La piazzaforte militare, le cave di granito e il turismo balneare e naturalistico hanno rappresentato, nell’ultimo secolo, le principali attività economiche della comunità maddalenina, quella che fa capo al paesone de La Maddalena che, con i suoi 11 mila e passa abitanti, si distribuisce tra il centro urbano e le oltre seicento unità abitative sparse per il territorio comprendendo anche le isole di Caprera, Santo Stefano, Spargi, Budelli, Santa Maria e Razzoli più altri isolotti minori.
LA GRANDE STORIA
La storia della Maddalena è una storia antica e travagliata. Una storia costellata di eventi particolari che spesso sono entrati di diritto nella grande storia mondiale. L’area attorno a dove attualmente sorge l’agglomerato urbano di La Maddalena è stata frequentato sin dal neolitico, lo dimostrano i tafoni trovati nelle spiagge di Spalmatore. In seguito alla caduta dell’Impero romano d’Occidente l’isola fu però abbandonata, fino al XVII secolo, quando, i primi pastori corsi provenienti dall’Alta Rocca non decisero di stabilirsi nell’isola per far prosperare i loro greggi.
NAPOLEONE SI ALLENÒ A FARE L’IMPERATORE TENTANDO DI CONQUISTARE L’ISOLA
L’agglomerato dell’attuale cittadina de La Maddalena comincia a prendere la forma definitiva intorno al settecento e la sua importanza politica diventa di rilevanza internazionale esattamente il 23 febbraio 1793, quando, l’esercito francese, al cui comando c’era un giovanissimo ufficiale corso di nome Napoleone Buonaparte, attaccò, senza successo, la flotta sarda guidata dal comandante maddalenino Domenico Millelire.
Quel respingimento valse al capo supremo delle forze navali italiche, la prima medaglia d’oro al valore militare della marina militare e rappresentò uno dei pochi eventi in cui le forze militari sarde respinsero un’invasione straniera.
CAPRERA OSPITÒ GARIBALDI
In seguito, la storia dell’arcipelago della Maddalena rimase a lungo dormiente ai margini di una Sardegna che allora non era al centro delle grandi politiche internazionali. A portare alla ribalta La Maddalena e il suo arcipelago fu solo Giuseppe Garibaldi, l’Eroe dei Due Mondi, che costruì a Caprera la sua “Casa bianca”, oggi casa Museo aperta al pubblico che ospita la sua stessa tomba.
La storia di Caprera e di Garibaldi è stata una storia durata oltre vent’anni. Garibaldi acquistò nel 1856 l’eredità del fratello Felice, che era la metà settentrionale di Caprera. Egli visse inizialmente in una casupola. Più tardi, si fece costruire la famosa “casa bianca”, rifacendosi allo stile delle fazendas sudamericane che aveva conosciuto nella precedente esperienza militare. Nella grande tenuta Garibaldi piantò alberi, fece il contadino, allevò bestiame (polli, ovini, cavalli, asini) e visse con i figli avuti da diverse relazioni: da Anita, da una domestica e dalla terza moglie Francesca Armosino. Caprera oggi ospita la casa di Garibaldi divenuta uno dei musei più visitati d’Italia, con le sue barche, gli arredi e i suoi oggetti di vita quotidiana.
LE BELLEZZE NATURALI IN PELLICOLA
La Maddalena (8.827 abitanti) e l’intero arcipelago, oggi fanno parte dell’omonimo Parco Nazionale, un’area protetta che comprende mare e terra. Il suo territorio può annoverare tra le bellezze più pregiate alcune delle spiagge che hanno fatto il turismo della Sardegna, come la celebre Spiaggia Rosa, arenile oggi sottoposto a massima protezione ambientale situato a nord ovest dell’Arcipelago nell’isola di Budelli. Qui, Michelangelo Antonioni fece alcune storiche riprese del film “Il deserto rosso”.
IL PATRIMONIO DEL PARCO
Il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena è un sito di interesse comunitario e può contare sulla presenza di oltre 700 entità vegetali (un terzo della flora sarda) che comprende oltre 50 specie endemiche, tra cui oltre il 25% di quelle sarde. Tra le specie vegetali presenti nelle isole, una certa dominanza è data dal ginepro, seguono il corbezzolo, il lentischio, il mirto, l’erica, il cisto e l’euforbia.
UN DIALETTO TIPICAMENTE MEDITERRANEO
La popolazione de La Maddalena è prevalentemente di origine còrsa e sardo-gallurese (quasi il 50%), mentre il resto proviene dalla Sardegna settentrionale, dal continente italiano e una piccola parte, il 4,5%, dalla Sicilia. Questa popolazione così variegata si è ben inserita in un contesto sociale omogenizzato dal dialetto maddalenino (isulanu), simile al gallurese, ma con influenze corse (Bonifacio e Porto Vecchio). Altre varianti si avvalgono dell’apporto di alcune sfumature dovute alle contaminazioni genovesi, spezzine e ponzesi.
LE CAVE DI GRANITO
La storia dell’Arcipelago della Maddalena non può essere completa – seppur ripercorsa a grandi linee – se non ci si sofferma per un attimo sul periodo che va dal 1860 al 1950, quando alcune aree dell’isola furono interessate da un’intensa attività estrattiva.
Dalle cave di granito situate presso Cava Francese e Santo Stefano (che oggi fanno parte del Parco Geominerario della Sardegna) sono stati estratti i materiali da costruzione di alcune opere di fama mondiale, tra cui:
- Monumento del Canale di Suez
L’opera eretta ad Ismaila nel 1930 dopo cinque anni di lavorazione, ricorda la difesa degli eserciti franco-inglesi dagli attacchi dei turchi che volevano impossessarsi del Canale.
- Busto di Costanzo Ciano
Lo scultore Arturo Dazzi, su commissione del regime fascista che volle omaggiare il conte di Cortellazzo e di Buccari, realizzò nel 1943 una statua in suo onore. L’opera sarebbe dovuta essere collocata all’imboccatura del porto di Livorno, ma il trasporto non fu mai effettuato e la statua è tutt’ora visibile nella cava di Santo Stefano.
- Basamento della Statua della Libertà
Non vi sono documenti certi che provano il fatto che da queste cave fu estratto il granito che fa oggi da basamento alla più nota statua del mondo, tuttavia, alcune indiscrezioni sembrerebbero avvalorare questa ipotesi.
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