particolarità di questo ambiente è dato dal fatto che qui, si può contemplare ogni aspetto carsico presente nel mondo. Le grotte sono attraversate dal fiume che arriva dagli altopiani del Supramonte e riaffiora nella sorgente di Su Gologone (la più grande sorgente carsica della Sardegna), dopo aver percorso trenta di chilometri sottoterra. Il nome “sa Oche” in lingua sarda si riferisce alla “voce” che il fiume sotterraneo emette quando s’ingrossa dopo forti piogge e l’aria, spinta all’interno dei cunicoli, provoca spaventosi boati.
La grotta di Corbeddu – Sempre ad Oliena si trova la grotta di Corbeddu, già frequenta nel paleolitico superiore, entrò definitivamente nella storia della cronaca italiana per essere stata rifugio del famoso bandito Giovanni Corbeddu, rimasto latitante per ben 18 anni e soprannominato per questo e per l’autorevolezza riconosciutagli negli ambienti malavitosi, il Re della macchia. Nato ad Oliena nel 1844, fuggì alla giustizia nel 1880 dopo essere stato accusato del furto di un capo di bestiame. In seguito fu autore di altri celebri reati, come l’assalto alla diligenza Nuoro-Macomer del 1887, ma riuscì a scappare alla sorte giudiziaria pure quella volta, rifugiandosi nella grotta naturale del Supramonte di Oliena, oggi a lui intitolata. Si tratta di un angusto ingresso nascosto da una stalagmite amovibile: il bandito per entrare si infilava nel cunicolo verticale largo meno di mezzo metro.
Gli altri siti di interesse – Il complesso carsico del Supramonte di Oliena si completa con la valle di Lanaitto, gli altopiani del Supramonte, la Sedda ‘e sos Carros, Badde Pentumas e il villaggio nuragico di Tiscali (di pertinenza territoriale anche di Dorgali) che attraggono ogni anno migliaia di escursionisti.
La flora – Per quanto riguarda il patrimonio boschivo, il Supramonte di Oliena offre un ristretto areale in località Pradu a circa 1.100 metri di altezza, per la vegetazione del Ribes Sardorum, una rarissima specie endemica nota anche come Ribes di Sardegna. È una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Grossulariaceae (alcune classificazioni la inseriscono nella famiglia delle Saxifragaceae) che vegeta su questi calcari dolomitici giurassici nella sola località di su Padru sotto la cima di S’atta e Bidda. Per gli specialisti della IUCN/SSC è una delle specie più minacciate della flora insulare mediterranea.
IL SUPRAMONTE DI URUZLEI
- Gola di Gorroppu
- S’ Ingurtidorgiu de Orbisi,
- Su Cunnu e s’Ebba
- Oasi Faunistica di Sa Portiscra
Il piccolo comune di Urzulei (1286 abitanti) ha di sua spettanza ben 6010 ettari che ricadono sul complesso Supramonte e praticamente tutto il suo territorio è Supramonte. Di questo, 4830 ettari appartiene al Supramonte montano, mentre quello marino è coperto per 1180 ettari. Sul lato nord-orientale si apre col fiume Flumineddu che per 22 chilometri ha scavato la spettacolare Gola di Gorroppu, il grande canyon che confina pure col territorio di Orgosolo. Sono varie le specificità di questo ambiente ma tra queste spiccano le pareti verticali che stagliano nel cielo per circa 500 metr partendo da un restringimento a terra che può arrivare a 4 metri di larghezza. Il risultato è che Gorroppu (o Gorropu) è una delle gole più profonde d’Europa. Altra spettacolare gola che ricade nel territorio di Urzulei ma che stavolta sprofonda in una grotta/ inghiottitoio chiamata S’ Ingurtidorgiu de Orbisi, è il letto asciutto della Codula Orbisi. In questo punto, durante le più violente piogge invernali le acque provenienti dal bacino del Supramonte di Urzulei e dalle montagne di Talana convogliano in una piena torrentizia e, dopo aver percorso tre chilometri proprio all’interno dell’omonima grotta, riaffiorano in superficie formando una cascata alta circa 70 metri chiamata Su Cunnu e s’Ebba proseguendo poi un altro chilometro più a valle, nella cascata de Sa Giuntura.
IL SUPRAMONTE DI DORGALI
- Rio Flumineddu
- Fiume Cedrino
- Villaggio Tiscali
- Altopiano Donnianìcoro
- Villaggio di Serra Orrios
- Grotta di Ispinigoli
- Cala Gonone
- Spiaggia di Ziu Martine
- Spiaggia di Cala Fuili
- Grotta del Bue Marino
- Codula di Luna
Il Supramonte di Dorgali è il secondo più esteso dei 5 comuni, perché comprende 4400 ettari di Supramonte marino (che divide con Baunei) più, 6910 ettari di Supramonte montano (che divide i confini con tutti gli altri: Urzulei, Orgosolo e Urzulei). A Sud la linea di confine è data dalla Gola di Gorroppu e dal fiume Codula di Luna (limiti che riguardano anche le due subregioni di Barbagia e Ogliastra) e comprende pienamente le valli del fiume Flumineddu e del fiume Cedrino. A Nord invece il confine con la valle della Baronia è idealmente posto nella Grotta di Ispinigoli col suo Abisso delle Vergini dove sono stati ritrovati gioielli di epoca fenicia (Museo archeologico di Dorgali) e soprattutto la stalato-stagmite di 38 metri di altezza. Alle spalle del paese, la dove si snoda in direzione Sud la Strada Statale 125 (Orientale sarda), c’è anche il collegamento stradale, attraverso un tunnel scavato nella roccia sotto il Monte Bardia, con la frazione marina di Cala Gonone, da cui è possibile accedere alle spiagge di pertinenza del Supramonte marino: tra cui quella di Ziu Martine, di Cala Fuili e di Cala Luna, rimaste selvagge come la natura le ha determinate. Cala Fuili in particolare è il risultato di una suggestiva codula che sfocia sul mare a formare una spiaggia di pietre bianche. La costa poi prosegue verso Sud mostrando altre rive di incomparabile bellezza che sono per lo più raggiungibili solo via mare, come Cala Luna (Dorgali e Baunei), Cala Sisine, Cala dei Gabbiani, Cala Mariolu e Cala Goloritze (Baunei).
IL SUPRAMONTE DI BAUNEI
- Pedra Longa
- Punta Ginnircu
- Altopiano del Golgo (s‘Isterru)
- Spiaggia di Cala Luna
- Spiaggia di Cala Biriola,
- Spiaggia di Cala Goloritzé,
- Spiaggia di Cala Mariolu
- Spiaggia di Cala Goloritzé
Il comune ogliastrino di Baunei copre coi suoi 14.800 ettari il Supramonte e la sua pertinenza ricade interamente nel Supramonte marino. La maggior parte del Supramonte è dunque di pertinenza di Baunei la cui area inizia all’estremità sud orientale dell’altopiano ogliastrino e prosegue vicino alla costa col pinnacolo calcareo dell’Agugliastra, chiamato anche Pedra Longa e la Punta Ginnircu, l’altopiano del Golgo dove si apre S’Isterru, la voragine carsica profonda 275 metri, uno degli inghiottitoi a campata unica più profondo d’Europa. In prossimità del mare l’altopiano si butta in verticali costoni a picco che rendono l’accesso via terra piuttosto difficoltoso (Selvaggio Blu) dando sfogo in alcuni punti alle più belle spiagge della costa orientale sarda, come Cala Biriola, Cala Goloritzé, Cala Mariolu e Ispulige de Nie.