Gianluigi Mele è nato a Dorgali il 1946 e appena ha concluso le scuole dell’obbligo ha frequentato la bottega-laboratorio di ceramica che da alcuni anni aveva impiantato il padre, il pittore e ceramista Pietro. A Cagliari, dove si era trasferita tutta la famiglia.
La prima gavetta con Pulli
Nella stessa bottega, in quei primi anni lavorò anche Claudio Pulli di Selargius.
Immediata e forte fu la fascinazione di Gianluigi per quella materia che facilmente si lasciava manipolare senza regole tassative e consentiva al ragazzino di sperimentare la propria fantasia e creatività.
L’apprendimento dei segreti della cottura e la gestione dei colori hanno sedotto irreversibilmente le fantasie e le fattezze di Gianluigi. Da subito si è delineato uno stile di produzione e un gusto tutto orientato verso i colori solari.
Un tratto unico
Inizialmente ha prodotto piccole sculture di animali, puttini, piatti e vasi, già segnati dalla gamma cromatica degli smalti e dell’ accostamento dei colori nei toni caldi e brillanti.
Sono pochi i ceramisti sardi che possono vantare, come lui, una produzione ultradecennale, sempre valevole e feconda, che ha reso i suoi manufatti immediatamente riconoscibili.
Gli animali di Gianluigi
Ha compiuto un percorso in crescendo, intessuto di una fitta partecipazione espositiva in mostre personali e collettive, in Italia e all’estero. A partire dal 1973 ha sempre partecipato alle Biennali dell’Artigianato Sardo che raccoglievano il meglio della produzione artistica e artigianale dell’isola.
La conferma arriva alla Biennale del 1979 che manifesta grande apprezzamento per gli “animali” di Gianluigi.
L’allontanamento dal tema del nuragico
La Biennale dell’Artigianato Sardo è anche una formidabile occasione di discussione e confronto con il movimento di rinnovamento delle tematiche e tecniche di lavorazione della ceramica. Allontanandosi sempre più dal tema del nuragico (che immancabilmente prevedeva l’arciere, la navicella, la madre dell’ucciso, l’uomo e la bestia) e adottando libere interpretazioni dei modelli tradizionali, insieme alla convalida dei colori in tonalità cromatiche solari, per Gianluigi si conferma e rafforza la strada dell’innovazione.
Anche nell’edizione del 1988 della Biennale dell’Artigianato Sardo il tema che ritorna è il raccontare la cultura e la storia della regione attraverso la ceramica moderna e la espongono egregiamente oltre che Gianluigi Mele, Silecchia, Mameli, Sciannella.
Dove si possono vedere le opere di Gianluigi Mele
Gianluigi Mele è attivamente presente in tutte le sedi di discussione politica e professionale che interessano l’artigianato artistico, dall’ISOLA alla CNA.
I problemi di sempre sono il dilemma tradizione/innovazione, il commercio e il progressivo appassimento della rete distributiva nazionale e internazionale che in passato ha garantito un buon successo e un discreto reddito agli artigiani; ma la politica altalenante della Regione Sardegna non aiuta.
Perchè Gianluigi è profondamente convinto che i manufatti artigianali non possono reggere la prova del tempo senza un sistema di imprese strutturate sia sul piano dell’organizzazione, della commercializzazione e dell’aggiornamento professionale e manageriale. Di questi problemi ha una visione consapevole e decisa e in ogni circostanza si adopera per contribuire a modificarla.
Cala Gonone lo ispira e si trasferisce
Negli anni ‘80 del secolo scorso si è trasferito a Cala Gonone, attratto dall’ambiente e dalle persone che vi abitano. Un luogo per lui di grande ispirazione.
Una vita vissuta a piene mani, densa di umori e di sapori, ricca di progetti e passioni, di esperienze e di amicizie. Di carattere allegro e ironico, a tratti spigoloso, amava chiacchierare e intrattenersi con tutti, giovani e anziani, uomini e donne.
La generosità per Dorgali
A Cala Gonone ha dato vita ad una fertile produzione di complementi di arredo per interni ed esterni, di opere di decoro architettonico con i grandi pannelli di rivestimenti ceramici. Ha lavorato e collezionato nuove esperienze con amministratori pubblici e numerosi tecnici.
I contributi didattici alle scuole
Per Dorgali è stato un cittadino esemplare e generoso; quando ha collaborato con le scuole, accogliendo nel suo laboratorio tanti allievi attratti dalla magia del tornio e dalla lavorazione dell’argilla che per incanto, fra le sue mani, si trasformava in cinghialetti, capre, ricci. Sono tanti/e insegnanti che lo ricordano con gratitudine per questo contributo.
1994, abbellisce Funtana
E’ stato generoso con la comunità di Dorgali, a partire dall’opera monumentale “Omaggio a Fancello” (1994), un bassorilievo in maiolica di 15 metri, che abbraccia Funtana, regalato appunto ai cittadini dorgalesi. Rappresenta una bella e forte coniugazione dei motivi cari a Salvatore Fancello e si può affermare che è l’angolo più fotografato di Dorgali a sottolineare che immediatamente pure per gli estranei quell’opera è la sintesi del valore artistico di Mele e di Fancello.
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La cripta in cimitero
I pannelli in maiolica (1995) realizzati per la cripta del cimitero di Dorgali:
- – La Crocifissione, di mt 3×3, con tante patere rosse intorno a significare le gocce di sangue del Cristo in croce (oggi questo pannello è fortemente danneggiato e richiede un immediato intervento di ripristino e restauro);
- – L’Angelo, mt 3×3, che rappresenta il Nunzio Divino attorniato da foglie e infiorescenze;
- – Il Cristo in Gloria , mt 3×3, composizione tipica dei luoghi sacri, dove il centro è sostenuto dal richiamo all’universalità;
- – Cristo fra le onde, mt 3×3, una marea di onde che circondano il Cristo che predica ed evoca i miracoli del mare;
- – Ancora una Crocefissione, mt 3×3, con una alternanza di cerchi e quadrati e l’ornamento dell’uva che richiama la vitalità di cui si alimenta la fede.
- – E infine “Cristo” una statua in terracotta smaltata di grandi dimensioni, collocata al centro del crocevia della cripta.
Queste realizzazioni segnano la maturità dell’artista rappresentando una buona sintesi di interpretazione moderna di segni e richiami antichi.
Costituiscono un’opera unica nel panorama regionale di abbellimento cimiteriale e pure nello scenario nazionale di rado si trovano opere in ceramica di tale valenza.
La lavorazione del basalto
In quei fortunati anni sperimentò con successo la lavorazione del basalto producendo tavoli e tavolini di fattura pregevole e originale. E la ceramica raku: questa è una sperimentazione su forme e tecniche di provenienza orientale, insolite per lui, che lo appassionano rapidamente divenendo un vero maestro della ceramica raku. Si cimenta nella produzione di piccoli oggetti, collane, ciondoli, che sono molto apprezzati dalle giovani generazioni e vanno incontro ai gusti moderni. Il suo fare è scandagliare le passioni e perfezionare la tecnica che lo porta rapidamente a produzioni ragguardevoli per quantità e qualità. Bellissime le policromie realizzate con i suoi vasi, piatti, animali, ciotole, orologi a pendolo. Una produzione modernissima e a guardarli quegli oggetti, suggeriscono già al compratore dove collocarli nella propria abitazione. Perchè la magia e la fascinazione degli elementi naturali – terra, aria, acqua e fuoco, di cui si compone la produzione della ceramica raku – ci sono tutti e agiscono con reciprocità e funzionano con tutti noi, anche con il compratore, con chi è alla ricerca di qualcosa di bello.
L’installazione a Palmasera
Altre opere “pubbliche” si trovano presso il Parco di Palmasera a Cala Gonone: “Il movimento dell’acqua” . Una installazione rivestita di mattonelle di basalto e ceramica, purtroppo in stato di colpevole degrado e abbandono.
Il cormorano dimenticato
Il cormorano, installazione presso la circonvallazione di Cala Gonone, all’incrocio con via Su Romasinarzu e su ciò non si può non concordare con quanto scrisse l’11 maggio 2011, il corrispondente della Nuova Sardegna Nino Muggianu “Forse andrebbe valorizzata in maniera diversa l’opera d’arte in ceramica che è stata posizionata nella parte alta del centro abitato di Cala Gonone, ai piedi del villaggio nuragico Nurgahe Arvu. Senza nulla togliere all’importanza del rione, forse la scultura, opera del ceramista Gian Luigi Mele, poteva trovare una migliore dislocazione nel centro storico che ha bisogna di una riqualificazione anche con il contributo di opere d’arte come quella di Mele. Un modo per rendere ancora più attrattivo il cuore della frazione balneare per chi arriva da lontano e ha bisogno di immergersi nell’arte e nella bellezza non solo dei luoghi e dei paesaggi ma anche delle opere frutto della cultura e tradizione del paese.”
Il pannello ad Oliena
Il pannello realizzato per il paese di Oliena, collocato lungo la via principale, un bassorilievo di maiolica policroma a tema contadino, di circa 15 metri.
Gli altri interventi
Tantissimi anche gli interventi e le installazioni presso case private e locali pubblici (per tutti si veda la stazione di servizio “Puddu” a Cala Gonone)
L’editoria specializzata ne parla
Le sue opere sono recensite in numerose pubblicazioni di ceramica artistica regionale e nelle riviste di arredamento (Casa Viva e Ceramica Antica).
** Per questo ricordo-profilo mi sono avvalsa della professionalità e passione di Maria Laura Ferru e Marco Marini che hanno conosciuto e grandemente apprezzato e sostenuto il ceramista, l’artigiano e l’artista.
Pina Mele