Lollove è il borgo di soli 35 abitanti situato a 15 chilometri da Nuoro, capoluogo dell’omonima storica provincia che comprende alcuni dei territori più caratteristici della Sardegna. E uno di questi è sicuramente Lollove, originato, secondo una tradizione orale, da un pastore che venne in tal posto dal vicino paese di Selene e sposò una monaca del locale monastero.
Conosci anche gli altri antichi villaggi della Sardegna su Informati Sardegna:
- LEGGI ANCHE: San Salvatore di Sinis
- LEGGI ANCHE: Marceddì
Il maiale identità del luogo
Dal punto di vista etimologico la parola “Lollove” deriverebbe dal sardo arcaico “lo’ ò” , ovvero “corso d’acqua”, oppure, sempre in sardo arcaico, da “lòbe” cioè ghianda. Non a caso, a Lollove, l’allevamento dei suini a pascolo brado è una costante storicamente accertata fin dalle sue origini, come testimoniano ancora oggi, il fitto bosco di querce che ricopre la campagna circostante e i numerosi stabbioli e casotti che sorgono ai margini e dentro l’abitato.
Caput canalis
Il paese di Selene oggi non esiste più, così come non esistono più le decine di piccoli agglomerati che erano sorti nel medioevo lungo la vallata del Rio Sologo e del Rio Cedrino. Tra questi è certificato fino al 1567 l’esistenza del paese di Isalle (territorio di Dorgali) situato più a valle di Lollove da dove, al momento della definitiva scomparsa, molti abitanti si trasferirono a Lollove.
La chiesa del paese
Lollove, oggi, è dunque l’unico centro della vallata di Marreri sopravvissuto a tutti i limiti di tempo, giungendo quasi intatto alla contemporaneità . Lollove ha trascinato con se il fascino e la memoria di una Sardegna rurale tra ‘500 e ‘800, quasi ovunque scomparsa. Degli altri paesi della vallata di Marreri, rimangono infatti solo sulla carte alcune descrizioni microscopiche e nei luoghi, solo piccole tracce con i ruderi delle numerose chiese che vi erano in quel lontano passato. Tra esse ricordiamo:
- San Timoteo Vescovo (Santu Tommeu)
- San Teodoro (Santu Tederu)
- San Gavino (Santu Gabinzu)
- San Giacomo Maggiore (Santu Jacu)
A conferma dello stretto legame che Lollove ebbe con la Chiesa fin dalle prime vicende storiche, c’è anche l’origine del Vescovo cappellano a Roma di Lucrezia Borgia, che nacque in questo borgo dalla famiglia spagnola che, tra l’altro, possedeva in Sardegna numerosi feudi e aveva avuto stretti legami con il Marchesato di Orani.
Le monache maritate
La storia di Lollove (Loy, in aragonese, Loloy in spagnolo e Lollobe in sardo) è prima di tutto intrecciata con quella della chiesa di Santa Maria Maddalena – oggi la ex parrocchia del paese – da cui, secondo la leggenda, erano fuggite alcune monache per avere delle relazioni con i pastori di Lollobe, scatenando la maledizione divenuta un detto conosciuto ancora dagli anziani “Lollove, sarai come acqua del mare, non crescerai e non morirai mai”.
Evasione fiscale
Nel 1363, il rappresentante della comunità di Lollove fu richiamato ufficialmente dal Capitano della Corte di Gallura assieme a quelli di Dorgali, Lodè, Locoe e Sarule perché i suoi cittadini non pagavano le tasse.
L’acquisto nobiliare
Nel 1442 il nobile sassarese Cristoforo Manno, sostenitore attivo della guerra nel Regno di Napoli del re d’Aragona, acquistò il villaggio di Lollove.
LEGGI ANCHE: LA SORGENTE DE SU GOLOGONE OLIENA
Debacle demografica
Nel 1550 il paese cominciò a subire un calo demografico che lo porta a perdere l’importanza che aveva mantenuto fino ad allora, soprattutto a favore della vicina Nuoro, ormai in ascesa d’importanza come conferma la definizione geografica spagnola del territorio, l’ “Encontrada de Nuero“, che includeva i villaggi di Nuero (Nuoro), Locoy (Locoe) e Orgosolo.
Il pareggio dei nati coi morti
La letteratura storica riporta alcuni aneddoti tra il mito e la realtà della vita “appartata” di questo piccolo centro. Il Dizionario di Angius Casalis del 1800 cita il seguente scritto: « I lollovesi [ …] non hanno ospiti, così se la godono essi soli quasi in famiglia e ballano a coro di voci. Il cimitero è contiguo alla chiesa e sta fuori dell’abitato a pochi passi. Quanti nascono, tanti muoiono in questo paese. I numeri del movimento della popolazione sono nascite due, morti due, matrimoni due ».
Il vaiolo senza cimitero
Nel 1860 Lollove fu colpita dalla tragica virulenza del vaiolo che ridusse ancora il numero dei residenti e mise in evidenza lo stato di abbandono in cui giaceva la comunità , ormai dimenticata ai margini del territorio nuorese. Lollove, alle porte del ‘900, era ormai una comunità moribonda, senza cimitero e senza strada di collegamento con Nuoro, fatto che, come nota la lettera alla Nuova Sardegna dell’ultimo sindaco del paese, Pietro Siotto, metteva in luce la chiara marginalità dello storico centro progenitore del capoluogo stesso.
Sebastiano Satta e Grazia Deledda
Nel 1896, lo scrittore nuorese Sebastiano Satta, descrive Lollove come un paese abbandonato, malsano e senza strade; il Premio Nobel Grazia Deledda lo cita nel romanzo “La madre“, e vi ambienta tutta la storia della vicenda nel libro viene tradotto in inglese nel 1928 con una prefazione di David H. Lawrence.
Miliardari inglesi
Nel 1900 Lollove perde tutti gli uffici pubblici, come scuole, caserma dei carabinieri, casa comunale, ed entra in un difficile periodo che rasenta la sua scomparsa. Il paese passa quasi indenne le guerre mondiali e durante il boom edilizio di Nuoro degli anni ’60 e ’70, risente ancora una volta di una pesante marginalità , fino a quando, alcuni imprenditori inglesi, fanno la proposta alle ultime 15 famiglie rimaste, di voler acquistare in blocco l’intero abitato per trasformarlo in un villaggio turistico. La proposta è economicamente allettante, ma la comunità sceglie per il rifiuto e solo le ultime iniziative di promozione turistica come Cortes Apertas-Autunno in Barbagia hanno riscoprono la bellezza e la storia di Lollove.
Urbanistica e architettura
Da un punto di vista architettonico il paese di Lollove è una delle ultime testimonianze degli antichi borghi rurali della Sardegna. Il paese è possibile visitarlo comodamente a piedi, a cominciare dalla chiesa seicentesca della Maddalena, realizzata in tardo stile gotico, archi a sesto acuto e trachite rossa. Sul retro di essa si trova il piccolissimo cimitero, con una decina di sepolture. C’è poi l’antico monastero, in via Nino Bixio, che era officiato fino all’Ottocento; i rioni divisi dal ruscello che attraversa il paese, quello di Custa Banna (” questa parte del rio”) e quello di Cudda Banna ( “al di là del rio”), infine, la fontana di Lollove, costruita a metà del’900.
1980, Acqua, luce e fogna
Lollove è rimasto senza luce elettrica, acquedotto e fognatura fino agli anni ’80 del Novecento. Solo nel 2004, il Comune di Nuoro, ha disposto la valorizzazione del paese integrando i fondi comunitari e regionali che prevedono il recupero e la preservazione dei centri di antica formazione medievale della Sardegna.