🌿 Raccolta delle more selvatiche in Sardegna
Tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, in tutta la Sardegna è possibile dedicarsi alla raccolta delle more selvatiche, uno dei frutti di bosco più amati dell’estate.
Questi piccoli e dolci frutti nascono spontaneamente sul rovo (Rubus ulmifolius), una pianta spinosa molto diffusa nelle campagne sarde, lungo i sentieri rurali e ai margini dei terreni coltivati.
Oltre a essere deliziose, le more rappresentano anche un prodotto naturale tipico dell’isola, ricco di vitamine e antiossidanti.
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🍇 Quando raccogliere le more di rovo selvatico
Il periodo ideale per raccogliere le more di rovo selvatico in Sardegna va da fine luglio a tutto agosto, a seconda delle zone e delle condizioni climatiche.
I frutti sono pronti quando presentano una colorazione viola scura e uniforme e si staccano facilmente dal ramo senza sforzo.
Il momento migliore della giornata per la raccolta è nelle ore centrali, quando l’aria è secca e priva di umidità: in questo modo le more risultano più asciutte e si conservano meglio.
💡 Consiglio pratico: evita di raccogliere dopo la pioggia o al mattino presto, quando la rugiada può favorire la formazione di muffe.
Come conservare le more selvatiche
Una volta raccolte, le more selvatiche vanno riposte in un contenitore pulito e asciutto, meglio se in un solo strato per evitare che si schiaccino.
È importante non esporle al sole diretto, perché il calore accelera la maturazione e favorisce l’attacco di muffe.
Conservate a temperatura ambiente, le more mantengono la loro freschezza per 3–4 giorni; in frigorifero, invece, possono durare fino a 15 giorni.
Per prolungarne la conservazione, è possibile anche congelarle subito dopo la raccolta oppure trasformarle in marmellate, sciroppi o succhi naturali, tipici della tradizione sarda.
🌿 Il rovo: pianta infestante ma preziosa per la biodiversità sarda
Il rovo (Rubus ulmifolius) è una pianta perenne estremamente diffusa in tutta la Sardegna, dove cresce spontaneamente lungo strade di campagna, siepi, boschi e zone incolte.
Per via della sua straordinaria capacità di propagazione, viene considerata una pianta infestante, capace di colonizzare rapidamente ampie aree e ostacolare la crescita di altre specie vegetali.
Tuttavia, il rovo svolge anche un ruolo ecologico importante, offrendo rifugio a piccoli animali e fornendo frutti preziosi come le more selvatiche, molto apprezzate nella tradizione rurale sarda.
I rovi senza spine sono particolarmente ricercati dagli appassionati, perché producono more più dolci e succose rispetto alle varietà spinose.
In passato, il rovo in Sardegna veniva utilizzato anche come barriera naturale o delimitatore di confine tra terreni adiacenti, grazie alla sua crescita fitta e resistente.
🌱 Caratteristiche botaniche del rovo
Il rovo si presenta come una pianta cespugliosa e frastagliata, caratterizzata da lunghi sarmenti (i rami principali) dalla sezione pentagonale, che possono raggiungere fino a 10 metri di lunghezza. Queste diramazioni sono estremamente resistenti agli urti, al vento e alle condizioni ambientali più difficili.
Si tratta di una semicaducifoglia, ossia una pianta che conserva parte delle foglie anche durante l’inverno. Le foglie del rovo sono piccole e disposte in modo irregolare lungo i sarmenti; quando sono mature, assumono un colore verde scuro con margine seghettato e punta acuminata.
La pagina superiore è glabra (liscia e lucida), mentre quella inferiore è tomentosa, cioè ricoperta da una leggera peluria biancastra che le conferisce un colore più chiaro.
🌸 I fiori del rovo: caratteristiche e periodo di fioritura
I fiori del rovo (Rubus ulmifolius) sono uno degli elementi più riconoscibili di questa pianta tipica della macchia mediterranea sarda.
Compaiono tra maggio e giugno, con un’abbondante fioritura che colora campagne e sentieri.
I petali possono essere di colore bianco o rosa tenue, e si dispongono a forma piramidale con un diametro che raggiunge fino a 15 millimetri.
Ogni fiore è composto da cinque petali delicati e da numerosi stami centrali ricchi di polline, molto attrattivi per gli insetti impollinatori.
Grazie a questa fioritura, il rovo svolge un ruolo fondamentale per la biodiversità, offrendo nutrimento ad api, farfalle e altri insetti utili.

🍯 Il miele di rovo o di mora: una rarità sarda
Il fiore del rovo, noto anche come fiore della mora, è particolarmente gradito alle api, che ne raccolgono un nettare abbondante e profumato.
Da questa fioritura nasce il miele di mora (o miele di rovo), una specialità ancora rara prodotta da alcuni apicoltori sardi che si dedicano alla produzione di miele monoflorale di rovo.
Questo miele ha un gusto intenso e aromatico, con note fruttate e leggermente acidule. È molto apprezzato sia in pasticceria artigianale che come ingrediente naturale in un’alimentazione sana e genuina.
Inoltre, come altri mieli sardi, possiede proprietà antiossidanti e antibatteriche, rendendolo un vero e proprio prodotto tipico di nicchia della Sardegna.

🍇 La maturazione del frutto della mora
Il frutto della mora nasce dal fiore del rovo (Rubus ulmifolius) e attraversa diverse fasi di crescita prima di raggiungere la piena maturazione.
All’inizio, la mora appare come una piccola drupa di colore marrone scuro. Con il passare dei giorni, il frutto diventa verde, poi rosso brillante e infine assume una tonalità nero intenso, segno che ha raggiunto la massima maturazione.
Questo processo può variare in base all’esposizione solare, al tipo di terreno e al microclima locale.
Le more mature sono più dolci, ricche di zuccheri e di antiossidanti naturali, ideali per il consumo fresco o per la preparazione di marmellate e dolci tipici sardi.
🌡️ I cambiamenti climatici e la raccolta delle more in Sardegna
Fino alla metà degli anni ’90, la raccolta delle more in Sardegna avveniva tradizionalmente tra fine agosto e settembre.
Oggi, a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento delle temperature estive, il ciclo di maturazione si è anticipato anche di un mese.
Nelle annate più calde, i frutti raggiungono la piena maturità già a metà luglio, con raccolti più precoci e abbondanti.
Questa variazione incide non solo sulla stagionalità del prodotto, ma anche sull’ecosistema del rovo, influenzando la disponibilità di nettare per le api e la produzione di miele di mora.
💡 Curiosità: le more raccolte precocemente tendono ad avere un sapore leggermente più acidulo, mentre quelle tardive risultano più dolci e aromatiche.

La categoria merceologica: le more tra i frutti di bosco
Dal punto di vista commerciale e agricolo, le more rientrano nella grande categoria dei frutti di bosco, un insieme di piccoli frutti spontanei o coltivati, molto apprezzati per le loro proprietà nutrizionali e per l’uso versatile in cucina.
Oltre alle more, fanno parte di questa categoria anche i lamponi, il ribes, le fragoline di bosco, i mirtilli e l’uva spina.
Tutti questi frutti condividono alcune caratteristiche comuni: dimensioni ridotte, sapore dolce-acidulo, alto contenuto di vitamina C, antociani e antiossidanti naturali.
In Sardegna, i frutti di bosco vengono raccolti sia allo stato selvatico, sia coltivati in aree collinari e montane dove il clima più fresco favorisce la produzione di bacche di qualità.
Le more sarde, in particolare, sono considerate tra le più aromatiche del Mediterraneo e vengono impiegate in marmellate, liquori e dolci tipici locali.







































