La Flora della Sardegna che attualmente ricopre la sua superficie è il frutto di un adattamento a condizioni climatiche, all’insularità , alla storia geologica dell’isola e all’impatto antropico avvenuto in secoli di presenza umana. La Flora della Sardegna può essere definita generalmente come un substrato comune all’ambiente mediterraneo, ma presenta delle specificità e degli endemismi (specie vegetali esclusive di un territorio) che si riscontrano solo in questa terra. I numeri danno le seguenti indicazioni: in Sardegna esistono 695 generi di piante e 62 sono gli endemismi.
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Il Leccio, il primo ad adattarsi
Il patrimonio verde più antico della Sardegna che ancora fa la sua importante presenza, riguarda specie comparse 60 milioni di anni fa, quando si diffusero le cosiddette forese primigenie di leccio, agrifoglio, tasso e lauroceraso che si adattarono perfettamente al clima caldo-umido di questo territorio. Come documentato da resti fossili di foresta pietrificata rinvenuti presso il lago Omodeo e presso Perfugas, nel Miocene, quando la Sardegna faceva ancora parte della placca europea, era ricoperta di foreste imponenti. Oggi, presenta, al fianco di endemismi tipicamente sardi, altri in comune con la Corsica, con le Baleari e con altri ristretti areali del Mediterraneo occidentale.
Incendi, pascoli e speculazioni
Il particolare contesto geologico e climatico ha poi favorito la formazione di numerose associazioni vegetali tra gli ambienti limitrofi: coste, pianure, montagne, acque interne. Fino a creare nuove specificità che in parte sono sopravvissute e altre volte hanno subito l’alterazione dell’intervento umano, in particolare col disboscamento indiscriminato e la pratica degli incendi per produrre pascoli.
Gli ecosistemi sardi
In Sardegna esistono quattro ecosistemi dove si sono sviluppate specifiche aree verdi:
- Ambiente costiero a spiaggia dunale: Carloforte, Sardegna Sud-Occidentale.
- Ambiente costiero a falesie: Capo Caccia, Sardegna Nord-Occidentale.
- Coste e piccole isole.
- Fasce litorali: spiaggia, anteduna, duna, retroduna, scogli, falesie rocciose e gariga.
Zone umide e costiere
La Sardegna presenta un ricchissimo e variegato patrimonio di zone umide (oltre 100), costituite da stagni, acquitrini, saline e lagune dove varie specie vegetali si sono adattate, anche all’acqua salmastra. La mappa delle zone umide della Sardegna dimostra la particolare diffusione di questi ambienti.
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Macchia mediterranea
La Macchia mediterranea è composta da quegli alberi e arbusti di cui fanno parte il leccio, il ginepro, l’erica il corbezzolo, l’olivastro, il carrubo, il lentischio, il cisto, l’euforbia, la ginestra, l’alloro, l’oleandro e l’agnocasto.
Fiumi e laghi interni
Fiumi e laghi interni sono ambienti freschi che risentono dei cicli stagionali, della variabilità altimetrica e per questo presentano caratteristiche tipiche a seconda dell’area presa in considerazione.
Boschi e foreste
Queste formazioni, un tempo erano diffusissime in Sardegna, oggi purtroppo solo in determinate aree montane (Foresta di Montes, Orgosolo) e nelle colline del centro e del nord (Goceano) si possono ancora ammirare queste maestose formazioni. Foreste di leccio (la più caratteristica della Sardegna), querceti, castagneti, sugherete. Le pinete invece sono state inserite dall’uomo.
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Montagna
In Sardegna l’ambiente montano non è certamente il più diffuso. Le altezze massime superano di poco i 1.800 metri (punta La Marmora 1834 m) e la flora si caratterizza più che altro per arbusti prostrati e specie igrofile lungo i torrenti. Numerosi sono invece gli endemismi e le specie di interesse.
Zone agricole e urbane
In queste aree è palese l’intervento umano che ha cancellato il paesaggio originario e ne ha determinato uno diverso, con la diffusa presenza di asfodelo e aglio.