Non c’è niente di più appagante che rientrare da una lunga giornata al freddo e trovare il caminetto di casa con un bel fuoco che tempra la fibra e l’ambiente. Oggi, anche per chi non ha il caminetto e vive sprovvisto di questo tradizionale sistema di riscaldamento, può sistemarsi (anche autonomamente se si è bravi col fai da te) una stufa a pellet attaccata ad una canna fumaria larga quanto un bicchiere che sfiata il fumo attraverso un buco nella parete esterna. Ovviamente quest’ultima veloce soluzione è qui esposta in tono provocatorio, perché questo tipo d’installazioni, sono fuori legge. Ma, ritornando per un momento alla poesia del torpore domestico, la rima potrebbe finire in un batter d’occhio se si pensa alle conseguenze per la salute dei prodotti inquinanti dovuti alla combustione della legna e del pellet.
Le indagini statistiche parlano chiaro: la combustione domestica è più inquinante di quella industriale a parità di chili di legna (o pellet) bruciati. Nella tabella che segue, ecco un comodo specchietto per analizzare cosa si sprigiona nell’aria quando caminetto o stufa sono accesi: a confronto con altri sistemi di riscaldamento:
SO2 NOx HxCy CO Polveri sott. CO2a
- Pellet di legna 10 55 1 9 6 0
- Cippato di legna 10 92 2 17 9
- Legna fresca 10 74 8 158 18 0
- Legna secca 10 50 1 6 70 0
- Carbon Coke 340 70 10 4.5 80 104
- Metano 0 3 0 5 0 52
- Gasolio 47 25 1 5 1 78
Tra i maggiori inquinanti figurano quindi le polveri sottili (PM10 e PM2,5) ovvero le ceneri che attraverso il camino e si riversano nell’aria. Con il pellet la situazione peggiora considerando il materiale che si utilizza, che è legno di scarsa qualità , ottenuto dalla segatura e dagli scarti legnosi triturati, impastati e compressi con cui si formano i piccoli blocchetti. Una stufa consuma chili di pellet ogni giorno e, se buona parte delle ceneri rimane al suo interno, un’altra parte rimane in circolo nell’aria, pronta ad essere respirata dai polmoni di chinque.
La minor quantità di ceneri (per chilogrammo di legna bruciata) prodotte nella combustione libera della legna è comunque tale che, considerata la minore efficienza energetica dei caminetti tradizionali, se ne debba bruciare in quantità maggiori, comportando comunque un notevole inquinamento. Per i camini, in alcune regioni d’Italia è stato fatto obbligo ai cittadini di dotarsi di appositi filtri abbattitori, ma il sistema è costoso, richiede manutenzione e non annulla il problema delle polveri sottili, semplicemente lo riduce. Nonostante dunque l’uso delle migliori tecnologie antinquinamento, la combustione della legna rimane sempre fortemente inquinante ed è chiaro – basta rivedere i dati – che le emissioni degli impianti a legna residenziali sono molto più alte di quelle degli impianti industriali.